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Tragica esplosione a Palermo

Arrestato figlio del titolare del negozio al pianterreno della palazzina esplosa

19 agosto 2008

AGGIORNAMENTO
Esplosione Palermo, arrestato figlio del titolare del negozio -
La Polizia di Stato di Palermo ha arrestato Claudio D'Antoni, 36 anni, figlio del titolare del negozio di telefonia mobile di Palermo da cui, la notte tra domenica e lunedì, era scoppiato l'incendio che ha provocato il parziale crollo della palazzina di via Pindemonte con sette feriti. D'Antoni, che da ieri è piantonato all'Ospedale Civico di Palermo, dove è ricoverato per le ustioni riportate, è accusato di detenzione di arma clandestina e sarebbe anche indagato per strage e incendio doloso. L'arresto gli è stato notificato in ospedale dagli uomini della Squadra mobile di Palermo. Il pm che coordina l'inchiesta è Ennio Petrigni. D'Antoni è stato trovato in possesso di una pistola semiautomatica calibro 45 con doppio caricatore, carica e con la matricola abrasa. L'uomo non ha saputo spiegare la presenza della pistola nel suo marsupio. Inoltre, secondo la Procura che coordina l'inchiesta, D'Antoni sarebbe il responsabile dell'incendio che poi si è propagato per quasi tutta la palazzina.
L'uomo è stato interrogato ieri più volte dagli inquirenti ma ha fornito versioni contrastanti. All'interno della borsa dove si trovava il marsupio con la pistola calibro 45, gli investigatori hanno rinvenuto anche un flaconcino con degli ansiolitici e ricette mediche. Da tempo D'Antoni soffriva di depressione, da quando si era separato dalla moglie.
"Dalle sue dichiarazioni - come sostengono gli inquirenti - emergono incongruenze e molte lacune". Sembra che il negozio da cui è partito l'incendio che poi ha distrutto quasi tutto il palazzo fosse assicurato. Dalle prime indagini è emerso anche che è sparito l'hard disk contenente la registrazione della videocamera posta all'esterno dell'esercizio commerciale. In queste ore viene interrogato il padre di D'Antoni, titolare del negozio, tornato all'alba da Mosca dove si trovava in vacanza con la compagna.

Si sono intanto ulteriormente aggravate le condizioni di Cristina L., la ragazzina di 14 anni rimasta ustionata sul cinquanta per cento del corpo nell'incendio. All'alba di oggi la ragazza è stata trasferita dal centro Ustioni dell'Ospedale Civico di Palermo alla prima Rianimazione, dove è stata intubata per insufficienza respiratoria.
"Le sue condizioni sono molto critiche", ha spiegato il primario del reparto, Mario Re. Critiche, anche se non molto gravi, le condizioni della madre della ragazza, Maria Stella Lo Verso, di 43 anni. La donna è ricocerata al Centro Ustioni del Civico con il 30 per cento di ustioni sul corpo. Sono invece stazionarie le condizioni di salute degli altri cinque feriti. Oggi pomeriggio tre di loro verranno sottoposti alla tac per verificare se ci sono lesioni al cervello. [Adnkronos/Ing]
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Quella di ieri è stata una notte di terrore nel centro di Palermo, dove è esplosa una palazzina di cinque piani. Otto i feriti ricoverati in ospedale, tra cui un vigile del fuoco che ha subito un trauma cranico durante l'intervento.
Due delle persone rimaste ferite invece verserebbero in gravi condizioni. Preoccupanti le condizioni di Stella Lo Verso, 49 anni, e della figlia Cristina, 13 anni. Entrambe sono state ricoverate al Civico con ustioni serie. Gli altri feriti sono fuori pericolo. Alcuni sono stati intossicati dal fumo; gli altri, colpiti dalle macerie, sono stati ricoverati con traumi un po' in tutto il corpo.

L'esplosione, che è avvenuta poco dopo l'una della scorsa notte, come raccontato dagli stessi abitanti, secondo i primi rilievi dei vigili del fuoco, potrebbe essere stata provocata da un incendio accidentale sviluppatosi nel negozio al piano terra specializzato in condizionatori.
Da un sopralluogo nella palazzina compiuto anche dai tecnici dell'Amg, l'Azienda municipale del gas, sarebbe stata esclusa l'ipotesi di una fuga di metano da parte di un impianto domestico. Al piano terra dell'edificio, dove è avvenuta l'esplosione, non vi sono infatti contatori dell'Amg. L'unico impianto domestico, che si trova al primo piano, è stato trovato integro.
In base ai primi rilievi, dunque, prenderebbe sempre più corpo l'ipotesi di un'esplosione causata dagli impianti di ricarica dei climatizzatori che si trovano nel negozio al piano terra dell'edificio.
La zona attorno alla palazzina in via Pindemonte, a due passi dall'ex ospedale psichiatrico, è stata transennata e chiusa al traffico per timore di altri crolli. Interessato dall'esplosione, anche un immobile adiacente di due piani. Parzialmente danneggiati una macelleria e un centro fotocopie al piano terra della palazzina. Colpite dalle macerie due autovetture parcheggiate. Decine le persone che sono state fatte scendere grazie all'autoscala dei pompieri.
Il comune di Palermo ha subito emesso un provvedimento di sgombero per 12 famiglie che vivono negli appartamenti delle due palazzine sopra il negozio.

Particolarmente difficili sono risultate le operazioni di soccorso al secondo piano dell'edificio, dove viveva una famiglia con due bambini ancora piccoli. "Mio marito - ha raccontato una donna che abitava al piano di sotto - ha aiutato quei bambini a scendere. Sono stati momenti terribili".
Secondo il primo racconto fatto dai testimoni, poco dopo l'una, si sono sentite "due forti esplosioni", a cui hanno subito fatto seguito le fiamme che si sono sprigionate in pochi minuti. "Non capivamo che cose fosse accaduto - hanno spiegano alcuni degli abitanti subito ricoverati in osservazione - Poi abbiamo visto il fuoco e siamo subito scesi fino al pian terreno. Ma in pochi minuti il palazzo era pieno di fumo. Sono stati momenti di grande panico. Per fortuna, siamo riusciti a scappare".

"E' stato terribile", ha raccontato un'altra inquilina sorpresa dal crollo mentre dormiva con i figli nell'appartamento al terzo piano. "Mio marito ha aiutato i bambini a scendere. Eravamo spaventati. Due botti hanno fatto tremare la casa. C'era un gran fumo e vedevamo le fiamme. Avevamo paura; i bambini piangevano. Nelle scale c'erano mattoni e pietre. Un inferno".
"Con mio nipote - ha aggiunto un uomo di 50 anni che abita a pochi metri dal luogo dell'incendio - ci siamo subito dati da fare. C'era gente alle finestre che chiedeva aiuto. Li abbiamo aiutati a scendere sulla strada scavalcando i balconi".

"Abbiamo sentito un boato fortissimo e subito dopo è entrato del fumo da sotto la porta d'ingresso della mia abitazione. Per l'esplosione sono crollati i solai di alcuni appartamenti. Io, mia moglie e i miei figli ci siamo salvati per miracolo, calandoci da una trave al piano di sotto e fuggendo in strada dalla parte posteriore del palazzo mentre le fiamme erano alte più di dieci metri". Questo un altro drammatico racconto di uno degli inquilini della palazzina.
Alcune famiglie sono rimaste intrappolate sotto le macerie, altre si sono rifugiate dai vicini e sono riuscite a mettersi in salvo saltando dai balconi o calandosi dalle verande nella parte posteriore dello stabile, che dà sulla via Sunseri.
"Ho sentito due boati che provenivano dal negozio di telefonia - ha raccontato un altro inquilino -. Due esplosioni, una dietro l'altra, che hanno mandato in frantumi le vetrine del negozio di telefonia. Il fumo impediva di vedere ogni cosa; ho tentato di entrare nell'androne del palazzo accanto al negozio in cui abita al piano terreno mia suocera, rimasta ferita insieme ai suoi due figli. Quando sono entrato nell'appartamento di mia suocera c'era tanto fumo e il tetto era crollato sulle gambe di mio cognato che era a letto e chiedeva aiuto. Non si poteva muovere. L'intervento dei vigili ha permesso di estrarlo dalle macerie"

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it, La Siciliaweb.it]

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19 agosto 2008
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