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Tragedia nel Canale di Sicilia

Un barcone con a bordo 40 immigrati è affondato. Solo cinque i superstiti, salvati da un'altra imbarcazione di migranti

15 marzo 2011

Serata tragica ieri a Lampedusa. Secondo il racconto di cinque tunisini giunti sull'isola su un barcone intorno alle 21.25, una barca sarebbe affondata a largo dell'isola. Gli immigrati, appena giunti in banchina, hanno raccontato di essersi trovati prima su un natante con 40 persone che si è capovolto al largo delle acque tunisine. Solo loro si sono salvati, aiutati dall'altro barcone che stava giungendo è sempre diretto a Lampedusa. Gli altri sono naufragati, tutti ragazzi giovani, hanno detto agli uomini della Guardia costiera che li hanno ascoltati all'arrivo nell'isola per verificare la veridicità delle loro testimonianze.
"Sono morti, sono morti. Sono affondati davanti ai nostri occhi, inghiottiti dal mare agitato. Erano partiti insieme a noi la notte scorsa. Per un po' abbiamo viaggiato quasi fianco a fianco, la nostra barca era più grande ed eravamo quasi cento. Poi, improvvisamente, quella si è capovolta. È stato un attimo, un'immagine che resterà per sempre nei nostri occhi. Sono finiti in mare, sono morti...". "Molti non sapevano nuotare - ha aggiunto uno dei testimoni - e sono scomparsi quasi subito dalla nostra vista inghiottiti dalle onde. Quei pochi che ci riuscivano si sono avvicinati al nostro barcone. Stavano per affondare anche loro, poi, grazie a Dio, siamo riusciti a prenderli lanciando loro una cima. Li abbiamo tirati su a bordo e adesso sono qui con noi. Guarda, sono quelli la, quelli tutti bagnati. Tremano per il freddo. Gli altri sono tutti annegati, molti erano nostri amici e adesso non ci sono più...".
Per un pò la notizia non ha trovato un riscontro ufficiale, se non nelle parole degli immigrati appena arrivati. Successive verifiche compiute dalla capitaneria di porto con le autorità tunisine hanno permesso però di accertare la veridicità del loro racconto.
D'altra parte anche il barcone che ha tratto in salvo i cinque superstiti, con a bordo 40 persone, era in difficoltà tanto che sono arrivati scortati da un'unità militare. Tre persone sono state trasferite in autoambulanza.
Il natante si è ribaltato quasi subito dopo la partenza, quasi certamente ancor prima di uscire dalle acque territoriali della Tunisia. Il barcone era partito l'altro ieri sera intorno alle 21, il naufragio è avvenuto dopo circa un paio d'ore e gli occupanti, uno a uno, sono stati sommersi dalle acque fatta eccezione per i cinque ragazzi poi testimoni a Lampedusa, che sono riusciti a farsi notare questa mattina, riuscendo a sopportare la notte nuotando in mare.

Nell'isola intanto, continuano le attività di assistenza e soccorso ai barconi provenienti dalle coste nord-africane. Durante tutta la giornata di oggi unità della Guardia costiera e della Guardia di Finanza si sono alternate in mare aperto alla ricerca delle unità segnalate al largo, operando diversi soccorsi in situazioni estreme. Soltanto nelle ultime ore le forze dell'ordine hanno assistito e soccorso dodici barconi, con 816 persone a bordo, tutte di sesso maschile, nessun minore, e gli sbarchi non accennano a fermarsi. Sono almeno venti le imbarcazioni già avvistate, infatti, e si annuncia un'attività molto intensa per la notte in arrivo.
Avrebbe invece fatto nuovamente rotta verso il nord Africa la nave salpata dal porto libico di Misurata, e diretta in Sicilia, con a bordo circa 1800 immigrati maghrebini di cui lunedì si attendeva l'arrivo sulle coste. Lo ha riferito la sala operativa della Capitaneria di porto di Palermo. Il traghetto, preso a nolo dal Marocco, sarebbe di nazionalità italiana e non sarebbe stato respinto dalle autorità maltesi, come emerso in un primo momento. Il Viminale aveva chiesto di verificare prima dell'attracco l'idendità dei migranti e la loro effettiva nazionalità.
Da ieri mattina ventuno barconi sono arrivati a Lampedusa, per un totale di 1.623 persone, tra le quali sei donne e sei bambini. Tra gli interventi di soccorso, nella notte quello del pattugliatore Spica della Marina militare: la nave ha salvato 129 immigrati che si trovavano su un barcone, circa 20 miglia a sud di Lampedusa. Il natante era alla deriva e imbarcava acqua.
Il centro di accoglienza di Lampedusa è ora stracolmo di migranti: ve ne sono oltre 2.800 a fronte di un limite di 800 posti. I responsabili stanno valutando di spostare gruppi di persone in altre strutture sull'isola come i locali dell'Area marina protetta e la "Casa della fraternità" della parrocchia di Lampedusa. Sono anche previsti dei trasferimenti dall'isola verso altri Cie ma non è ancora chiaro quando saranno trasferiti gli extracomunitari e il numero delle persone che lasceranno Lampedusa.

Marine Le Pen e Mario Borghezio a Lampedusa - Mario Borghezio, europarlamentare della Lega Nord, e la leader francese del partito di estrema destra Front National Marine Le Pen, ieri sono stati in vista a Lampedusa. La delegazione ha visitato il centro d'accoglienza di contrada Imbriacola, ma al suo arrivo è stata contestata dai alcuni cittadini, che hanno intonato slogan antifascisti e a sostegno degli immigrati (LEGGI).
"L'Europa sta dimostrando tutta la sua impotenza sul tema dell'immigrazione. Nessun progetto concreto, nessuna risposta seria ed efficace dopo gli sbarchi in Italia", ha dichiarato Marine Le Pen. "Eppure è tutto così paradossale - ha continuato - I paesi della Ue sono, in fondo, favorevoli all'immigrazione. Ma nessuno è disposto ad accogliere uomini e donne. Ben vengano dunque gli immigrati, purché lontano dai propri confini". "L'Italia e gli italiani possono dormire, comunque, sonni tranquilli - ha poi precisato - La mia visita non ha nulla di provocatorio. La mia venuta in Sicilia è semplicemente un atto di responsabilità nei confronti di un Paese amico e vicino in difficoltà". "E se l'Europa ha deciso di lavarsene le mani, semplicemente perché l'immigrazione non tocca da vicino la maggior parte degli Stati membri - ha sottolineato Le Pen - propongo la possibilità di stipulare accordi bilaterali tra Francia, Spagna e Italia con le autorità del nord Africa, per fermare il flusso di questa immigrazione portando aiuti nei paesi da dove partono le barche". "Bisogna convincere tutti questi giovani a non correre inutili rischi. Siamo tutti pronti a dare il nostro aiuto. Nei loro paesi d'origine", ha concluso.
Mario Borghezio ha ivece sottolineato: "Qui siamo di fronte a un'emergenza destinata a continuare, che può diventare un'emergenza epocale se la situazione dovesse esplodere". "L'Europa deve prendere finalmente delle decisioni. Bisogna passare dalle parole ai fatti - ha aggiunto -. La nostra grossa richiesta è che l'Europa non si dimentichi il ruolo di Lampedusa che potrebbe diventare anche sede di un osservatorio sulle immigrazioni".
Il sindaco dell'isola, Bernardino De Rubeis, ha detto di augurarsi, con la visita a Lampedusa degli europarlamentari, che "i riflettori europei si accendano su Lampedusa: noi siamo qui bisognosi dell'aiuto dell'Ue". Le Pen e Borghezio ''si sono resi conto - ha aggiunto - che l'Europa è assente: fa proclami ma non viene in soccorso all'Italia in questa emergenza".
Dell'emergenza sbarchi è tornato a parlare ieri anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al termine dell'incontro con il presidente della Commissione europea Manuel Barroso, che il premier ha ringraziato "per quanto fatto finora". "Questa immigrazione - ha osservato Berlusconi - è un problema comune che va affrontato e risolto con la collaborazione di tutta l'Europa. Ci aspettiamo quindi che dal piano della Commissione escano delle misure di concreto sostegno al nostro Paese". Da parte sua Barroso ha assicurato: "L'Italia può contare sulla solidarietà politica e anche finanziaria dell'Unione europea".

[Informazioi tratte da Adnkronos/Ing, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it, Corriere del Mezzogiorno.it]

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15 marzo 2011
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