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Transamerica

Per Duncan Tucker un gran debutto alla regia, per Felicity Huffman un'interpretazione straordinaria

16 febbraio 2006


 






Noi vi segnaliamo...
TRANSAMERICA
di Duncan Tucker

Felicity Huffman, già vincitrice dell'Emmy per la serie Tv 'Desperate Housewives', punta all'Oscar (dopo aver vinto il Globo d'Oro per la miglior interpretazione femminile) nel ruolo 'estremo' di un transessuale che prima dell'operazione che lo libererà dal suo stato cerca di fare i conti con il proprio passato e con il figlio che ha appena scoperto di avere.
Bree (Felicity Huffman) è un transessuale che vive a Los Angeles. Sta risparmiando i soldi per pagarsi l'ultimo intervento, quello che la renderà definitivamente donna. Un giorno riceve la chiamata di un ragazzo di New York in cerca del padre che non ha mai conosciuto. Bree capisce di essere il padre del ragazzo, nato da un rapporto eterosessuale avuto occasionalmente tanti anni prima, quando era ancora un uomo. A questo punto Bree rimanda l'appuntamento più importante della sua vita e si mette in viaggio con il giovane Toby per cercare di conoscerlo, facendogli credere di essere una volontaria della "Chiesa dei Padri Potenziali". Con il terrore di raccontare al giovane e ribelle adolescente la verità, Bree affronta comunque il viaggio destinato a cambiare sia la sua vita che quella di suo figlio, ed a portarli molto più vicino alla verità della loro unione.

''Puoi cambiare tutto, nella vita, ma non il passato''. Parola di Felicity Huffman, ex "Casalinga Disperata" e adesso protagonista di 'Transamerica' per il quale si è aggiudicata il Globo d'Oro, in attesa delle nomination all'Oscar. E' lei l'anima del film. Con il suo eloquio preciso e sussurrato, la sua postura rigida, la sua timidezza, il suo sguardo a metà strada tra un abisso di tristezza e di speranza. Il suo viaggio con il figlio attraverso l'America, quell'America di provincia così dolce e disperata, diventa un viaggio alla ricerca di se stessi, delle proprie fragili personalità. Di Bree (una volta chiamato Stanley) colpisce profondamente la caratterizzazione: nata geneticamente e sfortunatamente come uomo, è un trans raffinato, lavoratore, educato e calmo, ma continuamente sull'orlo di una crisi di nervi. Ha un obiettivo da raggiungere: l'operazione, e per raggiungerlo ha fatto di tutto. La scoperta di questo figlio, Toby, ha messo in discussione tutta la vita che si è faticosamente costruita.
Il debutto nel lungometraggio di Duncan Tucker è stato salutato con svariati premi:
Festival Internazionale di Berlino 2005 – Miglior Film "Sezione Panorama"
Tribeca Film Festival 2005 - Miglior attrice
Deauville Film Festival 2005 - Migliore Sceneggiatura


Distribuzione Dnc
Durata 103'
Regia Duncan Tucker
Con Felicity Huffman, Kevin Zeger, Fionnula Flanagan
Genere Drammatico


La critica
''Strepitosa Felicity Huffman (...) Prendetelo come un “Tutto su mia madre” appena un po' più brusco. Oppure come il più originale “on the road” visto di questi tempi: tenerissimo, commovente, pieno di battute e situazioni degne di Billy Wilder (...)''
Mariarosa Mancuso, 'Il Foglio'

''Una trans-gedia greca? No, un buffo road movie alla Easy Rider (...), un grottesco work in progress sui ruoli di famiglia, esposizione di ciò che è iper americano: ma non è un film malsano su quel che hai sotto la gonna. (...) Audace senza scandali, con la super magnifica e credibile Felicity Huffman di Desperate Housewives , la commedia del deb Duncan Tucker è classica, un po' acida e assai divertente''.
Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera'

''Non si vede spesso una commedia con tante virtù: civiltà di propositi, ottimi dialoghi, ritmo vivace, bella fotografia, una grande interpretazione. (...) Lei (Felicity Huffman, ndr), la statuetta, se la meriterebbe tutta; per come ha sottoposto il corpo a un trucco deformante e delicato insieme, calandosi poi in un personaggio che è un crogiolo di dolore, humour, amarezza, determinazione. Trovare tanta umanità in un "carattere" cinematografico è cosa che, in una stagione, capita un numero di volte da contare sulle dita''.
Roberto Nepoti, 'la Repubblica'

''Un'interpretazione che si può davvero definire straordinaria. (...) una personificazione di gran classe e coinvolgente emozionalità. Ma l'intero cast funziona perfettamente, ben intonato com'è al coerente e stilizzato disegno della regia''.
Alessandra Levantesi, 'La Stampa'

''Il beffardo titolo, Transamerica, anticipa lo scabroso tema, affrontato con encomiabile ironia, mischiata a fastidiose concessioni al cattivo gusto, dal coraggioso (ma nemmeno tanto, di questi tempi) e ruffiano esordiente Duncan Tucker (...). Tirando le somme un film sgradevole, eppure tenero, che cerca di non scivolare, riuscendoci solo in parte, sul terreno infido. Certe scene mettono i brividi, anche di disgusto, altre sfiorano la commozione. (...) Strepitosa l'imbruttita casalinga disperata Felicity Huffman''.
Massimo Bertarelli, 'il Giornale'

''La performance di Felicity Huffman è eccitante. Definirla convincente è riduttivo. E' una perfetta metamorfosi''.
A.O. Scott, 'New York Times'

''Ilare e decisamente toccante. Un debutto alla regia trionfale''.
Eddie Cockrell, 'Variety'

''Un road movie di umorismo delirante. Interpretazioni straordinarie, scenografie eccellenti, fotografia memorabile''.
Sheri Linden, 'Hollywood Reporter'

''Felicity Huffman è una meraviglia, divertente e coraggiosa. La sua interpretazione è tra le migliori dell'anno''.
Kevin Thomas, 'Los Angeles Times' 

''Cast superbo. L'interpretazione della Huffman da Oscar''.  
Peter Travers, 'Rolling Stone'

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16 febbraio 2006
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