Tra sprechi e sperperi
Mentre in Sicilia si raggiunge il record di auto blu, l'Assessorato all'Economia adotta un provvedimento per dare un decisa stretta alle spese
Il parco di auto blu della Sicilia è sterminato. Per fare il conto totale ci vorrebbero ore. Le macchine (che si mescolano a quelle di servizio) sono ovunque dai Comuni, alle Asl perfino gli istituti zooprofilattici sperimentali ne hanno 18.
I dati sono visionabili sul sito del governo italiano alla voce "auto blu: censimento 2011 e nuove azioni di risparmio". I numeri sono "stratosferici".
Tra i comuni Catania e Palermo guidano la classifica con 109 auto a testa. Palermo ne ha 3 di cilindrata uguale o superiore a 1900, Catania una. Messina ha 79 auto di cui 9 uguali o superiori a 1900 cc, Siracusa ne ha 35 (5 di cilindrata superiore a 1900), Trapani 63 (17 di 1900 di cilindrata), il comune di Agrigento ne ha 37, Caltanissetta 19, Ragusa ha 49 auto e chiude Enna con 5 auto tra cui una Bmw e due con cilindrata superiore a 1900.
Un auto blu quindi non si nega a nessuno nei comuni siciliani dove i costi del parco macchine fanno lievitare il rosso dei bilanci. In Danimarca, va ricordato, i nuovi ministri del governo sono andati a giurare in bicicletta.
La Regione siciliana ha a disposizione 117 auto di cui 25 con cilindrata superiore a 1900, l'Assemblea regionale ne ha 17 di cui 15 di grossa cilindrata, l'Asp di Palermo ne ha 102, l'Asp di Catania ne ha 133, l'Asp di Messina ha 92 automobili, l'azienda "Garibaldi" di Catania 95, l'Asp di Agrigento 36, l'Università di Palermo 35 (di cui 17 con cilindrata superiore a 1900) quella di Messina 23 e quella catanese 36. Le auto sono per oltre il 50% Fiat ma ci sono anche Mercedes, Mistsubishi, Chrysler, Rover, Bmw, Ford, Suzuki, anche qualche Smart.
C'è da rilevare che sul sito tra i principali casi di decremento (dal 2010 al 2011) delle auto blu sono citate la Regione siciliana (meno 20 auto) e l'università di Palermo (meno 17 auto).
La provincia regionale di Siracusa ha 8 auto, quella di Messina ben 52 di cui 10 con più di 1900 di cilindrata, Ragusa 36 (tre sono Bmw), Trapani ne ha 20, Palermo ne ha 29, di cui 19 di grossa cilindrata, Enna ne ha sette, Catania 40, tra cui tre Mercedes, Caltanissetta 21, Agrigento ne ha 40.
I dati segnalano che il comune di Marsala ha ben 82 auto tra Lancia, Peugeot, Fiat, Alfa Romeo, tra cui 12 con più di 1900 cc di cilindrata, Palma di Montechiaro 32, Ribera ne ha 15, Sant'Agata di Militello ne ha 15 e Corleone 10. Ma tutti i comuni, anche i più piccoli, hanno un parco auto: si contano sulle dita delle mani quelli che non ne hanno. L'ente parco fluviale dell'Alcantara ha tre macchine di cui due di grossa cilindrata, il parco dell'Etna ne ha 10, il parco dei Nebrodi addirittura 24 di cui 17 con più di 1900 cc, il consorzio del Plemmirio ne ha sette, l'Ente di sviluppo agricolo ne ha 80, l'autorità portuale di Palermo 8.
Dunque, una palese situazione di vergognoso sperpero, del quale non si capisce il senso se non quello proprio di bruciare i soldi dei contribuenti senza la minima coscenza. Siccome, però, fonte di spreco e sperpero non sono solo le auto blu, nel versante degli "esosi costi della politica", l'Assessorato all'Economia ha deciso nuove disposizioni che dovrebbero dare una stretta sulla spesa. Quest'anno, infatti, dipartimenti e uffici della Regione non potranno spendere più di quanto stabilito da specifici limiti, il monitoraggio dei conti sarà periodico e di fronte all'esigenza da parte di un centro di spesa di allargare i cordoni della borsa sarà la Ragioneria generale ad accogliere o meno l'istanza di concerto col governo, ma i saldi comunque rimarranno invariati.
Le nuove disposizioni, contenute in una circolare dell'assessore all'Economia Gaetano Armao, sono finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica nell'ambito del patto di stabilità, che per la Regione siciliana comporta un contenimento della spesa pari a 1,1 miliardi di euro rispetto all'anno scorso. Il provvedimento impone dei "limiti massimi" provvisori di spesa "entro i quali ciascun centro di responsabilità potrà emettere provvedimenti di impegno e titoli di pagamento".
Gli importi saranno rivisti, ed eventualmente rimodulati, in base ai contenuti della legge di stabilità regionale e del bilancio di previsione del 2012. "Tutti gli uffici" dovranno trasmettere al 'servizio monitoraggio e controllo della spesa' della Ragioneria generale, tramite le ragionerie centrali competenti "entro 15 giorni dalla pubblicazione della legge di bilancio, eventuali richieste motivate di rettifica dei tetti di spesa, con l'evidenza della spesa finanziata con fondi comunitari ed extraregionali".
"Poiché l'obiettivo della Regione è il pieno utilizzo delle risorse 'disponibili' - ha scritto Armao - appare indispensabile che ciascun centro di responsabilità proceda, fin dall'inizio dell'esercizio, a programmare con la massima attenzione le spese da effettuare nell'anno, nel rispetto dei tetti di spesa assegnati". Quindi l'avviso a Dipartimenti e uffici che "l'eventuale sforamento dei suddetti limiti determina una diretta responsabilità nel mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dal patto di stabilità" e "parimenti, saranno intestate ai vari uffici, che non 'cedono' le proprie disponibilità in eccedenza, le eventuali responsabilità scaturenti dall'impossibilità di fare assumere, ad altri dipartimenti, obbligazioni per insufficienza di risorse disponibili".
Se la Ragioneria generale dovesse accogliere la richiesta di ampliamento dei tetti di spesa da parte di un dipartimento, l'amministrazione "procederà a una contestuale rimodulazione dei tetti attribuiti a un altro dipartimento o ufficio equiparato". Nel caso in cui non fosse centrato l'obiettivo del contenimento della spesa, la circolare ricorda che la Regione dovrà versare allo Stato "l'importo corrispondente allo scostamento tra il risultato conseguito e l'obiettivo prefissato".
Il provvedimento che assegna i limiti di spesa riguarda 50 'centri di responsabilità', tra dipartimenti, uffici di gabinetto, uffici speciali e agenzie. Per ognuno di questi, la circolare stabilisce per il 2012 tetti relativi agli 'impegni' e ai 'pagamenti'.
L'ufficio di gabinetto del Presidente della Regione e gli uffici alle dirette dipendenze del governatore, per esempio, non potranno autorizzare pagamenti per oltre 3,085 milioni, il 'tetto' per il dipartimento della Protezione civile è di 102,219 milioni, quello per il dipartimento alla Famiglia è di 147,255 milioni mentre le Autonomie locali non potranno sforare i 401,383 milioni.
E ancora: il tetto dei pagamenti per il dipartimento alla Formazione è pari a 327,98 milioni, quello per il dipartimento Ambiente a 39,547 milioni. Il comando del corpo forestale dovrà contenere i pagamenti entro i 133,374 milioni, mentre il plafond del dipartimento Turismo è di 95 milioni.
Grazie a un 'certificato', che dovrà essere adottato da dipartimenti, uffici, agenzie e società partecipate, la Regione sarà in grado di controllare la spesa pubblica e verificare il rispetto dei limiti imposti nell'ambito del patto di stabilità. In caso di mancata trasmissione della certificazione scatterà "la decadenza degli organi di amministrazione" degli enti inadempienti. È quanto prevede una recente circolare del dipartimento bilancio della Ragioneria generale emanata nell'ambito delle disposizioni per il rispetto del patto di stabilità.
Il 'servizio monitoraggio e controllo della spesa pubblica' del dipartimento Bilancio ha predisposto tre modelli-tipo che dovranno essere adottati da dipartimenti e uffici equiparati per l'inserimento dei dati finanziari. Un messaggio diagnostico segnalerà se il limite di spesa è stato rispettato o meno. I certificati dovranno essere inviati alla Ragioneria generale che "si riserva di adottare un programma di verifica a campione delle certificazioni". "La verifica svolta dal servizio vigilanza del dipartimento - si legge nella circolare - consisterà nel riscontro dei dati delle certificazioni con i bilanci degli enti selezionati".
Entro fine febbraio, inoltre, enti e società dovranno inviare alla Ragioneria generale un elenco completo di tutti i soggetti sottoposti alla loro tutela e vigilanza o che usufruiscono di trasferimenri regionali, esclusi gli enti locali, le Asp, le aziende ospedaliere e l'Istituto zooprofilattico sperimentale.
[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign, Lasiciliaweb.it]