Tra arresti eccellenti ed inquietanti ipotesi di possibili sodalizi tra boss mafiosi reclusi col 41 bis
Dal fronte della lotta alla mafia arrivano due notizie, una buona ed una che potrebbe avere dei risvolti veramente inquietanti.
La buona notizia è la squadra mobile di Genova con la collaborazione dell'Interpol e della polizia rumena, ha arrestato in Romania il latitante mafioso Salvatore Fraterrigo, 60 anni, originario di Vallelunga Pratameno (CL), legato al clan Emmanuello-Madonia.
Il pregiudicato, inserito nello speciale programma di cattura del Ministero dell'Interno dei cento latitanti più pericolosi, era ricercato dal novembre del 2002. Fraterrigo deve scontare 11 anni di reclusione, inflitti dal tribunale di Genova per traffico di sostanze stupefacenti ed associazione per delinquere di stampo mafioso. Fraterrigo è nipote di Don Calogero Sinatra, noto esponente mafioso che intratteneva i contatti tra Sicilia, Stati Uniti e Montecarlo, dove si tenevano summit mafiosi, a cui partecipava anche il pregiudicato. Specialista in esplosivi, Fraterrigo è stato indicato quale responsabile degli attentati incendiari ad un night club di Alessandria con finalità estorsive.
La notizia inquietante parla invece di una probabile alleanza che potrebbe essere nata tra i boss mafiosi Benedetto ''Nitto'' Santapaola e Leoluca Bagarella, entrambi trasferiti nei giorni scorsi dal carcere in cui erano detenuti al 41 bis.
Tale ipotesi nasce dall'analisi fatta dagli inquirenti dopo che i capimafia, che avrebbero dovuto andare ad occupare l'uno la cella dell'altro, nell'ambito di uno scambio incrociato disposto dal Dipartimento amministrazione penitenziaria, una volta giunti a destinazione, hanno entrambi denunciato alla polizia penitenziaria di aver dimenticato nella vecchia cella la propria fede nuziale. Una strana coincidenza che ha subito portato il Dap a destinare Santapaola nel carcere di Tolmezzo, anziché in quello de L'Aquila in cui è stato detenuto per molti anni Bagarella.
Il rapporto tra Totò Riina e Nitto Santapaola si è incrinato dopo la stagione delle stragi del 1992. Il boss catanese preferiva tenere al riparo dai riflettori la sua città. Quando, nell'estate del 1992, Riina ordinò di uccidere l'ex presidente della Regione Rino Nicolosi (Dc), Santapaola prese le distanze, non ubbidì. Riina reagì stabilendo un rapporto preferenziale e segreto con l'altro capomafia etneo Santo Mazzei, amico fidatissimo di suo cognato Leoluca Bagarella. Primo incarico dei corleonesi a Mazzei: ''fai pulizia all'interno di Catania''.
Da allora cessarono i rapporti fra Santapaola e il gruppo stragista composto da Riina e Bagarella.
Adesso la strana coincidenza che i due capimafia hanno dimenticato nella cella che avrebbero dovuto occupare, la propria fede nuziale, dalla quale lo stesso Bagarella, come hanno sempre spiegato i pentiti non si sarebbe mai staccato dopo la morte della moglie, fa emergere per gli inquirenti l'ipotesi che i due boss possono aver suggellato ''un matrimonio'' fra gruppi criminali.
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