Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Trattativa Stato-mafia: niente parte civile per i familiari di via D'Amelio

Il gup Morosini ha respinto lo stralcio per l'ex ministro Nicola Mancino

17 novembre 2012

I primi nodi sono stati sciolti: la posizione dell'ex ministro Nicola Mancino, almeno per ora, non sarà separata da quella degli altri undici imputati del procedimento sulla trattativa Stato-mafia. E i familiari delle vittime della strage di via D'Amelio, a cominciare da Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso nel '92, e dall'unico agente sopravvissuto alla strage, non saranno parte civile all'udienza preliminare.
Un'udienza fiume, quella di giovedì scorso, servita al gup Piergiorgio Morosini, per affrontare le prime questioni procedurali.

Con una lunga e complessa ordinanza, dopo avere sentito il parere del pm Nino Di Matteo e dei legali degli imputati, il magistrato ha deciso sulla costituzione delle parti ammettendo la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Rifondazione Comunista, il Comune di Palermo, il Centro Pio La Torre, l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, per la presunta calunnia subita da Massimo Ciancimino, i familiari dell'ex eurodeputato Salvo Lima, ucciso dalla mafia nel '92, il movimento Agende Rosse rappresentato da Salvatore Borsellino, e il sindacato di polizia Coisp. Fuori dal processo l'associazione antiracket di Marsala, i familiari delle vittime della strage di via D'Amelio e Antonino Vullo, unico poliziotto rimasto vivo perché, secondo il gup, non ci sarebbe "un nesso causale diretto e immediato" tra il reato di minaccia a corpo politico dello Stato contestato agli imputati e il dolore patito per la morte dei familiari.

Rigettata, poi, l'istanza fatta dal legale di Mancino, l'avvocato Umberto Basso De Caro, che aveva chiesto di separare la posizione dell'ex ministro da quella degli altri imputati - boss, politici, ex ufficiali del Ros e Massimo Ciancimino - mancando la connessione tra le condotte contestate. Per il gup, invece la connessione c'è. Almeno allo stato - ha precisato il giudice - visto che le parti potrebbero fare altre questioni procedurali e che nuove acquisizioni probatorie potrebbero entrare nel processo.
Ma la posizione dell'ex ministro, nei cui confronti Morosini ha respinto tutte le richieste di costituzione di parte civile - resta in sospeso anche per un'altra questione sollevata dalla difesa: quella della competenza del tribunale dei ministri vista la carica ricoperta da Mancino nel periodo al quale le accuse si riferiscono. Su questo si discuterà all'udienza del 27 novembre.

Il processo è stato rinviato al 20 novembre. Ma i difensori di alcuni imputati hanno già depositato in cancelleria memorie in cui annunciano nuove questioni. Come quella sulla competenza territoriale che, secondo l'ex ministro Dc Calogero Mannino, ad esempio dovrebbe essere trasferita a Roma.
Ci sono anche le famiglie di due delle vittime della strage di via D'Amelio tra le parti civili che intendono costituirsi in giudizio nel processo per la cosiddetta trattativa tra mafia e Stato. I familiari di Claudio Traina, l'agente di scorta di 26 anni di Paolo Borsellino, e i figli del caposcorta del magistrato Agostino Catalano, che hanno avanzato la loro richiesta alla ripresa dell'udienza preliminare nell'aula bunker del carcere Ucciardone. [Informazioni tratte da Repubblica/Palermo.it]

- Seconda udienza del processo sulla trattativa Stato-mafia (Guidasicilia.it, 15/11/12)

 

 

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

17 novembre 2012
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia