Tra sbarchi e tragedie senza fine. Ancora cadaveri di immigrati risputati dal mare del canale di Sicilia
Sono arrivati in più di cento, su barconi di legno o vecchie carrette del mare, tra di loro anche una donna incinta. Un'altra trentina di persone è stata soccorsa in mare aperto questa mattina.
Nella notte una nuova ondata di sbarchi clandestini ha investito Lampedusa mettendo in crisi le strutture ricettive dell'isola, dove tra domenica e ieri erano già giunte oltre 400 immigrati, accolti nel locale Cpt.
Il primo di questa nuova serie di arrivi è avvenuto nella serata di ieri, quando una barca con 33 clandestini è stata fermata al largo da una motovedetta della guardia costiera. Nella notte, poi, un'imbarcazione con a bordo 22 persone, tra le quali una donna incinta, è stata intercettata dalla Guardia costiera. All'alba, invece, un gruppo di extracomunitari è riuscito a sbarcare in località ''Cavallo bianco'': finora le forze dell'ordine hanno bloccato una sessantina di persone ma è probabile che alcuni siano riusciti a fuggire. Un altro gommone, che trasportava una trentina di immigrati, è stato infine soccorso poco fa a 4 miglia a sud-est dell'isola.
Intanto le motovedette della capitaneria hanno ripreso le ricerche nel tratto di mare davanti a Gela (CL), dove ieri pomeriggio sono stati recuperati i cadaveri di tre extracomunitari. I corpi sono di due uomini e di una donna, di origine nordafricana, morti durante una traversata del Canale di Sicilia e sospinti dalla corrente fino a Gela. Secondo il medico legale - che ha eseguito l'esame autoptico - sarebbero annegati poco prima dell'alba di ieri.
A dare l'allarme a Gela sono stati alcuni diportisti, che hanno avvistato un primo corpo, di un uomo, in prossimità della foce del fiume Dirillo. A quel punto, carabinieri e Guardia costiera hanno compiuto una ricognizione nell'area, fino a rinvenire le altre due salme. Ma nella zona non sono state trovate imbarcazioni, né tracce di uno sbarco.
I cadaveri dei due uomini erano sulla spiaggia di località Macconi, vicino ad Acate. Il corpo della donna è stato invece recuperato in acqua a 200 metri dalla battigia, al confine tra le province di Ragusa e di Caltanissetta. Resta da capire se si tratti di un naufragio o se i tre siano annegati dopo essere stati gettati in acqua davanti alle coste gelesi.
Sembra invece improbabile l'ipotesi che le vittime si trovassero a bordo del barcone che l'altro ieri sera ha lanciato un Sos attraverso un telefono satellitare. Un immigrato ha fatto sapere di trovarsi in una zona imprecisata tra Malta, Lampedusa e le coste siciliane e che a bordo dell'imbarcazione su cui si viaggiava c'erano diversi cadaveri.
Di ''naufragio anomalo'' parla il comandante della Capitaneria di Gela. ''Se si fosse trattato di un naufragio - ha detto - probabilmente avremmo trovato il barcone che, invece, abbiamo cercato invano per tutto il pomeriggio''. ''E' più probabile - ha spiegato - che i tre, giunti davanti alle coste, siano stati costretti, insieme al resto degli extracomunitari con cui avevano viaggiato, a scendere in acqua e che non siano riusciti a raggiungere la terra''.
Sulla vicenda indagano due procure: quella di Ragusa e quella di Gela, entrambe competenti visto che i corpi sono stati trovati nel territorio delle due diverse province. L'inchiesta è stata delegata ai carabinieri del comando provinciale.