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Tra proiettili vaganti e botti illegali. Il solito tragico, assurdo ''bollettino di guerra'' dopo la notte di San Silvestro

02 gennaio 2008

Un uomo ucciso nella sua casa da un proiettile vagante, un bambino di dieci anni ferito in modo gravissimo alla testa da un colpo d'arma da fuoco. Sono questi i due episodi più gravi verificatisi durante la notte di Capodanno, entrambi in Campania, e ai quali si devono aggiungere i quasi 500 feriti più o meno gravi in tutta Italia.
Insomma, è il consueto ed assurdo “bollettino di guerra” annuale. Nel 2006 si contarono una  vittima e seicento feriti. Per arrivare a un bollettino altrettanto tragico, bisogna risalire fino ai Capodanni del 2000 e del 2001 quando si registrarono, rispettivamente, 3 morti e 952 feriti e 4 morti e oltre mille feriti. Negli anni successivi, fino al San Silvestro del 2006, non ci furono più vittime: 544 feriti nel 2002, 568 nel 2003, 584 nel 2004 e 550 nel 2005.

Il tragico bilancio nelle principali città italiane - A Roma sono stati 36 in tutto i feriti: in almeno tre casi, ci sono state amputazioni dovute allo scoppio di petardi. Gli interventi in città sono stati leggermente inferiori all'anno scorso. In provincia di Bari è di una trentina di feriti il bilancio di fine anno; il più grave è un ragazzo di 23 anni di Santeramo in Colle che è stato ferito ad entrambe le mani per l'esplosione di un petardo. A Perugia 14 feriti, tra cui quattro minorenni; il più grave è un folignate di 27 anni ricoverato in ospedale e che rischia di perdere un occhio. Due feriti gravi in Friuli: entrambi rischiano di perdere la vista. In Basilicata un uomo di 45 anni, di Policoro, è ricoverato in prognosi riservata a Matera per un trauma all'occhio sinistro causato dallo scoppio dei 'botti'. Due persone sono rimaste ferite anche nel milanese: un giovane di 26 anni di Cinisello ha subito l'amputazione parziale di tre dita della mano destra, l'artifizio gli è scoppiato in mano. In provincia di Taranto il bilancio è di sei persone ferite; l'episodio più grave ha riguardato una donna che ha perso la vista ad un occhio per l'esplosione ravvicinata di un petardo.
A Napoli e provincia ci sono stati invece 85 feriti, otto a Salerno e provincia; Il più grave è un uomo di 29 anni di Pompei (Napoli) che rischia di perdere un occhio per l'esplosione di un petardo.

In Sicilia - E' di tre feriti gravi e undici lievi il bilancio dei festeggiamenti di fine anno con i botti a Palermo. Una donna di 41 anni di Palermo è stata colpita da un proiettile mentre era affacciata in balcone a guardare i fuochi di artificio, dopo la mezzanotte. La vittima, che vive nella zona della Fiera del Mediterraneo, è stata portata in ospedale ed è in gravi condizioni. A un uomo di 37 anni, a cui è scoppiato un petardo in mano, è stato amputato il braccio, un altro di 38 anni ha perso un dito; undici persone, tutte maggiorenni, sono state portate negli ospedali cittadini per ferite e ustioni.
Nel Palermitano, inoltre, due commercianti di Terrasini - il titolare di un edicola e quello di un negozio di casalinghi - sono stati sorpresi dai carabinieri mentre vendevano fuochi d'artificio senza autorizzazione. I militari dell'Arma hanno sequestrato circa 70 chili di materiale esplosivo.
A Catania, un giovane di 34 anni è rimasto ferito gravemente all'occhio sinistro a causa dei botti di Capodanno; il giovane, che ha detto di essere stato raggiunto all'occhio da un petardo sparato da ignoti, dopo essere stato medicato nel Pronto Soccorso dell'Ospedale Santa Marta, ha voluto lasciare il nosocomio nonostante i medici si fossero riservati la prognosi. A Siracusa un ragazzo di 22 anni è rimasto ferito mentre stava facendo esplodere un petardo; il giovane ha riportato una ustione di primo grado alla mano sinistra e la frattura dello scafoide. Un uomo di 53 anni di Mazara del Vallo (Tp), infine, è stato ricoverato nel reparto di Oculistica del Civico di Palermo per le gravi ferite all'occhio destro causate sempre dall'esplosione di un petardo. Secondo le prime ricostruzioni, l'uomo, che rischia di perder l'occhio, ha raccolto da terra il mortaretto inesploso che gli è scoppiato in mano.

Tra le tante conseguenze dei festeggiamenti ce n'è una che poteva provocare conseguenze molto gravi: un uomo di 41 anni di Enna, ubriaco, ha percorso contromano con la sua auto 80 chilometri dell'autostrada Palermo-Catania prima di essere fermato dalla polizia stradale. Gli agenti lo hanno bloccato all'altezza dello svincolo per Catenanuova e, dopo la prova dell'etilometro, l'hanno denunciato per guida in stato di ebbrezza, gli hanno ritirato la patente e sequestrato il veicolo, una Volkswagen Golf. Fortunatamente sembra non abbia causato incidenti.

''Il mio inferno di Capodanno''. Un medico napoletano racconta
E' da oltre vent'anni che il dottor Mariano Marmo accoglie i feriti dei botti proibiti al pronto soccorso del Cardarelli, nella notte di San Silvestro: "Per me - racconta - è una notte di inferno, perché può succedere di tutto e in questi anni ne ho viste di tutti i colori". Bambini senza dita, con il volto sfigurato, giovani ridotti in fin di vita da violente esplosioni di petardi: all'ospedale napoletano, il più importante del Sud e dotato dell'unico centro grandi ustionati della Campania, affluisce la maggior parte dei feriti nell'ultima notte dell'anno. "Ogni volta - dice Marmo - sembra di essere in guerra, la tensione nervosa per noi medici è fortissima".

Il dottor Marmo nelle ultime settimane ha raccontato la sua esperienza in 28 scuole di Napoli e provincia per fare prevenzione contro i botti illegali e ha mostrato agli studenti partenopei le foto-choc dei feriti di Capodanno 2007 e degli anni precedenti. Alla campagna di sensibilizzazione hanno partecipato anche i medici dell'ospedale Pellegrini e del Santobono, poliziotti e carabinieri e funzionari dell'assessorato all'Educazione del Comune di Napoli. "Anche grazie a queste iniziative, che si ripetono dal 1995 - aggiunge l'esperto - il numero dei feriti nella notte di Capodanno è diminuito. Nel Napoletano, dal 1997 ad oggi, si è avuta una riduzione del 48 per cento dei casi. Negli ultimi due anni, in particolare, il calo è stato molto significativo: nel capoluogo sono stati appena 27 i feriti nel 2006, e 21 nel Capodanno 2007, tanto che Napoli non è più al primo posto per feriti da petardi. A guidare la classifica, l'anno scorso, Milano, seguita da Roma, e poi da Napoli e Bari".

Meno feriti, ma i casi da affrontare nella notte di San Silvestro restano comunque gravi. E sotto gli occhi dei medici si susseguono scene impressionanti.
"Si è registrato negli ultimi anni - spiega Marmo - un aumento delle patologie a carico degli occhi e lo spostamento d'aria provocato dall'esplosione dei petardi spesso determina lesioni agli organi cavi, ossia al polmone, allo stomaco, alla milza e alla vescica. E la casistica purtroppo non finisce qui". Molto spesso "arrivano al pronto soccorso persone che non sparano i botti, ma che vengono colpite dalle schegge mentre sono affacciate alle finestre. Ancora più alto, poi, è il numero degli intossicati nella notte di San Silvestro: le crisi respiratorie provocate dalla combustione di zolfo, polvere pirica, plastica e cartone per soggetti a rischio possono rivelarsi fatali".
Da questa dolorosa esperienza viene l'appello che accomuna Marmo agli altri medici del pronto soccorso napoletano: "Perché permettere all'incoscienza di rovinare delle vite? La notte di San Silvestro sia un momento di festa, non di tragedia". [ANSA]

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02 gennaio 2008
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