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Tra le procure di Palermo e Caltanissetta tutto apposto ma...

... sul 'caso Ciancimino' adesso il Csm ha deciso di aprire un'indagine

29 aprile 2011

Ieri nella sede della Direzione nazionale antimafia a Roma, si è svolto un incontro fra i magistrati delle Procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze, coordinato dal capo della Dna, Piero Grasso. L'obiettivo era quello di superare i contrasti sorti tra gli uffici di Palermo e Caltanissetta sulla competenza dell'inchiesta su Massimo Ciancimino, indagato per calunnia aggravata nei confronti dell'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, da entrambe le Procure.
Il Procuratore nazionale antimafia, al termine della riunione, ha detto: "Non ci sono motivi per sollevare contrasto di competenza, tra la procura di Caltanissetta e quella di Palermo, riguardo i procedimenti per calunnia nei confronti di Massimo Ciancimino, né per quanto riguarda la trattativa Stato-mafia. Si sono chiarite le diverse posizioni e ognuno ha avuto modo di esporre le proprie ragioni ma adesso è stata messa una pietra sul passato e si pensa solo a costruire il futuro delle indagini nel quale tutti si sono impegnati ad uno scambio reciproco e spontaneo di tutti gli atti compiuti e da compiere". "I prossimi atti che riguardano le indagini su Massimo Ciancimino verranno compiuti congiuntamente dalle procure di Caltanissetta e Palermo. Solo il prossimo interrogatorio, che riguarda il fermo di Ciancimino, verrà compiuto solo dai magistrati palermitani".


Piero Grasso

Grasso ha spiegato che Ciancimino, attualmente, "ha solo la veste di imputato in quattro procedimenti: per calunnia dichiarativa, per calunnia documentale, per associazione mafiosa e per detenzione di esplosivi". Il procuratore ha aggiunto che "a Palermo risultano le indagini sulla detenzione di esplosivi" e che, per quanto riguarda i procedimenti per calunnia "il punto, tra le procure di Palermo e Caltanissetta, si farà a conclusione delle rispettive indagini al termine delle quali si potrebbe anche decidere per due separati rinvii a giudizio per Ciancimino, per i fatti rispettivamente accertati dalle due procure".
Nel frattempo, nella riunione con Grasso, le due procure siciliane hanno messo a punto l'impegno "a scambiarsi le deleghe di indagine e gli incarichi di consulenza".


Francesco Messineo

"Certamente continueranno a proseguire le indagini sulla trattativa Stato-mafia, su Ciancimino, sulle stragi e sulla collaborazione di Tranchina" ha spiegato ancora Piero Grasso. Al vertice erano presenti il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari, l'aggiunto Nico Gozzo e il pm Nicolò Marino e Stefano Luciani; per Palermo erano presenti il procuratore capo Francesco Messineo, l'aggiunto Antonio Ingroia e il sostituto Nino Di Matteo; per Firenze c'era il sostituto Giuseppe Nicolosi che è applicato alle inchieste sulle stragi mentre il capo della Procura Giuseppe Quattrocchi era assente per motivi di salute.
Il procuratore Messineo ha detto che sono stati ribaditi i principi di collaborazione: "Escludo che si possa parlare di contrasti. Possono esserci state visioni diverse su qualche aspetto particolare, ma oggi tutto si è chiarito". Soddisfatti anche i magistrati di Caltanissetta: "Abbiamo superato tutti i malintesi degli ultimi tempi" ha ribadito Sergio Lari.
"Proseguiremo in modo ancora migliore e con un maggior coordinamento, ma le inchieste per calunnia su Massimo Ciancimino rimangono ciascuna alle rispettive Procure" ha aggiunto Antonio Ingroia. Per quanto riguarda le dichiarazioni già rese da Ciancimino, Ingroia ha spiegato che esse, nonostante i procedimenti per calunnia, "laddove sono riscontrate rimangono ancora valide, e questo vale anche per la parte documentale".


Sergio Lari

Intanto sul 'caso Ciancimino' si è aperta un'indagine del Consiglio superiore della magistratura e del procuratore generale della Cassazione, titolare dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati. Lo ha reso noto lo stesso Csm con un comunicato. "Il Comitato di presidenza del Csm in data odierna - recita la nota - ha deliberato di investire la Prima commissione ed il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione per le valutazioni di rispettiva competenza in ordine alla vicenda del fermo del signor Massimo Ciancimino". La Prima Commissione è quella che si occupa dei trasferimenti d'ufficio per incompatibilità dei magistrati.

A sollecitare l'intervento del Csm era stato una settimana fa Giuliano Ferrara, nella puntata di "Qui Radio Londra" andata in onda il giorno dell'arresto di Massimo Ciancimino, e che si era conclusa con un appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che del Csm è il presidente, e a Michele Vietti, numero due di Palazzo dei marescialli. Ferrara definì Ciancimino "calunniatore professionale in mano a un circuito mediatico giudiziario" e disse che Antonio Ingroia, il pm di Palermo che lo ha fatto arrestare, "si è servito delle sue accuse mai davvero controllate". L'iniziativa del Comitato di presidenza del Csm, che è guidato da Vietti e di cui fanno parte anche il primo presidente della Cassazione Ernesto Lupo e il pg della Suprema Corte Vitaliano Esposito, non avrebbe invece alcun legame - riferiscono a Palazzo dei marescialli - con l'esito del vertice tra le procure di Palermo e Caltanissetta e Firenze che si è tenuto ieri alla Dna.


Antonio Ingroia

"Non siamo turbati, ma tranquilli". Questo il primo commento del procuratore aggiunto Ingroia, alla notizia dell'indagine disposta dal Csm. "Non so quali siano le motivazioni di quest'iniziativa e per questo non commento", ha detto a Radio 24, aggiungendo che "allo stato non c'è motivo di preoccupazione da parte nostra su un'ipotesi di trasferimento d'ufficio". Ingroia ha aggiunto che "per altro anche quei momenti di divergenze di vedute con la Procura di Caltanissetta sono stati superati, per cui l'azione del Csm e della Cassazione non ci preoccupa".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it, Corriere del Mezzogiorno]

 

 

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29 aprile 2011
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