Troppo rumore per la serie A
Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso del Messina calcio e i tifosi giallorossi hanno liberato lo Stretto
Ieri era un giorno importante per i tifosi del Messina, il giorno dell'udienza in cui il Tar ha esaminato il ricorso del Messina, appoggiato da Provincia, Comune e Regione.
La III Sezione del Tar del Lazio, presieduta da Stefano Baccarini, ha riesaminato ieri anche le posizioni della altre società alle quali la Figc ha negato l'iscrizione ai rispettivi campionati. Oltre allo stesso Messina, si sono discusse per la serie A la posizione del Torino, e per la B, tra le altre, quelle di Salernitana, Perugia e Benevento.
Per il presidente del Messina Pietro Franza quella di ieri sarebbe dovuta essere solo una tappa. ''Noi siamo solo alla ricerca della verità. Se non sarà qui sarà davanti al consiglio di Stato'', ha detto.
Quella di ieri quindi, era sentita come una battaglia, non certo come l'intera guerra. E così era sicuramente sentita dai tifosi, che preoccupati di un possibile esito negativo, hanno pensato di fare la loro parte tornando a bloccare gli imbarcaderi sullo Stretto e annunciando che non avrebbero smobilitato il presidio fino alla sentenza.
Il blocco ha creato una lunga coda di auto e camion a Villa San Giovanni, al punto che le operazioni di imbarco sono state interrotte. Per chi doveva partire e per chi doveva arrivare un vero e proprio inferno.
Dopo una lunga giornata passate tra dibattimenti, indiscrezioni e parecchio veleno, il Messina ha ritrovato di colpo la serie A. Il Tar del Lazio ha accolto (senza molte sorpresa a dire il vero) il ricorso del club giallorosso contro la mancata ammissione al massimo campionato decretata da Figc in prima battuta e Camera di Consiglio ed Arbitrato del Coni in seconda.
La battaglia dei tifosi dello Stretto (che si sono detti dispiaciuti per i disagi creati ma che in caso di sentenza negativa, avrebbero portato avanti le proteste, anche oltre il blocco del traffico marittimo), si è trasformata in gioiosa festa.
Il Messina dunque è in salvo, e senza ricorrere al Consiglio di Stato. Il presidente Franza, insieme agli zelanti tifosi giallorossi hanno tirato un bel sospiro di sollievo, anche perché non avrebbero potuto aspirare al Lodo Petrucci, i cui termini per la richiesta scadono oggi alle ore 19.
''Ancora è presto per dire che avevo ragione ma sono certo che avevamo messo le carte a porto. Oggi è stata fatta giustizia e questo è risultato più importante, adesso dovremo combattere davanti al Consiglio di Stato ma siamo convinti di farcela''. Sono state queste le prime parole, pronunciate a Sky, dal presidente Franza. E in attesa delle motivazioni, la società siciliana si prepara all'eventuale appello Consiglio di Stato, nell'eventualità che la decisione del Tar sia impugnata da una delle altre parti in causa.
Ma si gioisce solo sullo Stretto, sono stati infatti respinti i ricorsi di Torino, Perugia, Salernitana e Benevento. Anche per il Tar del Lazio le squadre non sono ammesse ai rispettivi campionati a causa degli ingenti debiti delle società. No anche al Napoli, che vede sfumare la richiesta di iscriversi alla serie B. Bocciate prima dagli organismi di controllo della Federcalcio (Covisoc e Coavisoc), poi dalla commissione arbitrale del Coni, ora per queste società non resta altro che il ricorso al Consiglio di Stato.
E dicevamo che si gioisce sullo Stretto. Gioiscono i tifosi e tutte quelle persone che hanno dovuto subire la tesa fede calcistica, sotto il sole d'agosto, a Messina e a Villa San Giovanni.
La felicità è esplosa intorno alle 20.40 salutata da festeggiamenti e con l'intonazione di inni e slogan. Subito dopo, i tifosi hanno deciso di sbloccare gli imbarcaderi di viale della Libertà, consentendo così alle società del gruppo Franza di riprendere i collegamenti con Villa San Giovanni interrotti dalla mattina.
C'è voluta comunque tutta la notte per smaltire la lunga coda, soprattutto di mezzi pesanti, che si è formata dagli svincoli delle autostrade per Palermo e Catania sino al porto.
C'è chi ha detto che a fare vincere il Messina sia stata proprio la determinazione dei tifosi, e forse, visto le minacce, non è da ritenersi del tutto falsa questa affermazione. Certo, che si siano creati tanti disagi per il calcio è qualcosa che solo in Italia poteva succedere, e un po' di amarezza viene se si pensa che tanta energia una parte del popolo siciliano la ''sprechi'' per un gioco, fatto sì di tanti soldi, ma che non vanno ai tifosi, ai quali rimane solo ''u priu'', il piacere, di vedere una palla che rotola sopra un manto verde.
Contro le ingiustizie, contro la mafia, contro i sosprusi che la Sicilia sempre vive da sempre, vedere impiegata tanta energia è stata solamente in pochissime e uniche occasioni, che da tanti sono state dimenticate.
Beh, auguri al Messina, però non è male riflettere un po' di più su quello che a noi siciliani ci coinvolge, a parte il pallone...