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Tra sbarchi e tragedie senza fine. Ancora cadaveri di immigrati risputati dal mare del canale di Sicilia

25 luglio 2006

Sono arrivati in più di cento, su barconi di legno o vecchie carrette del mare, tra di loro anche una donna incinta. Un'altra trentina di persone è stata soccorsa in mare aperto questa mattina.
Nella notte una nuova ondata di sbarchi clandestini ha investito Lampedusa mettendo in crisi le strutture ricettive dell'isola, dove tra domenica e ieri erano già giunte oltre 400 immigrati, accolti nel locale Cpt.
Il primo di questa nuova serie di arrivi è avvenuto nella serata di ieri, quando una barca con 33 clandestini è stata fermata al largo da una motovedetta della guardia costiera. Nella notte, poi, un'imbarcazione con a bordo 22 persone, tra le quali una donna incinta, è stata intercettata dalla Guardia costiera. All'alba, invece, un gruppo di extracomunitari è riuscito a sbarcare in località ''Cavallo bianco'': finora le forze dell'ordine hanno bloccato una sessantina di persone ma è probabile che alcuni siano riusciti a fuggire. Un altro gommone, che trasportava una trentina di immigrati, è stato infine soccorso poco fa a 4 miglia a sud-est dell'isola.

Intanto le motovedette della capitaneria hanno ripreso le ricerche nel tratto di mare davanti a Gela (CL), dove ieri pomeriggio sono stati recuperati i cadaveri di tre extracomunitari. I corpi sono di due uomini e di una donna, di origine nordafricana, morti durante una traversata del Canale di Sicilia e sospinti dalla corrente fino a Gela. Secondo il medico legale - che ha eseguito l'esame autoptico - sarebbero annegati poco prima dell'alba di ieri.
A dare l'allarme a Gela sono stati alcuni diportisti, che hanno avvistato un primo corpo, di un uomo, in prossimità della foce del fiume Dirillo. A quel punto, carabinieri e Guardia costiera hanno compiuto una ricognizione nell'area, fino a rinvenire le altre due salme. Ma nella zona non sono state trovate imbarcazioni, né tracce di uno sbarco.
I cadaveri dei due uomini erano sulla spiaggia di località Macconi, vicino ad Acate. Il corpo della donna è stato invece recuperato in acqua a 200 metri dalla battigia, al confine tra le province di Ragusa e di Caltanissetta. Resta da capire se si tratti di un naufragio o se i tre siano annegati dopo essere stati gettati in acqua davanti alle coste gelesi.

Sembra invece improbabile l'ipotesi che le vittime si trovassero a bordo del barcone che l'altro ieri sera ha lanciato La tragedia di Pozzallo (RG) avvenuta nel novembre del 2005un Sos attraverso un telefono satellitare. Un immigrato ha fatto sapere di trovarsi in una zona imprecisata tra Malta, Lampedusa e le coste siciliane e che a bordo dell'imbarcazione su cui si viaggiava c'erano diversi cadaveri.
Di ''naufragio anomalo'' parla il comandante della Capitaneria di Gela. ''Se si fosse trattato di un naufragio - ha detto - probabilmente avremmo trovato il barcone che, invece, abbiamo cercato invano per tutto il pomeriggio''. ''E' più probabile - ha spiegato - che i tre, giunti davanti alle coste, siano stati costretti, insieme al resto degli extracomunitari con cui avevano viaggiato, a scendere in acqua e che non siano riusciti a raggiungere la terra''.
Sulla vicenda indagano due procure: quella di Ragusa e quella di Gela, entrambe competenti visto che i corpi sono stati trovati nel territorio delle due diverse province. L'inchiesta è stata delegata ai carabinieri del comando provinciale.

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25 luglio 2006
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