Tragedie di serie B
A Giampilieri, dolore e polemiche nel terzo anniversario dell'alluvione in cui morirono 37 persone
Ieri pomeriggio a Giampilieri Superiore, in provincia di Messina, una fiaccolata e una messa hanno ricordato le 37 persone morte l'1 ottobre 2009 a seguito dell'alluvione che colpì il villaggi, altre aree cittadine e alcuni comuni del Messinese.
I cittadini lamentano che ancora molti cantieri non sono partiti perché parte dei fondi sono bloccati a causa del patto di stabilità che impedisce l'erogazione delle somme.
"La Regione ha cercato di intervenire in fretta, ha anticipato molte risorse rispetto allo Stato - ha detto l'assessore regionale all'Economia, Gaetano Armao -. È inaccettabile che iniziative di Protezione civile siano assoggettate al patto di stabilità". "Non è da paese civile. È ancora più inaccettabile che in Italia ci siano tragedie di serie A e di serie B: in Emilia Romagna hanno avuto la deroga al patto di stabilità per 50 milioni di euro, mentre qui non è stato fatto lo stesso. Abbiamo chiesto al governo nazionale di intervenire ma non è stato fatto ancora nulla".
Quella notte del 2009 una "bomba d'acqua" scatenò la sua dirompente forza su quei territori, travolti da colate detritiche. Il bilancio finale fu pesantissimo, 37 le vittime.
Il presidente Raffaele Lombardo ha parlato di "una sciagura resa ancora più amara e insopportabile dalle polemiche strumentali che si scatenarono nelle ore immediatamente successive ai fatti". "Il dolore, il lutto di decine di famiglie fu violato da accuse infondate che avrebbero dovuto lasciare spazio a più consistenti interventi da parte delle istituzioni centrali. Una catastrofe, lo dicono i fatti e lo denunciammo già all'epoca, che per troppo tempo è stata considerata di serie "B" ha continuato il presidente dimissionario, tracciando un bilancio degli interventi effettuati.
"La Regione ha profuso tutto il proprio impegno, investito tutto ciò che poteva, anticipando con il proprio bilancio, sempre più ristretto, decine di milioni di euro di fondi Fas, vale a dire finanziamenti che la Sicilia aveva diritto di ottenere e che, colpevolmente, sono rimasti a lungo bloccati nei meandri della burocrazia nazionale".
"Allo stato attuale sono stati impiegati oltre 156 mln di euro, con oltre il 70% dei lavori completati o in corso di completamento. Con i fondi restanti, circa 70 mln di euro, sarà possibile portare a termine sia tutti gli interventi di messa in sicurezza, sia gli interventi di assistenza alla popolazione (delocalizzazioni degli immobili, rimborsi e altre voci). L'ordinanza di protezione civile ha permesso di mettere in campo e di portare a termine gran parte degli interventi programmati, anche se spesso si è trattato di lavori di complicata e difficoltosa attuazione, in considerazione della asperità dei luoghi. Altri interventi partiranno a breve".
"Nessuna opera di messa in sicurezza, nessun ristoro per la ricostruzione di una casa spazzata via, niente di tutto ciò - ha concluso Lombardo - potrà minimamente lenire il dolore di questi siciliani. L'impegno che abbiamo profuso, al massimo di quanto ci era possibile, è servito a fare in modo che questa gente sapesse di non essere sola, di poter continuare a credere e contare sulle istituzioni". [Fonte: Lasiciliaweb.it]
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