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TRAGEDIA SENZA PRECEDENTI

Strage immane a Lampedusa. Recuperati 93 cadaveri vittime di un naufragio. Morti 4 bambini

03 ottobre 2013

Tragedia senza precedenti al largo di Lampedusa. Un barcone con a bordo circa 500 persone ha fatto naufragio a mezzo miglio dall'Isola dei Conigli, ha preso fuoco e si è rovesciato.
L'incendio potrebbe essere stato originato dal fatto che alcuni degli uomini a bordo hanno dato fuoco ad una coperta per farsi notare da un peschereccio che transitava nei pressi. Il fuoco si sarebbe poi propagato al barcone, incendiandolo, a causa di una perdita di carburante.
Il barcone di 20 metri naufragato è stato individuato dall'equipaggio di un aereo della Guardia Costiera poco lontano dall'Isola dei Conigli. È per gran parte sommerso, capovolto: affiora solo una minima parte dello scafo.

Fino ad ora sono stati recuperati 93 cadaveri: tra di loro anche i corpi di quattro bambini e numerose donne, una delle quali incinta. Sono invece 151, secondo quanto si apprende dai soccorritori, i migranti salvati sinora. Diverse fonti sottolineano però che il bilancio, sia dei vivi che dei morti, è ancora provvisorio. All'appello mancano oltre 200 persone che risulterebbero disperse.
I migranti salvati sono profughi, in gran parte eritrei e somali, provenienti da paesi dell'Africa sub sahariana. Uno dei presunti scafisti del barcone è stato fermato dalla polizia. È un giovane tunisino che era stato raccolto tra i superstiti. Sarebbe stato riconosciuto da un gruppo di migranti.
"Siamo partiti due giorni fa - hanno raccontato i superstiti - dal porto libico di Misurata. Su quel barcone eravamo in 500. Non riuscivamo nemmeno a muoverci. Durante la traversata tre pescherecci ci hanno visto ma non ci hanno soccorso. Quando siamo arrivati in prossimità dell'isola abbiamo deciso di accendere un fuoco, incendiando una coperta, per farci notare. Ma il ponte era sporco di benzina: in pochi attimi il barcone è stato avvolto dalle fiamme; molti di noi sono si sono lanciati in acqua tra le urla mentre la barca si capovolgeva".

È stato un elicottero della Marina militare, imbarcato sul pattugliatore Vega, il primo ad intervenire sul luogo della strage: "In mare c'erano molti naufraghi, una estesa chiazza di liquido, forse carburante, e nessun segno dell'imbarcazione", racconta il tenente di vascello Giovanni Urro, comandante della nave Vega, che si trovava a circa 25 miglia di distanza in attività di vigilanza pesca e sorveglianza dei flussi migratori. "Oggi, alle prime luci dell'alba - spiega l'ufficiale - siamo stati contattati dalla Capitaneria di porto di Palermo, l'ente che coordina le attività di ricerca e soccorso nell'area, chiedendoci l'intervento dell'elicottero Ab212 imbarcato sulla nave: era stato segnalato un naufragio ed occorreva avere un quadro chiaro della situazione". "Il barcone - prosegue Urro - è affondato a circa mezzo miglio a sud dell'isola dei Conigli. Il pilota dell'elicottero, appena localizzate le persone in mare, ha cominciato a coordinare l'azione dei vari mezzi di soccorso, fornendo indicazioni precise sulla posizione dei naufraghi disseminati su un fronte ampio, di circa 500-600 metri. L'elicottero è ora rientrato ed è pronto ad ogni evenienza. Tornerà in volo nel pomeriggio".

"È un orrore, è un orrore". Non riesce a dire altro Giusy Nicolini, sindaco di Lampedusa. Il primo cittadino scoppia a piangere mentre, sul molo, assiste all'arrivo delle barche cariche di cadaveri. "Non finiscono mai di portare e scaricare morti", dice tra i singhiozzi. Nicolini si aggira smarrita tra la fila di corpi che si allunga sempre di più. Con un filo di voce aggiunge: "Venite a vedere. È una scena impressionante". "Non sappiamo più dove mettere i morti e i vivi. Sui morti - dice - non è stato ancora deciso nulla. Forse saranno portati via, d'intesa con la magistratura".
I cadaveri dei migranti recuperati, che si trovano al momento sul molo Favarolo a Lampedusa, saranno trasferiti nell'hangar dell'aeroporto. La decisione è stata presa perché il numero delle vittime sembra destinato a crescere. "Abbiamo deciso di trasferire le salme delle vittime del naufragio nell'hangar dell'aeroporto - ha spiegato Pietro Bartolo, responsabile del Poliambulatorio dell'isola - perché nella camera mortuaria non c'è più spazio. Siamo in piena emergenza non solo nel centro di prima accoglienza, dove cerchiamo di ospitare i migranti che stanno arrivando, ma anche nel cimitero, dove non riusciamo più a seppellire i morti".
Proclamato il lutto cittadino, il sindaco ha inviato un telegramma al primo ministro Enrico Letta: "Venga a contare i morti con me".

Appreso della tragedia, il premier Letta si è incontrato con il vicepremier e ministro dell'Interno Angelino Alfano. "Fatto punto su immane tragedia di Lampedusa con Alfano e vertici ministero che si recheranno subito sul luogo del disastro per i primi interventi", ha scritto su twitter il presidente del Consiglio. Attraverso lo stesso social network, Palazzo Chigi ha annunciato che "appena possibile il Governo riferirà in Parlamento sulla tragedia di Lampedusa".
Intanto, la Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un'inchiesta. Il fascicolo è stato istruito dal sostituto procuratore Andrea Maggioni. La procura, oltre al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ipotizza anche il naufragio e l'omicidio plurimo dolosi. Il procuratore aggiunto, Ignazio Fonzo, il prefetto di Agrigento, Francesca Ferrandino, e il questore Mario Finocchiaro stanno partendo per Lampedusa "per dare gli impulsi dovuti all'indagine direttamente dall'isola". Anche il capo della Polizia, Alessandro Pansa sta per partire con il ministro dell'Interno, Angelino Alfano.

Prima del tragico naufragio di stamani davanti alle coste di Lampedusa erano stati due i barconi soccorsi in nottata al largo dell'isola, con a bordo complessivamente 463 migranti. Prima era stata "agganciata" un'imbarcazione con 187 profughi a 12 miglia dall'isola; poco dopo, a circa sei miglia, era stata intercettata un'altra "carretta" con 276 migranti.

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03 ottobre 2013
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