Tra Iran e Usa un incontro storico
Dopo 30 anni di gelo "il primo passo concreto" per sciogliere i nodi "è stato fatto", assicura il presidente iraniano Hassan Rohani
Dopo oltre 30 anni di gelo, le relazioni bilaterali tra Iran e Stati Uniti sembrano giunte a un nuovo punto di partenza. Lo registra, dando spazio all'ottimismo, il Presidente Hassan Rohani, invitato a parlare al Council on Foreign Relations, a margine di un'intensa giornata di attività diplomatica al Palazzo di Vetro.
Il presidente iraniano Rohani, intervenuto davanti alla platea del think 'Council on Foreign Relations' a New York, ha condannato i "crimini nazisti", pur senza citare "l'Olocausto" e, parlando in farsi, ha detto che "purtroppo questi crimini sono stati commessi contro molte persone, ebrei compresi". "Condanniamo questi crimini in generale - ha aggiunto -. Per noi non ci sono differenze se le persone innocenti (uccise, ndr) sono ebrei, cristiani o musulmani". "Se i nazisti hanno commesso un crimine, il prezzo non deve essere pagato dal popolo", ha proseguito Rohani entrando nella questione israelo-palestinese, ma senza citare né gli uni, né gli altri. Questi crimini, ha continuato, "non devono essere una giustificazione per mandare via un altro gruppo di persone" dalle loro case e dalla loro terra solo "a causa di quello che hanno fatto i nazisti".
Il presidente iraniano ha registrato poi, dando spazio all'ottimismo, un nuovo punto di partenza dopo oltre 30 anni di gelo nelle relazioni bilaterali tra Iran e Stati Uniti. E ne ha preso atto, con più cautela, il capo della diplomazia americana John Kerry, dopo il suo faccia a faccia con il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, il primo tenuto a così alto livello dal 1979.
Per il capo della diplomazia Usa si è trattato di un incontro "costruttivo", durante il quale la sua controparte ha manifestato "un tono e una visione molto diversi" dal passato. Sul nucleare, "abbiamo analizzato un po' più a fondo - ha proseguito Kerry - le modalità per compiere passi avanti", in linea con quanto auspicato dalla Casa Bianca. Tuttavia, ha puntualizzato, "un meeting e un cambio di tono, che è benvenuto, non rispondono ancora alle domande della comunità internazionale sul programma nucleare". A suo avviso, quindi, è senz'altro positivo il nuovo clima che si è instaurato ma, realisticamente, ''c'è ancora molto lavoro da fare''.
Una riunione "molto positiva e di sostanza" anche per il ministro Zarif. "Sono ottimista" ha proseguito, dopo aver chiarito che "ora dobbiamo fare seguire alle parole i fatti e trasformare l'opportunità costruita in possibilità reali di fare passi avanti'' in vista dei negoziati sul programma nucleare di Teheran.
Più articolato il pensiero di Rohani che, agli analisti del noto think tank newyorkese, in un intervento di quasi due ore, ha presentato obiettivi e piani di riforma in cantiere nel Paese, senza mancare di sottolineare la "nuova atmosfera che si è creata'' sia a Teheran che a Washington. Un'atmosfera che è il preludio di ulteriori aperture e di nuovi impegni che il suo Paese prenderà nei confronti della comunità internazionale.
"Oggi l'Iran vuole guardare al futuro e non al passato - ha detto Rohani - e l'atmosfera è diversa anche negli Stati Uniti che sono più pronti a compiere passi in avanti e a trovare punti d'accordo su interessi comuni". Quanto alle prove concrete del "nuovo corso" in Iran, Rohani prospetta di voler assicurare presto alla società iraniana un "sufficiente" accesso all'informazione e di voler avvicinare il Paese al mondo e al dibattito internazionale.
Ma è il nucleare, la vera "questione cruciale" da risolvere al più presto. "Chiedete che passi concreti farà l'Iran per costruire la fiducia sul suo programma nucleare? La riunione di oggi (al Palazzo di Vetro) è il primo passo", ha fatto notare prontamente Rohani. Dopo la riunione "positiva" con i paesi 5+1 e il faccia a faccia "costruttivo" con il titolare di Foggy Bottom, "il primo passo concreto" per sciogliere i nodi "è stato fatto", assicura Rohani. [Adnkronos/Aki]