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Tre naufragi in 48 ore

Sabato, a largo delle coste libiche, oltre 200 vittime; nella notte tra sabato e domenica 18 i morti; l'ultimo, la scorsa notte, con almeno sei morti

25 agosto 2014

Almeno sei persone sono morte nell'ennesimo naufragio avvenuto la scorsa notte nel Canale di Sicilia, diverse miglia a sud di Lampedusa. Un peschereccio con a bordo circa 370 migranti si è capovolto: 364 persone sono state salvate dagli uomini di Mare Nostrum, che hanno recuperato anche sei cadaveri. Sono tuttora in corso ricerche di eventuali dispersi.
Nell'area del naufragio hanno operato in soccorso dei migranti gli uomini delle navi Foscari e Fenice, della Marina Militare, e della motovedetta Cp 904 della Guardia Costiera, tutti impegnati nell'operazione Mare Nostrum. Per partecipare alle ricerche dei naufraghi è stato dirottato nella zona anche un mercantile.

Stiamo parlando del terzo naufragio di migranti avvenuto in poco più di 48 ore: il primo è avvenuto sabato a largo delle coste libiche con un bilancio presunto di oltre 200 vittime; il secondo nella notte tra sabato e domenica con un bilancio di 18 morti (a bordo di un gommone semiaffondato); l’ultimo - per adesso - la scorsa notte, con almeno sei morti.

Ieri pomeriggio sono arrivati nel porto di Pozzallo i corpi senza vita e i sopravvissuti della penultima tragedia del mare. Le vittime del gommone intercettato dalla Marina militare italiana a 120 miglia  a sud di Lampedusa sono arrivate a bordo della nave Sirio sulla quale hanno viaggiato anche i 73 superstiti e altri 193 migranti che erano stati recuperati dal pattugliatore poco prima della segnalazione, da parte di un elicottero in ricognizione, del gommone alla deriva con decine di migranti in mare. Che si sono salvati salendo sulle zattere gonfiabili lanciate dall'alto prima dell'arrivo della nave Sirio.
Il comandante della Sirio, Marco Bilardi, ha ipotizzato che le vittime, tutti uomini, possano essere morti intossicati dalle esalazioni tossiche di alcuni fusti di benzina che erano nel gommone. O forse disidratati. Ma non è escluso che invece siano annegati e i corpi siano stati ripescati dai compagni di viaggio.
I marinai che sono riusciti a trarre in salvo 73 migranti, alcuni dei quali in cattive condizioni, in stato di disidratazione ed ipotermia, hanno contato sul fondo di quel gommone, uno sull'altro, ben diciotto cadaveri, tutti di uomini. I superstiti hanno raccontato di essere partiti in cento dalla Libia, ci sarebbero dunque una decina di dispersi in mare.

Sono oltre 3.500 le uomini, le donne e i bambini salvati da venerdì nel Canale di Sicilia dai mezzi della Marina Militare, della Guardia Costiera e dalle imbarcazioni civili. Di questo bilancio fanno parte anche i 1.373 immigrati soccorsi nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia che sono a bordo della nave Virgilio Fasan da poco attraccata ieri al porto di Reggio Calabria. A bordo dell'unità anche il cadavere di un eritreo trovato cadavere su un barcone sul quale viaggiava insieme ad un gruppo di connazionali. Sono 1.014 uomini, 200 donne e 159 minori.

E le operazioni di soccorso della Guardia costiera a imbarcazioni di migranti in difficoltà non conoscono soste. L'ultimo intervento ha permesso il salvataggio di 470 persone, stipate su due diversi gommoni che rischiavano di affondare. I migranti sono stati individuati dall'elicottero della nave Fasan della Marina Militare, in perlustrazione lungo le acque libiche, che ha informato la Centrale operativa di Roma. Sul punto la Guardia costiera italiana ha inviato le navi CP 905 "Peluso" e CP 403 "Fachin" che, dopo aver raggiunto le due unità hanno provveduto a trarre in salvo tutti gli occupanti. Le due unità della Guardia costiera con a bordo i migranti, sono giunte a Porto Empedocle ieri sera.

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25 agosto 2014
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