Tre serate con la fatale ''Carmen'' di Bizet
Prosegue con successo il grande Festival del Val di Noto, per promuovere il Distretto del Sud Est
Dopo Il trovatore verdiano, il Festival del Val di Noto propone un altro celeberrimo titolo operistico, la passionale e tragica Carmen di Bizet.
Alla prima di stasera, in Piazza San Giacomo a Modica (RG), interverrà il sottosegretario del Ministero ai Beni Culturali, On. Nicola Bono, che ha fortemente voluto e sostenuto l’articolata e variegata rassegna, programmata da luglio ad agosto negli otto comuni del Distretto del sud Est.
La Carmen verrà poi riproposta in rapida successione con due repliche: venerdì 13 agosto nel Castello di Donnafugata a Ragusa, sabato 14 agosto in Piazza del Popolo a Palazzolo Acreide (SR).
Tutti gli spettacoli avranno inizio alle 21 e possono contare su un cast di qualità, come gli altri allestimenti prodotti in seno alla rassegna dal palermitano Vincenzo Fantauzzo.
La regia, d’impianto spettacolare e tradizionale, è di Alex Monfor. Le scene, ispirate alle suggestioni pittoriche di Goya, sono di Mario Colonnelli. I costumi, che si rifanno a figurini d’epoca, sono stati disegnati da García Carlos Manzaneda.
A movimentare le scene di danza le coreografie di Mvula Sungani, che è anche il direttore del Festival del Val di Noto.
Sul podio il direttore Lorenzo Castriota che dirigerà l’Orchestra e il Coro del Sud Est.
Il ruolo di Carmen è affidato ad una nuova scoperta, la bellissima Stefania Scolastici, mezzosoprano, che impersona per la prima volta la seducente gitana. Il tenore Maurizio Graziani ha una voce facile e di ottimo colore, che rende assai bene il carattere impulsivo di Don José.
Un’altra importante scoperta è Walter Donati, che ha fatto finora una brillante carriera da tenore, ma si è in realtà rivelato uno splendido baritono con notevole facilità negli acuti.
Ospiti dei più importanti teatri europei, sia Graziani che Donati hanno collaborato con grandi maestri come Abbado, Muti, Maazel, Gavazzeni, Oren, Chung, Kuhn, Janovski, Campori, Downes, Guadagno, Gatti, Fulton, Mund, Veltri, Kulkka, Ferro, Franci. E con registi quali Faggioni, Ronconi, Lavia, De Ana, Crivelli, De Bosio, Pizzi, Ionesco, Bolognini, De Tomasi, Rennison, Hampe, Carpo, Oswald, Trevisan, Lievi, Madau Diaz.
Il soprano Anna Rita Esposito è una Micaela di tutto riguardo per dolcezza di voce, linea di canto e padronanza scenica. Accanto agli interpreti principali, figura un nutrito gruppo di specialisti nei ruoli loro affidati: Antonio Pannunzio (il Dancairo), Luigi Massimiliano Paulucci (il Remendato), Giancarlo Tosi (Zuniga), Valerio Garzo (Morales), Patrizia Scivoletto (Mercedes), Marilena Claudio (Frasquita).
L’argomento di Carmen è tratto, molto liberamente, dal racconto omonimo di Mérimée. Tra le modifiche salienti, quella del carattere di Don José, che nella fonte letteraria è solo un rozzo e brutale bandito, e l’introduzione dei personaggi di Escamillo e Micaela. Al libretto collaborò lo stesso Bizet, scrivendone anche alcune parti (tra cui le parole della popolare habanera). Al suo debutto, nel 1875, Carmen presentava le caratteristiche richieste all’opéra-comique, cioè il dialogo parlato, che in seguito venne in parte soppresso e in parte adattato a recitativo strumentale dal compositore Guiraud. È in quest’ultima forma che la partitura viene oggi comunemente rappresentata.
A sintetizzare il fascino di quest’opera molto amata dal pubblico bastano le illuminanti parole di uno dei massimi storici del teatro musicale.
"Lo spagnolismo della Carmen - scrive Fedele D’Amico - non è colorismo o esotismo: esso non solo esercita una precisa funzione drammatica, ma imposta addirittura un realismo ambientale, che orienta tutto su un piano in cui il rapporto con la realtà è ben più diretto e immediato di quanto la storia dell’opera avesse mai sperimentato".