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Tre giorni e tre notti in aula... serve la coca

Nell'ordinanza del Gip Piergiorgio Morosini le intercettazioni che "imbarazzano" il deputato Cintola

17 giugno 2010

Il deputato regionale deve affrontare "tre giorni e tre notti d'aula" all'Assemblea regionale siciliana e per questo motivo la sua solerte segretaria si sarebbe rivolta al suo pusher di fiducia per procurare all'onorevole "cinque grammi di cocaina".
E' quanto scrive nell'ordinanza di custodia cautelare il giudice per le indagini preliminari di Palermo, Piergiorgio Morosini, che ha firmato i provvedimenti per le 29 persone arrestate all'alba di ieri nell'operazione antidroga denominata 'Dolly show' (LEGGI). Il politico in questione, che non risulta indagato ma solo segnalato alla Prefettura come assuntore di cocaina, è il deputato regionale dell'Udc Salvatore Cintola.

Il 17 gennaio del 2004, come ha scritto il gip nell'ordinanza, l'allora segretaria di Cintola, Sabrina Di Blasi, 34 anni, finita ieri in carcere per detenzione e spaccio di droga, si sarebbe rivolta a Giorgio Napolitano, 35 anni, anche lui finito in galera ieri, per avere cinque grammi di cocaina "per il 'nano', dovendo costui affrontare tre giorni e tre notti d'aula", come scrive il gip riferendosi al deputato Cintola.
"Si sta facendo una partita e sono qualche cinque...", dice al telefono la Di Blasi a Napolitano, e prosegue: "tu considera che glieli devo andare a lasciare più tardi in ufficio perché lui passa domani presto a prenderseli perchè comincia l'aula e finirà... avrà tre nottate da farsi, tre giorni e tre notti...". Sabrina Di Blasi era impiegata presso la segreteria politica di Salvatore Cintola. Secondo il gip dalle intercettazioni, frequenti, tra la Di Blasi e Napolitano, "conferma la necessità per la Di Blasi di disporre dello stupefacente per le esigenze sue e dell'onorevole Cintola".
Dalle attività investigative della Squadra mobile viene confermato che il 18 febbraio del 2004 Giorgio Napolitano si reca nella segreteria del deputato regionale Udc Salvatore Cintola, dove si ferma per "circa un quarto d'ora". "Tre giorni dopo - si legge nell'ordinanza - la Di Blasi chiama nuovamente Napolitano lamentandosi di non avere ancora ricevuto i 'sei curriculum' e il pusher assicura di provvedere alla consegna alle 19.30". Alle 19.30 Lorenza Bonsignore, amante di Giorgio Napolitano e amica fidata di Sabrina Di Blasi, telefona al compagno apprendendo come quest'ultimo "debba effettuare una imminente cessione in 'ufficio'. La Bonsginore intuendo chi possa essere il destinatario della droga - scrive il gip - afferma 'Ah, per il nano?' e Napolitano conferma 'Eh'. Quindi la donna esprime una spontanea riflessione basata sul rapido consumo di cocaina da parte di Sabrina Di Blasi e dello stesso onorevole: 'Mi... fanno in fretta' e Napolitano precisa che in questo caso di tratta di sei grammi 'Dice di preparare un tavolo per sei...'". Venticinque minuti dopo Napolitano annuncia per telefono all'allora segretaria di Cintola di trovarsi in scooter davanti al suo palazzo. E' sempre il gip di Palermo a scrivere nell'ordinanza che il 27 febbraio del 2004 Sabrina Di Blasi "viene chiamata sul suo telefono mobile dall'onorevole Cintola che riferisce stringatamente di non avere potuto ottenere la visita di quel suo amico, quindi Cintola incalza la segreteria e chiede ulteriori chiarimenti per sapere se la stessa avesse battuto ulteriori percorsi 'Ci ha provato lei?', chiede".

Per il gip di Palermo che ha firmato l'ordinanza "pare verosimile che Cintola non avendo potuto acquisire dello stupefacente presso un pusher di fiducia si sia rivolto alla fidata segretaria la quale sembra però in questo caso non potere favorire il suo datore di lavoro". L'8 marzo del 2004 c'è un'altra telefonata intercettata tra Salvatore Cintola e la sua ex segreteria. "Cintola - ha scritto il gip Morosini - richiede la fornitura di tre, quattro, cinque grammi di cocaina. Così due ore dopo, la Di Blasi telefona a Napolitano chiedendogli un incontro, questi però l'avvisa di non avere stupefacente di buona qualità e di essere in procinto di partire".
Il 10 marzo del 2004 la Squadra mobile di Palermo effettua un servizio di sorveglianza presso lo studio politico di Cintola "che permetteva di documentare - scrive ancora il gip nell'ordinanza - l'arrivo dell'autista di Cintola a bordo dell'auto blu di servizio. Quindi, l'arrivo di Napolitano e la sua successiva dipartita e infine, in serata, l'uscita della Di Blasi dallo studio e il suo rientro presso la sua abitazione". Nell'androne dell'edificio la donna viene perquisita e addosso le trovano un grammo di cocaina. La successiva perquisizione alla segreteria politica di Cintola ha permesso di sequestrare 10 grammi di cocaina nascosti in un cassetto "che la donna ha indicato essere di pertinenza dell'onorevole Cintola". Alle undici di quel giorno Cintola non avendo trovato la droga nel suo cassetto telefona alla Di Blasi chiedendole dove avesse lasciato il tutto ma lei tronca la telefonata. Due minuti dopo "Cintola lascia un messaggio sulla segreteria della donna 'non trovo niente, grazie signorina'".

Chi è Salvatore Cintola - Sugli scranni di Palazzo Madama Salvatore Cintola, 68 anni, eletto nell'Udc, originario di Partinico, ci è rimasto solo per un anno circa, dal 2008 al 2009. Poi ha preferito ritornare a Palermo, tra i banchi di Palazzo dei Normanni. Era il primo dei non eletti alle ultime regionali. Poi, quando il suo compagno di partito Antonello Antinoro è volato al parlamento europeo, Cintola ha lasciato il Senato optando per l'Ars. Ma per lui e per l'Udc nel parlamento siciliano i tempi erano cambiati. Lo scudo crociato, frattanto, era passato all'opposizione dopo essere stato estromesso dal governo guidato da Raffaele Lombardo. E così il deputato regionale si era ritrovato senza alcun incarico. Neanche come componente delle commissioni legislative che erano già state formate. Cintola, separato, padre di due figlie, il momento più alto della sua carriera politica lo ha vissuto quando ad agosto del 2004 venne nominato assessore regionale al Bilancio nel governo guidato da Salvatore Cuffaro, anche lui dell'Udc. Una carriera nel partito di Casini giunta oggi all'epilogo, con la sua sospensione decisa dal segretario Lorenzo Cesa, che ne ha chiesto anche l'espulsione dal partito.
Cintola ha subito respinto con sdegno l'accusa rivoltagli: "Non ho mai assunto cocaina o qualche altro tipo di stupefacenti non ho mai avvicinato persone che potessero smerciare droga. E' una falsità assoluta. In ogni caso, questi fatti risalgono a più di cinque anni fa e a me non è mai stato contestato nulla". E a Cesa consiglia "di espellere se stesso per le cose ignobili che ha fatto". Cintola spera che il caso si ridimensioni. E che tutto finisca come quella indagine per concorso esterno in associazione mafiosa dalla quale il deputato regionale uscì indenne dopo che nel 2007 il gip Donatella Puleo, accogliendo la richiesta dei pm Maurizio De Lucia e Lia Sava, decise l'archiviazione. Il deputato regionale era finito sotto inchiesta in seguito alle dichiarazioni della pentita Giusy Vitale, che aveva parlato di una presunta disponibilità del politico nei confronti di Cosa Nostra e in particolare delle 'famiglie' di Partinico. Scongiurata quella grana se ne è presentata un'altra. Cintola è infatti nuovamente indagato, dopo le dichiarazioni di Massimo Ciancimino, nell'inchiesta che ruota attorno a somme di denaro che sarebbero state versate dalla famiglia dell'ex sindaco di Palermo ad alcuni politici in cambio di favori nei riguardi dell'Impresa Gas, che ha eseguito lavori di metanizzazione in decine di comuni dell'isola.

Droga nel "Palazzo" - Le indagini su Salvatore Cintola, segnalato quale assuntore di stupefacenti, ha alcuni precedenti negli ultimi anni che hanno visto esponenti politici, anche di primo piano, coinvolti in inchieste sul traffico di droga. Anche se in molti casi, trattandosi di uso personale, le indagini sono rimaste senza conseguenze penali per gli interessati.
LUGLIO 2002 - L'arresto a Palermo di uno spacciatore, Alessandro Martello, porta ad indagare sulla cessione di cocaina ad alcuni esponenti politici. Martello riferisce di aver fornito la droga al sottosegretario Giuseppe Galati, dell'Udc, ed al senatore a vita Emilio Colombo; mentre non trova conferma il legame fra lo spacciatore ed il vice ministro dell'economia, Gianfranco Micciché. Martello sarà condannato nel 2005 a 10 anni, col rito abbreviato, come organizzatore del traffico.
OTTOBRE 2006 - Le Iene, trasmissione di Italia 1, tende un tranello ai deputati fuori da Montecitorio. Con la scusa di un'intervista, e di asciugare il sudore, vengono prelevati campioni per il test 'drug wipe' di cinquanta parlamentari. Risultato: dodici positivi alla cannabis e quattro alla cocaina. Il 10 giugno 2008 la Cassazione ha confermato le condanne ai responsabili del servizio, per aver prelevato abusivamente i campioni per il test.
LUGLIO 2007 - Cosimo Mele, deputato dell'Udc, finisce nei guai quando una prostituta, con la quale si trova in un albergo, viene colta da malore, forse per l'uso di cocaina. L'accusa di omissione di soccorso viene archiviata, ma Mele, escluso dal gruppo dell'Udc, viene rinviato a giudizio un anno dopo per cessione di stupefacenti.
OTTOBRE 2009 - Scoppia il caso Marrazzo. Il presidente della giunta regionale del Lazio ammette di essere stato sorpreso in un appartamento in compagnia di un transessuale, così come l'uso occasionale di cocaina. Nell'aprile scorso, la Cassazione ha riconosciuto l'uso personale della cocaina, ed ha confermato le misure cautelari contro i carabinieri accusati di aver teso un'imboscata a Marrazzo a scopo di estorsione.
FEBBRAIO 2010 - Il sottosegretario Carlo Giovanardi, che promuove un test fra i parlamentari per verificare l'uso di sostanze stupefacenti, annuncia che fra i 232 che hanno aderito all'invito c'é un caso di positività alla cocaina. Ma, data la forma anonima del test, il nome resta nascosto allo stesso Giovanardi.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, GdS.it, Ansa]

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17 giugno 2010
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