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Tragedia al largo delle coste libiche

L'ultima tragedia dell'immigrazione: i dispersi in mare potrebbero essere più di cinquecento

31 marzo 2009

AGGIORNAMENTO
Nave italiana salva 350 immigrati - Circa 350 migranti sono stati soccorsi e salvati domenica scorsa da un rimorchiatore italiano al largo delle coste libiche. Nella ridda di voci sui naufragi di carrette del mare nelle ultime ore una notizia ufficiale arriva dal Comando generale delle Capitanerie di Porto: l'allarme è scattato la sera del 28 marzo e l'intervento di soccorso, condotto insieme alle autorità libiche, si è concluso domenica pomeriggio. Sani e salvi tutti gli occupanti. [Ansa]
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Nuova tragedia in quel tratto di mare che divide l'Africa dall'Italia: due barconi carichi di migranti sono affondati. A bordo c'erano centinaia di disperati e quasi tutti sono al momento dati per dispersi dai guardacoste libici che stanno conducendo le operazioni di soccorso. Le informazioni sull'accaduto sono confuse. Secondo quanto riferito alla Reuters da funzionari locali, si è avuta notizia di quattro imbarcazioni, non lontane dalla costa della Libia, in difficoltà. Di queste, due sono sicuramente affondate. Delle altre due non si sa niente, anche se il ministero dell'Interno libico ha reso noto che una nave cisterna italiana ha salvato 350 clandestini che si trovavano a bordo di una imbarcazione alla deriva.

A quanto riferito dalla radio di Stato egiziana, una delle 'carretta del mare', con a bordo circa 350 clandestini di diverse nazionalità, era partita all'alba di domenica dalla zona di Said Bilal Janzur, vicino Tripoli, diretta verso l'Italia. Dopo mezz'ora di navigazione, quando si trovava a circa 30 km dalle coste libiche, c'è stato un cedimento strutturale e il barcone è affondato. Almeno per questa sono partite le operazioni di soccorso della Guardia costiera libica, che è riuscita a portare in salvo tra gli altri anche 36 egiziani. Gli immigrati scampati alla tragedia, sono stati interrogati dalla procura locale, al lavoro per ricostruire la dinamica della tragedia.
Secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, altre due imbarcazioni sono salpate lunedì dalla Libia, e l'Oim non esclude che i naufragi possano essere stati tre, forse a causa del vento forte.
Purtroppo, oltre che superstiti, sono già stati recuperati i corpi senza vita di 21 persone. I dispersi, considerando che per ognuna delle imbarcazioni affondate dovevano esserci più di 200 persone, dovrebbere essere pertanto più di 500.
Quanto al salvataggio effettuato dalla nave italiana, resta comunque qualche incertezza.
Fino alla tarda serata di ieri - secondo quanto si è appreso - sia del naufragio sia del soccorso da parte di una nave cisterna non era giunta alcuna segnalazione alle autorità italiane competenti per la ricerca e il soccorso in mare.

Una decina di giorni fa il quotidiano tunisino in lingua araba "Achourouk", aveva dato notizia di un altro naufragio: un battello pneumatico diretto in Italia con a bordo un centinaio di persone sarebbe naufragato al largo di Sfax, in Tunisia provocando 17 morti per annegamento e 50 dispersi (tra cui donne e bambini), mentre 33 persone sono state tratte in salvo dalle unità della Marina tunisina.
Anche questa imbarcazione sarebbe partita dalle coste libiche ed è entrata poi nelle acque territoriali tunisine, presumibilmente diretta verso l'Italia. In prossimità delle isole Kerkennah la barca, che trasportava il doppio delle sue capacità, è improvvisamente affondata. Sembra che l'organizzatore del viaggio sia un libico che avrebbe chiesto a ciascuno degli occupanti 1.200 dollari.

Insomma, le tragedia si susseguono senza tregua - alcune diventano note mentre di altre non si sa nulla - così come i viaggi della disperazione verso l'Italia: oltre 400 extracomunitari sono approdati infatti nelle ultime ore sulle coste della Sicilia orientale, dopo i 222 giunti l'altro ieri a Lampedusa (LEGGI). Sbarchi che, ha assicurato proprio ieri il ministro dell'Interno Roberto Maroni, "termineranno il 15 maggio prossimo, quando entrerà in vigore l'accordo siglato dal governo italiano con quello libico sul pattugliamento congiunto delle coste".
E mentre si aspetta che l'accordo con la Libia cominci e inizi a dare qualche risultato, a Lampedusa si è registrato una nuova fuga dal Centro di identificazione ed espulsione: una ventina di migranti sono riusciti ad allontanarsi dal Centro, prima di essere bloccati qualche ora dopo dai carabinieri. Due di loro, sorpresi a rubare all'interno di alcune villette disabitate, sono stati arrestati; altri cinque sono stati denunciati per violazione di domicilio.
Episodi che tengono altissima la tensione sull'isola, dove in questi momenti si trovano complessivamente 720 extracomunitari distribuiti tra il Cie di contrada Imbriacola e l'ex base Loran di Capo Ponente.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it, Corriere.it, Repubblica.it, l'Unità.it]

- "La nuova ondata" di Fabrizio Gatti (L'espresso)

- "Quei ragazzini che respingiamo" di Gian Antonio Stella

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31 marzo 2009
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