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Totò e Binnu

Nelle nuove intercettazioni il super boss sfotte Provenzano: "Quello camminava con la tasca cucita cu ferru filatu"

29 gennaio 2014

E’ veramente straordinario e agghiacciante la mole di informazioni che stanno venendo fuori dalle intercettazioni dei colloqui di Totò Riina con il capomafia pugliese Alberto Lorusso, nelle ore di socializzazione che passavano insieme nel carcere milanese di Opera.
Più volte, ad esempio, il "capo dei capi" di Corleone ha parlato di Bernardo Provenzano
"Mi dispiace, mi dispiace... prendere certi argomenti, cioè, questo Binnu Provenzano chi è che gli dice di non fare niente? Qualcuno ci deve essere che glielo dice... Perché non devo fare niente? La cosa... quindi tu collabori con questa gente... a fare il carabiniere pure... e non dici... a rispondergli giusto, regolarmente e dirgli: perché devo fare questo? Qual è il motivo?".
Sono questi alcuni dei contenuti dei dialoghi intercettati il 16 agosto scorso, contenuti che parlano dei contatti che Provenzano aveva avuto con i carabinieri, il tramite don Vito Ciancimino. Secondo i pm, sarebbe stato proprio Provenzano a fare scoprire agli inquirenti dove era nascosto Riina.

"Erano i tempi di Binnu... - racconta ancora Riina al boss pugliese - i tempi del piccolo Binnu sono finiti. Ai tempi miei, di Totò Riina... piccolo Binnu... U ziu Totò Riina solo trattava cose e persone importanti. Però è inutile questo trio... di uomini... non ce n'è a trovare le idee di un cristianu... che si mettono a disposizione per fare i carabinieri".
E ancora: "Quello è un bambino che adesso si è ammalato... però... Binnu... non capisco... come lo hanno fottuto... disgraziati. Lui i piccioli ce li ha. Tanto è vero che la moglie ce li ha conservati... ce li ha messi a guzzane (ce li ha sistemati a blocchi, ndr)". "Però io ce l'avevo detto - prosegue Riina - Binnu... usciamone... e lui mi ha detto: per ora sono messo, che so... ci sono cristiani... Che ti hanno detto le persone? Perfetto! Binnu... mischino mi è dispiaciuto, era una persona, era un grande uomo e un signore... Era serio".

Parere di stima, dunque, ma che sembra cambiare del tutto ascoltanto le ultime intercettazione rese pubbliche e che, insieme a tutte le altre, sono state depositate agli atti del processo sulla trattativa Stato-mafia. "Quello camminava con la tasca cucita cu ferru filatu (con il fil di ferro, ndr)... era un periodo che tasche non se ne devono cucire, tasche non se ne devono cucire".
Insomma, quello che diventò il capo di Cosa nostra dopo l'arresto di Riina è accusato di essere piuttosto tirchio. "Poi quando sono tornato da carcerato... gli ho detto siete una massa di miserabili e meschini. Li ho presi per miserabili e meschini... mi avete fatto morire di fame dentro il carcere, vigliacchi che non siete altro".

Chiuso il capitolo Binnu, Riina commenta poi con Lorusso le udienze del processo sulla trattativa: "Questo processo finisce così... rimanere con gli occhi pieni e le mani vuote. Questo c'è... ma che devono sperimentare? Vogliono fargli cantare delle cose, vogliono fargli dire delle cose. Gli ho detto all'avvocato: che vogliono fare i processi con tutto quello che pensano loro? Perché loro tutte cose pensano. Però non ci funzionano, non ci funzionano. In questo processo... tutti teoremi, tutti teoremi di loro, tutti trovate di loro". "Non hanno niente", dice Riina. "Perché sono condannato? Per tutti questi teoremi che fanno loro tutte queste calunnie che fanno loro... tutte queste calunnie che fanno loro... gran calunniatori".

Il boss poi si sfoga contro Angelino Alfano: "Perché quel disgraziato di ministro dell'agrigentino, là al ministero dell'Interno... questo è proprio accanito con questi quarantunisti, questo è accanito proprio... è un canaglia, è un canaglia. Sì, sì... e lo aggrava sempre, sempre che parla del 41, stiamo facendo carceri nuovi così, i carceri li facciamo in modo che non possono rispondere con quelli della porta accanto... tu... tu... sta facendo tutto per... il carcere duro... duro... glielo do io a lui, il duro lo abbiamo noi qua dentro... quando viene lo trovi sempre duro... disgraziato".

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29 gennaio 2014
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