Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Trattativa Stato-mafia: la deposizione di Gianni De Gennaro

Il sottosegretario, all'epoca dei fatti ai vertici della Dia, al processo in corso a Rebibbia

13 febbraio 2013

Udienza preliminare sulla trattativa Stato-Mafia. Ieri, davanti al gup di Palermo Piergiorgio Morosini, in trasferta nell'aula bunker del carcere di Rebibbia, a Roma, l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, oggi sottosegretario con delega alla Sicurezza, è stato invitato a discutere di uno dei capisaldi della ricostruzione che i magistrati siciliani fanno della presunta trattativa tra vertici delle istituzioni e Cosa Nostra, ovvero il ruolo di Calogero Mannino.
All'inizi del 1990, il politico democristiano era ministro dell'Agricoltura. Nel '91 sarebbe diventato ministro per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno. Il suo nome sarebbe comparso nella lista degli obiettivi dei boss mafiosi qualora non si fosse trovata un'intesa sul cosidetto "papello" consegnato agli ufficiali dei Ros: "Non ricordo pericoli di attentati a Mannino", ha risposto De Gennaro. Secondo l'accusa, Mannino si sarebbe attivato per la trattativa nel timore di essere ucciso dalla mafia.

A proposito del delitto di Salvo Lima, il politico siciliano assassinato a Palermo il 12 marzo 1992, De Gennaro ha detto:  "So che l'assassinio di Salvo Lima fu inquadrato come reazione mafiosa al maxiprocesso". L'omicidio dell'eurodeputato della Dc "fu grave, però non lo collegai subito", ha spiegato De Gennaro, che ha detto di non ricordare se dopo questo delitto e la strage di Capaci abbia "avvertito il pericolo di altri attentati a uomini politici". "Ho un ricordo sbiadito sui nomi di personalità politiche per cui si fosse determinato un particolare allarme negli anni delle stragi di mafia", ha risposto al gup Morosini che gli chiedeva se avesse sentito parlare a ridosso di Capaci della possibilità di un attentato all'ex ministro democristiano Calogero Mannino. De Gennaro ha ricordato che "molte riunioni del Comitato nazionale per la sicurezza erano incentrate sulle misure di protezione. Si parlò di un codice di comportamento per coloro che si riteneva fossero esposti al rischio". Ma il prefetto ha anche detto di non avere ricordi specifici di nomi di politici. "È verosimile si trattasse di rappresentanti delle istituzioni". De Gennaro ha poi aggiunto che "c'era uno stato di incertezza nell'attribuire gli attentati del '93. L'attribuzione della matrice mafiosa non fu facile". L'ex capo della polizia ha sottolineato che nelle stragi "la logica era quella della stabilizzazione". De Gennaro ha poi ricordato una nota della Direzione investigativa antimafia del 10 luglio del 1993 in cui si segnalava la "strategia di pressione sullo Stato". "Gli apparati investigativi - ha aggiunto - si erano prefigurati l'escalation di altri attentati".

De Gennaro ha risposto anche sull'ammorbidimento del regime del carcere duro per i mafiosi. "Il 41 bis era un regime di sofferenza e incentivava le collaborazioni", ha aggiunto l'allora capo della Dia, e ha sostenuto che l'allora capo della polizia, Vincenzo Parisi, non gli parlò mai del 41 bis. "Io ero per la linea della fermezza sul 41 bis", ha detto, ricordando un episodio specifico avvenuto nell'autunno del '92 quando la Dia assunse un'iniziativa richiedendo al procuratore nazionale Antimafia "il soggiorno cautelare per 26 esponenti o sospetti esponenti della mafia in un'isola in una logica della prevenzione". De Gennaro ha sottolineato come "certamente l'introduzione del regime di detenzione differenziato era stato di grave danno per l'organizzazione criminale, sia per l'impossibilità di comunicare, sia per il possibile cedimento e la determinazione a collaborare di soggetti più deboli". "Molti detenuti - ha detto - si pentirono probabilmente perché non sopportavano le restrizioni carcerarie del 41 bis. Dopo l'omicidio Borsellino, si pensò di trasferire Luciano Liggio (il boss storico di Corleone, ndr) all'Asinara a mo' di ammonimento". De Gennaro ha anche aggiunto di non ricordare "episodi specifici in cui qualcuno sostenne una linea diversa dalla fermezza sul 41 bis".

Rispondendo ad altre domande di Morosini, De Gennaro ha più volte specificato di non essere a conoscenza dei rapporti tra il Ros e Vito Ciancimino e di non avere mai fatto indagini su di lui prima del '92. De Gennaro ha quindi ricordato che Giovanni Falcone gli parlò delle indagini su Ciancimino e che la circostanza emerse nell'interrogatorio di Buscetta. Ma alla domanda specifica del giudice, De Gennaro ha risposto di non ricordare come Falcone inquadrasse la figura di Ciancimino. Rispondendo poi al pubblico ministero Nino Di Matteo, De Gennaro ha aggiunto di avere ricevuto notizie della collaborazione di Vito Ciancimino con l'attività giudiziaria "quando questa attività andava concretizzandosi". Nel corso della deposizione il prefetto ha più volte sottolineato la difficoltà della Dia nei primi anni della sua istituzione ad uno scambio ufficiale di informazioni con le altre strutture.

Rispondendo ad una domanda da parte della difesa di Mancino De Gennaro è tornato a parlare del 'papello'. "Nel 92-93 non ho sentito parlare del cosiddetto 'papello'" con le richieste della mafia di attenuazione dell'attività di contrasto da parte dello Stato, e ha anche aggiunto di non aver "mai parlato, né lui me ne ha parlato, con l'allora ministro dell'Interno di attenuazione del carcere duro per i mafiosi".
"Io la perquisizione a casa di Riina l'avrei fatta subito", ha sottolineato infine De Gennaro, aggiungendo però come "con riferimento al metodo investigativo non ho mai avuto contrapposizioni con il generale Mori e con Contrada non c'era una contrapposizione sul piano personale". In riferimento al verbale del sociologo Pino Arlacchi, che ha parlato di contrasti con Mori e Contrada, De Gennaro ha detto: "Sono valutazioni di Arlacchi e non cose di cui io gli ho parlato".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, AGI, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno, LiveSicilia.it]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

13 febbraio 2013
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia