Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Tragica collisione nello Stretto di Messina

L'impatto, fatale per quattro persone, tra un aliscafo carico di pendolari e una nave mercantile

16 gennaio 2007

AGGIORNAMENTO
Il terzo natante coinvolto nella tragica collisione tra un aliscafo e un mercatile, avvenuto ieri sera nello Stretto di Messina, potrebbe essere il traghetto ''Zancle'' della compagnia privata Caronte&Tourist, in servizio tra il porto di Reggio e quello siciliano. Una di quelle navi che fanno la spola tra Calabria e Sicilia, cariche di automobili e tir. Un mezzo che, involontariamente ha avuto un ruolo nella tragedia. Che, forse, non ha dato la precedenza all'aliscafo ''Segesta'', costringendolo ad una brusca virata. Manovra che l'ha portata ad incrociare la rotta del cargo straniero. Del traghetto ha parlato Antonio Samiani, comandante della Capitaneria di Porto di Messina, che sta conducendo alcuni accertamenti sulla dinamica dell'impatto costato la vita a 4 componenti dell'equipaggio delle Fs e 62 feriti. La presenza dello ''Zancle'' è confermata in una nota dalla stessa compagnia, che ha avviato un'indagine conoscitiva interna ''per determinare la posizione della propria flotta in servizio al momento dell'impatto, composta da 7 unità''. Ma secondo la ''Caronte&Tourist'' il traghetto ''aveva visto sfilare normalmente alla propria poppa la Segesta prima del momento dell'incidente''. Dai dati del sistema satellitare AIS, sempre secondo le informazioni diffuse dalla Caronte& Tourist, ''emerge chiaramente che Segesta non ha modificato la propria rotta e velocità, rimasta praticamente costante dall'uscita dal Porto di Reggio Calabria, per poter sfilare in sicurezza di poppa alla Zancle''.

--------------------------------------
Scene di disperazione sulle banchine del porto di Messina e Reggio Calabria dopo il tragico incedente che ieri nel tardo pomeriggio ha interessato due imbarcazioni, un aliscafo della ''Segesta jet'' in servizio sulla linea Messina-Reggio Calabria, su cui viaggiavano 151 passeggeri e sei membri di euipaggio, e un mercantile straniero, battente bandiera dell'Antigua, il ''Susan Borchard''.
''Ho sentito un tremendo urto'', ricorda una donna. ''Sono stata sbalzata dal sedile e sono finita tre metri più avanti. C'era una tremenda puzza di petrolio e ho visto la fiancata sventrata dell'aliscafo''. Alcuni passeggeri si sono gettati in mare terrorizzati ma sono stati recuperati dai marinai del portacontainer.
''Sono stato tra i primi ad uscire dall'abitacolo dell'aliscafo subito dopo la collisione: ho visto sulla plancia i cadaveri di marinai''. Queste le parole di un dipendente della Direzione investigativa antimafia, Francesco Benedetto. ''Ho tentato di dare immediatamente l'allarme con la radio di bordo - ha racconta - ma i fili erano tranciati: la cabina comando è rimasta schiacciato nell'impatto. Così ho chiamato il 113 con il mio cellulare. Ho aiutato i passeggeri, alcuni dei quali, presi dal panico si sono lanciati in mare. E' stato terribile...''.

Un incidente drammatico, forse il più grave mai avvenuto lungo lo Stretto di Messina, che ha causato la morte di quattro persone. Erano le 18,15 di ieri, quando è avvenuta la collisione tra le due navi. L'urto fatale ha provocato anche 88 feriti, di cui alcuni in gravi condizioni, portati immediatamente negli ospedali di Reggio e di Messina. Dopo la collisione l'aliscafo ha cominciato a prendere fuoco e tra i passeggeri a bordo è scoppiato il panico. Alcuni si sono gettati in mare, ma fortunatamente sono stati subito recuperati dai soccorritori.
Le prime due vittime sono state il comandante e il direttore di macchina del ''Segesta Jet'', rispettivamente, Sebastiano Mafodda e Marcello Sposito, rimasti incastrati all'interno della plancia di comando dell'aliscafo andata completamente distrutta nell'impatto. Successivamente sono stati recuperati i cadaveri di un terzo e di un quarto marinaio: Lauro Palmiro, di 50 anni, e Domenico Zona, di 34 anni. Le ricerche di altri eventuali superstiti sono continuate tutta la notte e proseguono anche in mattinata, sia tra le lamiere dell'imbarcazione, sia in mare aperto. Si tratta però di una misura precauzionale: a quanto risulta alle autorità portuali non risulterebbero infatti persone disperse.

I 151 passeggeri a bordo dell'aliscafo erano per lo più pendolari messinesi che lavorano a Reggio Calabria e fanno quotidianamente la spola. L'imbarcazione, di proprietà delle Ferrovie dello Stato, era partita da Reggio Calabria alle 17,35. Si trovava già a un miglio dalla costa siciliana quando è avvenuto lo scontro. La linea Messina-Reggio Calabria è una tratta molto frequentata, inoltre il traffico nello stretto di Messina negli ultimi anni è aumentato per lo sviluppo del porto di Gioia Tauro, uno dei principali scali del Mediterraneo per i portacontainer.

Lo squarcio, sulla fiancata destra dell'aliscafo, non lascia dubbi: è stata la nave portacontainer a investire il mezzo veloce carico di pendolari. E l'ha colpito in corrispondenza della plancia di comando ridotta a un ammasso impressionante di ferraglia.
''La dinamica dell'incidente è ancora tutta da chiarire. Ciò che è certo, comunque, è che è stata la nave portacontainer a investire l'aliscafo''. Ha confermato il sostituto procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Francesco Mollace, che sta indagando sulla collisione insieme ai colleghi della Procura di Messina . ''Il problema, a questo punto - ha aggiunto Mollace - è di chi sia la responsabilità dello scontro. Se cioè è stato l'aliscafo a tagliare la strada alla nave o se è stata quest'ultima a seguire la rotta di collisione. E questo potrà essere chiarito soltanto quando saranno espletati tutti gli accertamenti tecnici e peritali''.
L'ipotesi privilegiata dalla Capitaneria di Porto di Messina è quella dell'errore umano. La falla sull'aliscafo è larga parecchi metri e si apre proprio all'altezza della cabina di pilotaggio. Le lamiere sono accartocciate e aprono uno strappo nella lamiera che segue il disegno della prora del mercantile. L'aliscafo si è inclinato su un lato perché dallo squarcio nella fiancata dell'imbarcazione è entrata molta acqua. Per evitare che affondi, l'aliscafo è stato imbracato da due motobarche dei vigili del fuoco e rimorchiato lentamente nel porto di Messina.

Ma c'è un altro elemento che deve essere tenuto in considerazione: la presenza di una terza nave, non coinvolta direttamente nella collisione, ma che potrebbe avere parzialmente oscurato la visione dell'aliscafo al cargo.
A ipotizzare la presenza di un' altra imbarcazione, oltre all'aliscafo Segesta Jet e al portacontainer Susan Bocherd, è il comandante della capitaneria di porto di Messina, Antonino Samiani. Secondo questa tesi, il portacontainer sarebbe stato parzialmente oscurato alla visione dell'aliscafo da un'altra nave che si sarebbe temporaneamente frapposta tra le due imbarcazioni prima della collisione. Gli investigatori della guardia costiera si sono messi subito al lavoro per ricostruire rotte e traiettorie delle navi che alle 17:53 di ieri erano nello Stretto di Messina. E si è alla ricerca di questa terza nave per parlare con il suo equipaggio e capire così la dinamica dello scontro e risalire alle eventuali responsabilità.

Intanto sono tre le inchieste aperte sulla drammatica vicenda, una penale e altre due amministrative. Il fascicolo aperto dalla procura di Messina è coordinato dal magistrato di turno Francesca Ciranna, che oggi riceverà già una prima informativa sommaria da parte della Guardia costiera. La Capitaneria di porto, responsabile dell'inchiesta amministrativa, dovrà accertare se siano state rispettate le rigide norme della navigazione che regolano il transito nello stretto di Messina, nonché la dinamica di quello che appare un caso di speronamento. Apriranno un'inchiesta anche le Ferrovie dello Stato. Anche il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi (oggi a Reggio Calabria per seguire da vicino la vicenda), ha deciso l'avvio di un'indagine ministeriale.
 
Immediato l'intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha espresso ''profondo turbamento'' per l'incidente e ha espresso sentimenti di partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime e di preoccupazione per le condizioni dei feriti.
Il presidente della Repubblica, si legge in una nota diffusa dal Quirinale, ''appresa la drammatica notizia dello scontro in mare al largo di Messina, che ha causato la morte di due membri dell'equipaggio dell'aliscafo coinvolto e il ferimento di tanti viaggiatori per lo più pendolari, si è messo immediatamente in contatto con i prefetti di Messina e di Reggio Calabria per seguire gli sviluppi dei soccorsi e le indagini sulla dinamica del tragico incidente''. ''Con profondo turbamento - prosegue la nota - il capo dello Stato ha espresso sentimenti di partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime e di preoccupazione per le condizioni dei feriti''.
Anche il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha espresso ''il più sentito cordoglio ai famigliari delle vittime e la profonda preoccupazione per le condizioni dei feriti. Il presidente - si legge in una nota - ha provveduto ad attivare i canali di comunicazione necessari per ricevere costanti aggiornamenti sugli sviluppi della vicenda''.
''Esprimo il mio cordoglio e quello dell'intero governo regionale ai familiari delle vittime della collisione avvenuta nello Stretto di Messina. È una tragedia che ci lascia sgomenti''. Ha detto il presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, dopo aver appreso dell'incidente. ''In questo momento - ha aggiunto il Governatore - il nostro pensiero va anche ai feriti senza dimenticare il grande lavoro svolto da tutti coloro che si sono prodigati nei soccorsi''.

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

16 gennaio 2007
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia