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Travellers. Esperienze, racconti, immagini, sguardi

Alla Galleria Credito Siciliano di Acireale la mostra di Gionata Xerra, dedicata ai viaggiatori e alle... valigie

31 luglio 2014

Gionata Xerra
Travellers. Esperienze, racconti, immagini, sguardi
Mostra a cura di Lucia Miodini
Galleria Credito Siciliano
Piazza Duomo, 12 - Acireale
Fino all'11 ottobre 2014

Si potrebbe affermare che la mostra di Gionata Xerra - alla Galleria del Credito Siciliano di Acireale - è una esposizione dedicata certo ai viaggiatori, alle loro Esperienze, racconti, immagini, sguardi, ma anche, in un certo modo, dedicata al fascino misterioso della valigia. Almeno così la descrive in catalogo Fulvio Scaparro che, subito dopo, richiamando Alberto Savinio, ricorda che "chiarire un mistero è indelicato verso il mistero".

"Gionata Xerra. Travellers. Esperienze, racconti, immagini, sguardi" è promossa dalla Fondazione Credito Valtellinese, diretta da Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra e curata da Lucia Miodini.
E’ una mostra in due installazioni e dodici fotografie di grande formato, che rappresentano busti di uomini, donne e bambini nudi che fuoriescono da valigie, moderni simboli del viaggio e delle migrazioni. Ed ecco il viaggio come metafora per raccontare "le contraddizioni del mondo".
Perché attraverso i ritratti di questi dodici testimoni (come gli Apostoli e le dodici Tribù della Diaspora...), il progetto racconta, senza entrare in uno specifico didascalico, viaggi compiuti in prima persona o "ereditati" dalle narrazioni della famiglia, del popolo, dell’etnia, in alcuni casi ancora dolorosamente presenti.
Dodici, tra donne, uomini, bambini: non profughi appena sbarcati, ma persone inserite nella nostra società, approdate ad una condizione di benessere e di stabilità, rivivono il loro remoto viaggio uscendo da altrettante valigie aperte. Come busti viventi, senza indumenti addosso che consentano di identificarli nella loro attualità, ricordano e, a volte, piangono lacrime essenziali. Un pianto espiatorio, nel ruolo di testimoni di un "viaggiare obbligato" che continua reiteratamente a manifestarsi.

Oltre alle dodici immagini (Lightbox) 100x100 cm, il progetto comprende due importanti installazioni. La prima installazione è composta da una lunga fila di valigie (circa 40 mt) attaccate tra loro e appese a una parete. Alcune valigie (12, come i testimoni delle foto) avranno sul fronte uno spioncino (quello delle porte d’ingresso) attraverso il quale sarà possibile guardare all’interno delle stesse. Deformata dalla visione fish-eye, tipica dello spioncino, ogni valigia svelerà una storia, visibile su un monitor inserito all’interno, che trasmetterà un video, immagini, testi o semplicemente illuminerà degli oggetti.

La seconda installazione propone una sorta di "Scatola Magica" ove lo spettatore assume il ruolo di attore di un viaggio. Una sola valigia appesa a una parete. Guardandoci dentro, si vede l’interno di un corridoio con due valigie appoggiate a terra.
Il percorso della mostra porta i visitatori a entrare in quest’ambiente, dove un grande specchio che in realtà è un "vetro spia", attraverso il quale abbiamo guardato precedentemente, riflette la loro immagine di viaggiatori.

Costretti così a un’intima riflessione sul proprio viaggio, ereditato realizzato o possibile.

Cosa si "impara" visitando la mostra di Gionata Xerra? Se lo chiede in un saggio del catalogo Remo Bodei. "Che viaggiatori non sono solo i turisti frettolosi che si spostano in cerca di spiagge bianche e di palme o di emozioni dell’esotico, ma anche innumerevoli persone, esistenze individuali vulnerabili, costrette a prendere la valigia e a rischiare per sopravvivere o per trovare una vita migliore. Con intelligenza e forza espressiva, Xerra sembra parlare di altri, ma in realtà - costringendoci a esercizi di immedesimazione - parla di noi, di come avremmo potuto essere e, più in generale, della nostra comune umanità. Del resto, anche se non nello spazio geografico, tutti noi siamo emigranti nel tempo. Ad ogni momento veniamo espulsi dal passato come patria irrecuperabile e sospinti verso un avvenire ignoto, da cui non possiamo tornare indietro. Su questo terreno condiviso, Gionata Xerra ci aiuta a meglio comprendere la cesura più netta e dolorosa dei migranti rispetto al loro paese e alla loro storia personale".

Gionata Xerra è una figura di artista mediatore, che mette in contatto media ed elementi diversi, costruendo reti di relazioni e di opportunità e infine ottenendo qualcosa di nuovo, con l’uso di una specifica forma d’arte. A differenza di molte installazioni caratterizzate dall’espansione delle immagini fuori dai limiti della scatola televisiva su multischermi, Gionata introduce l’idea di un piccolo contenitore di immagine e storie deformate dalla visione fisheye come quelle dell’elaboratore HAL 9000 di 2001: Odissea nello spazio. L’interattività basata sulla reciprocità tra opera e osservatore, sperimentata in Kaleidoscope, ritorna in Travellers, dove l’autore introduce nuovi parametri percettivi.

Chi sono queste donne e questi uomini?
Chi sono queste donne e questi uomini, adulti e bambini, di cui scorgiamo solo il volto e il busto? Essi si offrono al nostro sguardo nella loro nudità. La pelle, l'epidermide della superficie corporea, è una sottile linea di confine tra l'interno e l'esterno, una demarcazione ma al contempo un medium del rapporto con l'altro. Quale destino celano le espressioni degli occhi e le lacrime che rigano le guance di questi dodici travellers? Posare davanti all'obiettivo costituisce sempre un momento esistenziale. La posa tenta di mascherare la paura e l'intimidazione che nascono dall'apparecchio fotografico, tradisce la difficoltà, la quasi impossibilità di essere naturali davanti a uno sguardo trasparente. Seduti, in attesa dello scatto, si fanno i conti con la propria idea di soggettività. Xerra coglie il significato profondo dell'atto fotografico e mette il soggetto al riparo dal dissolvimento del tempo, portando in superficie il desiderio di narrare una storia e trattenerla. Durante la "mise en scène", che talora s'accosta alla pratica dello psicodramma, acuisce la capacità di comprendere empaticamente. È questo gioco di sguardi che l'immagine ci restituisce. È proprio la direzionalità dello sguardo la componente cruciale nella costituzione identitaria del soggetto moderno.

Chi sono gli uomini e le donne ritratti da Gionata Xerra? Yvonne che ha vissuto ancora bambina il dramma della guerra civile in Ruanda; il figlio, il piccolo Amnath; Ashia, la ragazza Rom adottata quando aveva cinque anni; sono migranti affermati come Dragana, la giovane donna serba che lavora nella moda o Fabrice francese di quarta generazione, amministratore delegato di un importante marchio di design di moda; Soheila giovane donna Iraniana, consulente commerciale internazionale; Sandra e Mara le gemelle siriane nate in Italia; intellettuali e artigiani come Dan Lerner e Pepe, che costruisce scenografie; Stefano figlio di immigrati in Argentina ritornato in Italia per sfuggire alla dittatura e Toan, noto designer il cui padre fu esiliato dal Vietnam.
Fanno parte della quotidianità dell'autore, che in alcuni casi ha ascoltato direttamente il racconto delle esperienze vissute; altre volte la storia di quelle vite gli è stata narrata da comuni amici. Sono figure di spicco della trama invisibile ma essenziale delle relazioni che ci circondano, della rete che Fritjof Capra interpreta come struttura profonda della vita.

Alla base dell'intreccio tra immagine fissa e video, caratterizzante l'installazione multimediale di Xerra, sta una pratica di carattere orale. La conoscenza dell'esperienza è mediata dall'ascolto. Anch'io ho udito dalla voce di Gionata il racconto coinvolgente di quei migranti.

Le fotografie retro illuminate sono in scala 1:1 e realizzate in formato quadrato, cm 100x100, con uno spessore di 9 cm. Il dispositivo lightbox, attentamente progetto da Decoma Design, dona alle immagini una spettacolare presenza. L'alta definizione permette la realizzazione di stampe di grandissime dimensioni che instaurano un rapporto percettivo ben diverso dal quello dei formati più comuni. Il fotografo canadese Jeff Wall, tra i primi ad utilizzare questa tecnica, la trae dall'architettura commerciale e vernacolare americana. Gionata prosegue in altra direzione: evidenzia gli effetti di luce e rielabora in postproduzione i delicati passaggi cromatici. Mi pare di individuare nessi con la grande tradizione della pittura fiamminga: penso al ritratto di giovane donna di Rogier van der Weyden o all'autoritratto di Jan van Eych. La posa di tre quarti è un cambiamento dotato di grande suggestione, prima di tutto per l'osservatore. È uno strano circuito quello che si attiva, guardando i volti dei dodici travellers.

Come ogni viaggiatore, hanno conosciuto momenti in cui sono stati sotto gli occhi di tutti, ma come trasparenti, invisibili, senza l'individuazione, che alla fine fa trovare la "lettera rubata" nel racconto di Edgar Allan Poe.
Gionata riesce abilmente ad evitare il rischio che siano annullate le differenze, che su queste donne e questi uomini si proietti la nostra immagine. Il lavoro in post produzione fa sì che la pelle non sia motivo di discriminazione, scongiurando così alcuni stereotipi della "memoria" dell'uomo contemporaneo, come lo stereotipo negativo dell'altro, che Paul Fussell fa risalire alla Grande Guerra. Gionata lascia che si realizzi, invece, la possibilità che l'immagine diventi immagine di memoria, capace di attivare un processo inventivo anche nello spettatore.
La memoria, come ci ricorda Antonella Tarpino, si consuma oltre la sfera canonica dell'auctoritas (lo spazio pubblico della tradizione) per investire impercettibilmente la dimensione ibrida del quotidiano, lo spazio domestico della vita. Anche se la società non sa che farsene delle cose che hanno perso il loro valore d'uso, gli oggetti della nostra vita condensano brevi narrazioni. La crescente opacità fa risplendere ancor più gli oggetti del quotidiano
[...] - Lucia Miodini

INFO
Galleria Credito Siciliano
Orari e ingressi: dal 30 luglio al 21 settembre da mercoledì a domenica 18.00 - 21.30
dal 24 settembre all’11 ottobre da mercoledì a domenica 10.00 - 12.00 / 17.00 - 20.00
Aperture straordinarie su prenotazione
chiuso lunedì e martedì
INGRESSO LIBERO
Informazioni al pubblico: tel. +39 095.600.208
- www.creval.it

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31 luglio 2014
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