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Tra polli e gatti. In Austria altri tre gatti colpiti dall'aviaria, due dei quali guariti improvvisamente

07 marzo 2006

In Europa il primo caso di trasmissione del virus H5N1 a un mammifero, più precisamente ad un gatto, era stato segnalato nei giorni scorsi in Germania, sull'isola di Ruegen, dove l'aviaria ha causato la morte di numerosi volatili. Ieri dall'Austria è arrivata la notizia che tre gatti, tutti ancora vivi, sono risultati positivi al ceppo mortale della malattia H5N1.
La dichiarazione è stata rilasciata da Hans Seitinger, ministro regionale dell'Agricoltura della Stiria (lo stato federato al confine con la Slovenia) all'emittente austriaca Orf. Lo stesso Seitinger ha spiegato che i tre gatti contaminati dal virus dell'influenza aviaria vengono dal rifugio per animali ''Arca di Noè'' di Graz, capoluogo della Stiria, lo stesso istituto dove a febbraio scorso un cigno aveva verosimilmente infettato 13 altri volatili, tra cui due polli.

Sui tre gatti austriaci, però, si è scatenato un giallo, due dei tre felini risultati portatori dell'H5N1 sono infatti guariti. Lo ha detto ieri sera il portavoce dell'Agenzia federale per la sicurezza alimentare austriaca, Oscar Wawschinek, spiegando che in base ai nuovi test, un solo gatto sembra ancora contaminato.
Il virus era stato individuato nei tre felini il 22 febbraio, ma successive analisi hanno evidenziato che due dei tre animali non sono più portatori del virus.
Secondo il portavoce, i gatti sono sicuramente stati contagiati dal virus dopo essere stati in contatto con degli uccelli, ma il loro organismo sembra essersene sbarazzato.

Intanto da ieri è cominciata a Ginevra una riunione internazionale di esperti per la messa a punto di un piano d'azione rapida contro un'eventuale pandemia di influenza, La riunione di tre giorni, che è stata promossa dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), partecipano una trentina di esperti internazionali.
Per l'Oms, a causa del virus dei polli H5N1, il ''mondo non é mai stato così vicino ad una pandemia di influenza dal 1968'', data dell'ultima vasta epidemia influenzale. ''Il virus H5N1 ha raggiunto progressivamente gli uccelli selvatici e domestici in 17 Paesi d'Africa, Europa e Medioriente, ha così ricordato Maria Chang, che coordina la lotta all'influenza aviaria per l'Oms. La riunione dovrà consentire di elaborare una guida operativa per l'Oms e per le autorità di salute pubblica sulle azioni da intraprendere per ''tentare di debellare un'eventuale pandemia'' nella fase iniziale, ha spiegato l'Oms. Se non dovesse essere possibile bloccare la pandemia, gli interventi di sanità pubblica potrebbero in ogni caso ritardarne la diffusione fornendo tempo supplementare ai Paesi per prepararsi a rispondere alla produzioni di vaccini, sottolinea l'Oms.
Il documento alla base del lavoro degli esperti - reso noto in gennaio - è un progetto di protocollo elaborato dall'Oms. Dopo la riunione il progetto sarà trasmesso ai 192 paesi membri dell'Oms. Tra i partecipanti alla riunione esperti del Centro americano di controllo delle malattie infettive (Center for Diseases Control) d'Atlanta (Usa) e del Centro europeo di prevenzione e di controllo delle malattie (ECDC) di Stoccolma. La riunione si svolge a porte chiuse.

In Europa, la presenza dell'H5N1 è stata finora accertata in Austria, Bosnia, Bulgaria, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Norvegia, Romania, Paesi Bassi, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Ungheria, oltre che in Italia.
E proprio in Italia la Coldiretti ha lanciato l'ennesimo allarme: la psicosi per l'aviaria e il crollo di vendite di carni bianche che ne è seguito stanno causando danni agli operatori del settore per circa 5 milioni di euro al giorno.
Secondo la Coldiretti, si rende necessario ''approvare al più presto il piano salva pollo Made in Italy per garantire sicurezza, sconfiggere la paura e salvare imprese e posti di lavoro''. Attualmente operano nel comparto 6 mila allevamenti, 173 macelli e 517 imprese di prima e seconda lavorazione che danno complessivamente lavoro a 180 mila addetti per una produzione complessiva di 1,13 milioni di tonnellate di carne, ampiamente superiore ai consumi interni, e un fatturato complessivo di 3,5 miliardi di euro, circa il 6,5% del valore dell'intera agricoltura italiana.

- News Coldiretti

[Foto tratta dal sito: www.worth1000.com]

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07 marzo 2006
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