Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Tra fiducia e sfiducia ...

Dopo che il governo ha salvato Milanese, gli tocca adesso salvare Saverio Romano, tra malumori e scontenti

24 settembre 2011

Incassata l'opposizione del Parlamento all'arresto di Marco Milanese, Lega e Pdl tirano un sospiro di sollievo, ma sono costretti a guardare già avanti verso le prossime grane in agenda. Grane che hanno due nomi e cognomi: Giulio Tremonti e Saverio Romano. Al centro della fibrillazione della maggioranza ci sono infatti i due ministri.
La scelta del responsabile dell'Economia di non essere presente in Aula al momento del cruciale voto sulla libertà del suo ex braccio destro ha ridato fiato all'ostilità che da tempo cova nei suoi confronti nel centrodestra. Malumori che hanno sempre meno remore nel venire allo scoperto. Difficile prevedere a cosa porteranno le crescenti tensioni sul ruolo di Tremonti all'interno dell'esecutivo, ma come detto non è questa l'unica questione sul tappeto. La prossima settimana la Camera sarà chiamata infatti a votare la mozione di sfiducia al ministro dell'Agricoltura Saverio Romano.

L'iniziativa, partita da Pd e Idv, è motivata dalla richiesta di rinvio a giudizio presentata nei suoi confronti dalla magistratura siciliana. Forte del sostegno ribadito anche ieri dal capogruppo leghista Marco Reguzzoni, Romano si è detto fiducioso. L'approvazione della sfiducia, ha previsto, "è un evento che in logica non dovrebbe realizzarsi". Anche la permanenza del ministro al suo posto rischia però di trasformarsi in un problema per la maggioranza. Nel caso la richiesta di processo per mafia venga accolta dal gip è difficile pensare a un mancato intervento del Quirinale. Già al momento della ratifica della nomina di Romano, Giorgio Napolitano aveva preteso infatti garanzie sulla sua capacità di dimostrarsi estraneo alle accuse che gli vengono rivolte dai magistrati (LEGGI). Da qui si era sparsa nei giorni scorsi la voce di pressioni sul responsabile dell'Agricoltura perché facesse di sua iniziativa un passo indietro. Circostanza smentia dal diretto interessato. "Mai nessuno nella maggioranza mi ha mai chiesto di dimettermi - ha detto Romano - anzi, fino ad oggi ho ricevuto solo incoraggiamenti ad andare avanti".
Nel giro di poche ore, però, Saverio Romano ha abbandonato l'incrollabile sicurezza sull'esito del voto a Montecitorio. Infatti, l'esito favorevole del voto sulla richiesta di arresto per Marco Milanese, dapprima accolto con un certo trionfalismo, alla resa dei conti, invece ha mostrato un pericoloso accorciamento delle distanze fra le maggioranze e le opposizioni, riducendo ad appena sette unità la differenza. Basta poco, hanno riflettuto in tanti, e Milanese sarebbe finito in manette.
Il contesto, dunque, è comunque mutato e le sicurezze di Romano sono venute leggermente meno, visto che ha avvertito il bisogno di elargire alla sua maggioranza un monito: se dovesse andare male, la maggioranza cambia.

Romano, nei panni dell'avvocato di se stesso, in conferenza stampa ha detto non di non aver tempo di pensare alla mozione: "Il calendario (del Ministero) è fitto e non mi consente di pensare ad altro". "A me sembra una vicenda paradossale quella di dover rispondere a una mozione non per fatti... relativi alla mia qualità politica, ma alla mia qualità personale", ha detto ancora. "Anche io faccio lotta alla mafia insieme al ministro dell'Interno Maroni. Lotta alla mafia e alla mozione di sfiducia", ha poi concluso il ministro, riferendosi appunto al sostegno annunciato dal Carroccio.

E giusto oggi, il ministro dell'Interno Roberto Maroni, rispondendo a una domanda sulla posizione della Lega nei casi Milanese e Romano, ha detto: "La Lega è un movimento che ha un leader e una linea politica, tutto il resto sono sciocchezze: lo abbiamo dimostrato e continueremo a dimostrarlo, perché questa è la differenza tra la Lega e gli altri partiti". "La Lega è sempre compatta, questa è la nostra forza - ha aggiunto il ministro a margine della consegna di due immobili sequestrati alla criminalità organizzata - leggo ancora oggi sui giornali stravaganti ricostruzioni, pettegolezzi, analisi dentro la Lega: sono tutte cose inventate".
Maroni ha ammesso che nel movimento "certo si discute e si esprimono anche opinioni diverse nel dibattito, ma poi si arriva alla sintesi e alle decisioni che tutti seguono". Una fotografia della situazione all'interno della Lega, che induce il ministro a smentire anche malumori della base. "Io la base la conosco bene - ha replicato ai giornalisti -: se voi andate a prendere un blog scritto da non si sa chi che dice male del ministro Maroni, bene, ma in questi ultimi vent'anni tanta gente ha scritto male o bene di me, dunque mi lascia del tutto indifferente. La cosa importante è che ci sia una guida, un progetto politico e una strategia che noi seguiamo, questa è la Lega".
Secondo Maroni non c'è motivo per sfiduciare il ministro Saverio Romano. "E' una mozione di sfiducia presentata dall'opposizione - ha detto infine a proposito del voto di mercoledì - ne sono state presentate in passato, sono sempre state respinte, non vedo francamente perché non si debba fare la stessa cosa".

[Informazioni tratte da Repubblica.it, Corriere.it, Reuters.it, Rainews24.it]

- "Non c'è mafia senza politica" (Guidasicilia.it, 20/09/11)

 

 

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

24 settembre 2011
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia