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Tra il Dico e il faccio...

... c'è di mezzo la perplessità di Prodi. Sulla manifestazione a favore del riconoscimento delle coppie di fatto

12 marzo 2007

Almeno 50 mila i partecipanti (secondo gli organizzatori) in piazza Farnese in nome di un diritto, quello delle coppie di fatto, riconosciuto in tutta Europa ma che in Italia ha già rischiato di far cadere il governo. Bandiere colorate di associazioni e partiti hanno riempito anche la vicina Campo de' Fiori, per la manifestazione di sabato ''Diritti Ora!''.
Più che una manifestazione una grande festa con esponenti della cultura e dello spettacolo. Una festa per tutti, una manifestazione contro nessuno. Ma non c'era alcun dubbio che si sarebbe consumato l'ennesimo ''strappo'' nella maggioranza. Sì perché sul palco di piazza Farnese si sono seduti a colloquiare con la tanta gente presente anche tre ministri, il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, il ministro per la Solidarietà Marco Ferrero (Prc) e il ministro per le Pari Opportunità Barbara Pollastrini, co-firmataria con Rosy Bindi del disegno di legge del governo già azzerato alla prima seduta della Commissione giustizia del Senato dal diessino Cesare Salvi. E tanti, tanti parlamentari dell'Unione in mezzo alla folla.
Una partecipazione che non è andata giù a quella parte cattolica della centrosinistra che con le parole del vicepremier Francesco Rutelli aveva chiaramente detto che i ''DiCo'' non erano da annoverare tra le priorità del Paese. Meno che mai è andata giù al ministro della Giustizia Clemente Mastella, lui sì fortemente contro questa legge messa a punto dal Governo, e che ha denunciato lo ''strappo'' nella maggioranza.

Infatti, se l'opposizione ha visto nella manifestazione di sabato una maggioranza recidiva che continua a manifestare contro se stessa, così come è stata strumentalmente interpretata anche da Mastella, per i ministri presenti sul palco, la loro partecipazione ha avuto il significato opposto: quella di sabato è stata una presenza del governo per il governo, i DiCo, infatti è un disegno di legge messo a punto da due ministri della maggioranza, proposto all'intero Parlamento, quindi nessuna incompatibilità l'andare in piazza, insieme ai cittadini, per rafforzare l'importanza delle azioni di governo. [''I Dico sono una proposta saggia per il Paese. Non c'è alcuna polemica, solo diversi punti di vista. Sarebbe strano se la ministra per le Pari opportunità non fosse qui ad ascoltare persone che sperano nella regolarità'' - Barbara Pollastrini. ''Essere qui, a sostegno di una proposta del governo per allargare i diritti ai conviventi, è grande civiltà. Discutere sul fatto che i ministri vanno a rispondere a domande su un provvedimento che loro stessi hanno votato è sorprendente'' -  Alfonso Pecoraro Scanio].
Niente da fare, Mastella si è molto ''arrabbiato'', e a promesso di partecipare al ''Family Day'', indetto - ma non ancora convocato - dai cattolici del centrodestra in nome della tutela della famiglia.

Poco felice della scelta fatta dai tre ministri anche il premier Romano Prodi, che si è detto ''perplesso''. i ministri Pecoraro Scanio, Pollastrini e FerreroPerplessità affermata proprio nel bel mezzo del ''grande trillo'', quando tutti i telefonini degli aderenti d'Italia hanno squillato per ''dare la sveglia alla classe politica'', momento clou dell'iniziativa perché ha unito la piazza romana con tutti gli aderenti in tutto il resto del Paese che non hanno potuto raggiungere la capitale.
''Non ho mai nascosto la mia perplessità riguardo alla partecipazione dei ministri a queste manifestazioni'', ha detto il presidente del Consiglio rispondendo ai cronisti che lo hanno interpellato a pochi isolati di distanza dal palco organizzato dall'Arcigay. Sono manifestazioni, secondo il premier, ''che possono poi ricoprire significati diversi da quello cui partono''.
A quella del premier si aggiunge la perplessità del Guardasigilli sulla tenuta del governo [''Ho sempre detto che sui Dico il governo non può cadere ma comincio ad avere le mie perplessità. Se c'è irriverenza non c'è rispetto reciproco''], ed il giudizio dato a Mastella è sembrato ''francamente tardivo''.

Al contrario di Mastella, il segretario Ds Piero Fassino ha assicurato che non ci sarà alcun passo indietro sulle coppie di fatto, che saranno ''avviate nuove politiche per la famiglia e per incrementare le nascite'' e che ''chi ha partecipato a quell'iniziativa lo ha fatto per convinzione, non per l'incarico che ricopre''. ''Il tema dei Dico - ha aggiunto il segretario della Quercia - non è più affidato al governo ma al parlamento. L'esecutivo ha fatto la sua parte presentando un disegno di legge che a noi sembra equilibrato e serio. Ora il ddl è all'attenzione del parlamento. Si tratta di discutere, ragionare e trovare le soluzioni adeguate: credo sia possibile e noi ci batteremo per questo''.
L'altro architetto della legge, il ministro per la Famiglia Rosy Bindi, che non ha partecipato alla manifestazione preferendo andare a messa, ha invitato alla cautela, avvertendo che la manifestazione di ''potrebbe anche far male'' alla legge ''perché se si esagera nell'esibire le ragioni contro gli altri, questo potrebbe rendere più difficile il percorso''. Comunque ha aggiunto: ''Sono convinta che i Dico non siano peccato, anzi, credo possano rappresentare semi di bene''.
Infine Francesco Rutelli ha chiarito che il provvedimento rientra comunque nel programma di governo ma, ribadendo il proprio concetto di priorità, ha sottolineato che la precedenza economica e sociale rimane quella di garantire il potere di acquisto delle famiglie o un lavoro non precario per i giovani.

Comunque la manifestazione è riuscita. Tanta musica, tanta partecipazione e tanti slogan, la maggior parte a favore dei diritti per tutti. Certo, i manifestanti hanno pur manifestato il loro dissenzo contro, e i bersagli sono stati il ministro Mastella, la senatrice della Margherita Paola Bientti che ha equiparato l'omosessualità ad una mera e vergognosa devianza  ["Binetti, Binetti, noi deviati mentalmente è una frase da teo-demente...''], il senatore Giulio Andreotti [''Andreotti contro i gay, dindirindina, baciava in bocca Totò Riina...''].

Le critiche dell'opposizione
''La manifestazione -
ha detto Sandro Bondi, coordinatore di FI - è solo espressione di una cultura individualistico-libertaria che nasconde il ghigno violento e prepotente del pensiero dominante di cui la sinistra è portabandiera''.
Maurizio Gasparri (An) propone che la Cdl scenda in piazza ''senza simboli di partito, con gli italiani che non accettano la distruzione dei valori della famiglia''.
Per il leader della Lega Umberto Bossi ''gli omosessuali hanno pur dei diritti che devono essere riconosciuti per legge ma se sono gli stessi diritti della famiglia tradizionale è il caos. Quei poveracci, tuttavia, hanno qualche diritto''.
Roberto Calderoli, vice presidente del Senato e coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord, ha sorprendentemente rilasciato un pensiero ''più politico'' rispetto a quello di Bossi: ''La tregua dei 12 punti stilati da Prodi è già finita e l'unità tanto sbandierata dal centrosinistra per superare la crisi è già venuta meno, non alla prova dei fatti, ma alla prova dei 'Dico'''.
Per Paolo Bonaiuti, portavoce del presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi, la maggioranza di governo è ''una barca che affonda''. ''Comprendiamo i tormenti di Mastella - ha osservato Bonaiuti - deriso nella tv di stato (in riferimento al programma di Santoro, ndr), fischiato da una piazza con tre ministri del suo governo''. ''Non comprendiamo invece Prodi: il berretto da capitano ce l'ha lui, la divisa con i bottoni d'oro è la sua, ma l'equipaggio non gli risponde e la nave del governo va allo sbando''.
''I cattolici si sveglino'', ha detto il leader Udc Pier Ferdinando Casini, secondo il quale Prodi conferma la sua ''incapacità di tenere la rotta''.
Infine, il no della Chiesa. ''C'è davvero da preoccuparsi - ha scritto ieri Avvenire, il quotidiano della Santa sede - quando ci si ritrova a constatare che una simile deriva carnevalesco-ideologica è assecondata e, persino enfatizzata dalla ridda di bandiere di fazione organizzata da forze politiche dell'area governativa: le stesse già scese in strada a Vicenza''. E sullo stesso giornale, il neo Presidente della Cei Angelo Bagnasco ha definito i Dico ''una pretesa ideologica''.

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12 marzo 2007
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