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Tragedia a Favara

Crolla una palazzina nel centro storico del comune Agrigentino: un'intera famiglia sotto le macerie. Morte due sorelline

23 gennaio 2010

Tragedia assurda questa mattina a Favara, paese della provincia agrigentina. Una palazzina di tre piani nel centro storico è crollata. Sotto le macerie è rimasta un intera famiglia, marito e moglie, Giuseppe Bellavia e Giuseppina Bello, e i loro tre figli, Chiara di tre anni, Marianna di 14 e Giovanni di 12.
I genitori sono riusciti a mettersi in salvo, mentre due dei tre bambini, le due sorelle, sono morti.
La madre dei bambini è stata ricoverata in ospedale, mentre il padre è rimasto sul luogo per partecipare alle operazioni di soccorso.
I soccorritori, vigili del fuoco e carabinieri, subito intervenuti ma che hanno avuto diverse difficoltà nelle operazioni di salvataggio, hanno estratto dalla macerie il corpo senza vita di Marianna di 14 anni. Subito dopo è stato estratto il fratellino Giuseppe di 12 anni, che era riuscito a parlare con i soccorritori con un telefono cellulare. La bimba più piccola, Chiara, è stata estratta viva da sotto le macerie ma è deceduta poco dopo.

Sulle cause della tragedia non ci sono ancora certezze: "La zona è fatiscente e potrebbe trattarsi di un crollo strutturale. Anche perché non si sono sentite esplosioni" ha detto  a Sky Tg24 il tenente Gabriele Treleani, comandante dei carabinieri di Favara. La situazione è "particolarmente grave" e c'è anche il pericolo di ulteriori crolli. Nella zona in cui è avvenuto il crollo, detta "del calvario", erano già cadute alcune case adiacenti a quella crollata stamane. La palazzina della famiglia Bellavia era composta da un magazzino sotterraneo, un pianterreno e due piani superiori. Maurizio Cimino, della Protezione civile regionale, che è sul luogo del crollo, sostiene che la casa era inagibile e che alcune opere di consolidamento effettuate sui piani superiori hanno reso ancora più critica la situazione. "Le fondamenta marce - ha detto - non hanno più retto e la casa si è accartocciata su se stessa".

Sul posto sono andati anche alcuni parenti della famiglia Bellavia che hanno tentato di partecipare alle operazioni di soccorso, ma che sono stati tenuti a distanza dalle squadre dei vigili del fuoco per motivi di sicurezza. Una sorella della mamma dei bambini, spiega che la famiglia, lui muratore saltuario, lei casalinga, aveva presentato richiesta per ottenere una casa popolare ma senza alcun esito. La palazzina, infatti, aveva numerose cedimenti strutturali e infiltrazioni di acqua. Alcune case vicine a quella crollata sono state fatte evacuare. Una situazione che ha scatenato la rabbia della gente che si è accalcata intorno alla scena del disastro. All'arrivo del sindaco del Paese, Mimmo Russello, alcuni parenti delle due piccole rimaste uccise dalle macerie gli hanno inveito contro, ed è stato necessario l'intervento dei carabinieri che hanno fatto da scudo. "La famiglia Bellavia non era in graduatoria per l'ottenimento di una casa popolare, anche se aveva fatto la domanda" ha detto il sindaco di Favara, che ha fatto fare una ricerca agli impiegati comunali per stabilire se la famiglia distrutta dal crollo della palazzina fatiscente in cui abitava era tra gli assegnatari di un alloggio del Comune.

A Favara erano stati realizzati dieci anni fa 56 alloggi popolari che, nonostante la graduatoria, non furono assegnati e nel corso degli anni hanno subito atti di vandalismo.
La giunta comunale ha ottenuto dalla Regione 1,5 milioni di euro per la ristrutturazione, ma i lavori non sono ancora cominciati. La famiglia Bellavia, che aveva fatto domanda per ottenere una casa, non rientrava comunque, secondo il Comune, tra i beneficiari di questi primi 56 alloggi: avrebbe dovuto aspettare la costruzione di nuovi appartamenti popolari.
L'assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Luigi Gentile, ha rivolto un messaggio di "cordoglio e di solidarietà alla famiglia di Favara vittima del grave incidente accaduto questa mattina. La tragedia di Favara rilancia drammaticamente l'emergenza sicurezza e della stabilità nel territorio siciliano, già a dura prova nei mesi scorsi. Abbiamo subito avviato un concreto contatto con l'amministrazione comunale di Favara, la provincia, la protezione civile e la prefettura agrigentina". "Il nostro obiettivo - ha osservato l'assessore - è sostenere un programma, anche eventualmente attraverso un tavolo di concertazione, di censimento delle unità abitative più a rischio per promuovere un'opera progettuale capace di assicurare con adeguate risorse il recupero dello stato di sicurezza del nostro territorio, scongiurando che si verifichino altri episodi del genere".

La Procura di Agrigento aveva subito aperto un'inchiesta verso ignoti sul crollo della palazzina con l'accusa di disastro colposo. Con la morte delle due sorelline Bellavia, il reato ipotizzato dalla Procura di Agrigento è però cambiato: i magistrati adesso ipotizzano il reato di omicidio colposo plurimo.
Il fascicolo è stato aperto dal sostituto procuratore Lucia Brescia. L'inchiesta è coordinata dal procuratore capo Renato Di Natale e dall'aggiunto Ignazio Fonzo.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, appresa la notizia del tragico bilancio del crollo di una palazzina a Favara, ha chiesto al prefetto di Agrigento di rappresentare alla famiglia Bellavia i suoi sentimenti di partecipazione al dolore per la perdita delle piccole Chiara e Marianna. A darne notizia è un comunicato del Quirinale.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, ANSA, Repubblica.it, Corriere.it, La Siciliaweb.it]

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23 gennaio 2010
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