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Tragedia dell'immigrazione al largo della Libia: annegati 14 clandestini diretti in Sicilia

Nuova strage nel mare dell'immigrazione clandestina

17 maggio 2005

Nel mare che divide il continente africano da quello europeo, ieri si è consumata l'ennesima tragedia.
Almeno 14 emigrati di paesi africani che cercavano di raggiungere l'Italia sono annegati dopo il naufragio della loro imbarcazione al largo delle coste libiche, e altri tre passeggeri risultano dispersi, ha detto il ministero degli Interni libico.
La barca aveva a bordo 23 clandestini - provenienti da paesi dell'Africa del nord e sub-sahariana - quando è affondata al largo della zona di An Noukat al Khams, circa 30 chilometri a ovest di Tripoli, poche ore dopo aver lasciato le coste della Libia diretta in Italia.
Una nota del ministero, diffusa dall'agenzia di stampa di stato Jana, ha detto che le forze di sicurezza hanno recuperato 14 corpi, salvato sei persone e stavano ancora cercando tre immigranti irregolari.

Continua, dunque, lo stillicidio che non accenna purtroppo a diminuire e ''che vede il governo italiano incapace di intervenire concretamente, mentre trafficanti di esseri umani e le mafie continuano ad arricchirsi sulla loro pelle'', come ha dichiarato Giuseppe Lumia, capogruppo dei Ds in commissione Antimafia, commentando la notizia dell'annegamento.
''E' diventata una necessità politica impellente fare un programma organico e generale sull'immigrazione''. Il leader dell'Unione Romano Prodi, oggi alla Fabbrica del Programma di Bologna per parlare con interlocutori politici, immigrati ed esperti, ribadisce la necessità di mettere mano a una legge che regolamenti concretamente il fenomeno. Bisogna guardare a ''come li riceviamo, quali diritti hanno, come anche - ha osservato - li dobbiamo espellere in caso di violazione di legge''. Certo è, secondo il Professore, che bisogna ''finirla con questo fatto che gli immigrati siano ritenuti per definizione dei clandestini''.

La Libia ha inizialmente respinto le richieste di Italia e altri governi dell'Unione Europea di bloccare l'emigrazione illegale in Europa attraverso l'Italia, sostenendo che combattere l'immigrazione illegale richiede collaborazione tra l'Africa povera e il ricco blocco europeo. Ma Tripoli ha recentemente intensificato gli sforzi per reprimere l'emigrazione illegale dai paesi poveri dell'Africa del nord e sub-sahariana nel quadro di un più ampio sforzo diplomatico della Libia di guadagnarsi la fiducia dell'Occidente dopo il suo impegno ad abbandonare il suo programma di costruzione di armi proibite nel 2003.

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17 maggio 2005
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