Tra rotture e frantumi...
Elezioni regionali siciliane: scontri e scontenti nel centrodestra e nel centrosinistra
Il leader di Grande Sud, Gianfranco Miccichè, è pronto a candidarsi alla presidenza della Regione siciliana dopo che "l'alleanza sicilianista" - di cui oltre alla formazione dell'ex ministro fanno parte il Partito dei siciliani di Raffaele Lombardo, Fli e il Movimento popolare siciliano - ha rotto con Nello Musumeci, esponente della Destra di Storace, accusato dagli ormai ex alleati di aver privilegiato un progetto politico con il Pdl.
Già ieri sera erano arrivate a Miccichè sollecitazioni a rompere gli indugi e candidarsi. "Sono onorato degli attestati di stima - ha detto l'ex ministro - che mi sono stati rivolti da Giovanni Pistorio (Partito dei siciliani), Carmelo Briguglio (Fli) e Riccardo Savona (Movimento popolare siciliano)". "Ho chiesto loro un incontro urgente - ha aggiunto - per confermare le condizioni di un'alleanza sicilianista e nel caso sciogliere immediatamente la riserva sulla mia candidatura a presidente della Regione".
Intanto il leader di Alleanza siciliana, Nello Musumerci, conferma la propria candidatura alla presidenza della Regione siciliana. "Non ho alcun ripensamento", dice Musumeci in conferenza stampa a Palermo, manifestando tuttavia "amarezza" per la decisione presa ieri sera da Grande Sud e dagli autonomisti di sostenere la candidatura di Gianfranco Miccichè. "Negli ultimi otto giorni mi sono prodigato in mediazioni tra le varie forze - ha detto - ma mi sono accorto di muovermi in un terreno minato, reso insidioso da veleni e lividi prodotti dalle vicende politiche degli ultimi anni. Ho riscontrato un tasso di odio inimmaginabile e tuttavia mi sono sforzato di difendere il progetto sicilianista della mia candidatura". "Ieri sera ho sentito Alfano al telefono - ha proseguito Musumeci - mi ha confermato l'appogio del Pdl. E ringrazio per il sostegno anche il Pid e l'Alleanza di centro". Musumeci invece non ha avuto contatti con Berlusconi. "Non ne ho avuto ancora il piacere", ha aggiunto.
Dall'altra parte, il clima non è certo più rilassato. La candidatura di Crocetta ha spaccato lo schieramento di centrosinistra e questo non riesce a riconcilarsi.
"Io lavoro per vincere le elezioni e per mettere insieme tutti gli uomini di buona volontà, progressisti e moderati. Fava invece vuole dividere e soprattutto vuole perdere" ha detto nei giorni scorsi il candidato alla poltrona di presidente delle Regione, Rosario Crocetta. "Ho proposto le primarie due mesi fa e lui ha risposto picche, sostenendo che non si sarebbe mai schierato con Crocetta. Proporle adesso - ha aggiunto -, a ridosso della presentazione delle liste, è un modo palese per sabotare e mettere in discussione quel patto civico, antimafia e per il risanamento della nostra Regione, che stiamo realizzando con altri partiti e forze della società civile. La coalizione che ha in mente Fava ha già sonoramente perso in tre diverse elezioni, pur schierando nomi forti. Insistere su questa strada, significa non capire il valore dell'inclusione e del dialogo con i moderati, necessario soprattutto in un momento drammatico come quello che vive la nostra terra", ha detto ancora l’ex sindaco di Gela. "Fava non accetta che il programma su cui abbiamo unito il Pd, l'Udc, l'Api, i circoli socialisti, e sul quale spero convergeranno anche altre forze politiche, è più rivoluzionario del suo. Ma io in questi mesi non lo insulterò. Anzi - ha concluso Crocetta -, da lui mi aspetto delle scuse, perché accusarmi di essere l'erede del cuffarismo e del lombardismo è un segno di mancanza di rispetto verso chi, come me, è condannato a morte dalla mafia".
"Niente indagati per mafia nelle nostre liste, per il 'Rinascimento di una Sicilia Libera' propongo un patto civico che non sia macelleria sociale ma che tagli i privilegi della casta", ha aggiunto Crocetta che ha inoltre salutato positivamente la possibilità di un'alleanza con il Fli di Granata. "L'apertura o la chiusura con le altre forze va fatta sulla base delle scelte politiche e dei programmi non guardando alle tessere dei partiti. Se si vuole vincere - ha aggiunto Crocetta - si deve accettare la sfida del dialogo con tutti e si pongono i paletti che sono programmatici ed etici".
"Prendiamo atto che Crocetta non intende rinunziare all'appoggio dell'Udc e non è disposto a misurarsi sulle primarie all'interno del centrosinistra", ha affermato Claudio Fava, candidato alla presidenza della Regione siciliana nelle elezioni del 28 ottobre: "Ci sembra molto impegnato a parlare di rivoluzione, a cercare alleati sempre più a destra e a tacere sui problemi veri della Sicilia - ha aggiunto - Noi intanto ci occupiamo di rifiuti, sanità, pubblica amministrazione per riscrivere - una volta al governo - le pessime riforme prodotte dal suo mentore Lombardo ha prodotto sulla sanità, sui rifiuti e sulla pubblica amministrazione". "La destra si può battere parlando un linguaggio chiaro e semplice ai siciliani, offrendo loro una strada nuova, alternativa. - ha proseguito il candidato governatore di Sel - Ci vuole aria fresca. Le trattative di vertice, come quelle in corso nel centrodestra e quelle a cui non si sottrae Crocetta, sono il segno del vecchio ma indomito potere che ha mortificato e impoverito la Sicilia. Questa terra va liberata dai finti rivoluzionari, dai furbi e dai bugiardi, qualunque sia il partito che li propone".
Fava ha infine commentato la rottura sulla candidatura alla Presidenza della Regione di Nello Musumeci da parte di Grande Sud, autonomisti di Lombardo, Fli e Mps, che hanno annunciato di volere sostenere l'ex sottosegretario Gianfranco Miccichè: "La prevedibile frantumazione di un centrodestra, tenuto insieme solo da un reciproco patto di odio, rende oggi non solo possibile ma probabile la costruzione di una alternativa in Sicilia". "Tra due mesi - ha concluso - avremo vinto le elezioni e avremo definitivamente archiviato la lunga e umiliante stagione del cuffarismo, del lombardismo e dei loro alleati".
[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it]