Tutelare i Banchi del Canale di Sicilia per l'equilibrio dell'ecosistema del Mediterraneo
Un incontro di studio promosso dalla Soprintendenza del Mare
Tutelare i Banchi del Canale di Sicilia per l’equilibrio dell’ecosistema del Mediterraneo è il tema dell’incontro di studio organizzato dalla Soprintendenza del Mare che si terrà mercoledì 3 Dicembre 2014 alle ore 9,00 a Palazzetto Mirto in Via Lungarini, 9, a Palermo.
Al confronto sono stati invitati Istituzioni, Enti pubblici, Associazioni, allo scopo di avviare una comune riflessione in merito alla tutela dei Banchi del Canale di Sicilia che rappresenta un settore del bacino del Mediterraneo ad elevata rilevanza sociale, economica, storica ed ambientale e principale hot-spot della biodiversità mediterranea. Una realtà che rende più che mai necessario e improcrastinabile una adeguata salvaguardia e la loro valorizzazione.
Il Canale di Sicilia (tecnicamente più esatto definirlo Stretto di Sicilia) è caratterizzato da una piattaforma continentale europea ristretta e da una piattaforma continentale africana molto estesa separate da un'ampia, ma moderatamente profonda, scarpata continentale. I numerosi bassifondi, detti anche "Secche" o "Banchi", sorgono sia sulla piattaforma europea che su quella africana. Se ne ricordano alcuni: Avventura, Pantelleria, Skerki, Talbot, Terribile, Graham, ambienti sensibili caratterizzati da ecosistemi fragili ma essenziali per la diversità biologica dell’intera area, oltre ad essere aree di straordinario interesse naturalistico e spesso anche archeologico.
I Banchi assumono un ruolo essenziale, unico e irripetibile per la biodiversità e la produttività dello Stretto di Sicilia, essi rappresentano un ecosistema di eccezionale valore ecologico; alcuni sono geositi ed ecosistemi geotermici unici e non replicabili in quanto peculiari sistemi idrotermali a bassa temperatura, delle rarità in ambito geologico su scala planetaria. Questi sono solo alcuni tra i motivi che rendono i Banchi dello Stretto di Sicilia ecosistemi di eccezionale importanza ecologica e ambientale. Peraltro, lo Stretto di Sicilia possiede fondali fra i più importanti del globo terracqueo, poiché vi si trovano, conservate le testimonianze della vita dell’uomo preistorico, innumerevoli relitti di ogni epoca e origine che sono l’emblema del forte carattere interculturale di quest’area che ne fa certamente lo spazio di mare più ricco di storia di tutto il Mediterraneo.
Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare: "L’interesse ambientale e culturale dei Banchi del Canale di Sicilia è fondamentale per la sopravvivenza socio-economica delle comunità rivierasche e per l’equilibrio dell’ecosistema del Mediterraneo. Per questo è necessario provvedere alla promulgazione di adeguati strumenti normativi per la loro salvaguardia e per adeguati meccanismi di valorizzazione, indispensabili per un corretto e non distruttivo sfruttamento delle qualità intrinseche di questo spettacolare angolo del pianeta che va tutelato nel presente e consegnato integro alle future generazioni che abiteranno questi territori".
Il ruolo ecosistemico dei Banchi - In particolare, i Banchi dello Stretto di Sicilia rappresentano un ecosistema di eccezionale valore ecologico perché:
- creano una discontinuità naturale sulla monotonia di fondali mobili esercitando attrazione da corpo solido (tigmotropismo positivo) per molte specie per le quali diventano un "meeting point" in mare aperto, aumentando la biodiversità e assumendo il ruolo di area riproduttiva.
- creano una discontinuità di substrato, accogliendo fauna e flora non insediabile sui fondali in cui il banco sorge; la biodiversità del banco è molto variabile rispetto alla sua natura, alla profondità ed all’esposizione. Fungono anche da supporto che consente a molte specie, transitando di banco in banco, di raggiungere aree distanti e non raggiungibili diversamente.
- giocano un ruolo ecologico rilevante fungendo da sorta di area protetta naturale, poiché gli ecosistemi di basso fondale del largo sono molto diversi dagli analoghi costieri in quanto sottoposti a minore impatto antropico (overfishing, inquinamento, fruizione turistica) e naturale (apporto terrigeno e di nutrienti da parte di corsi d’acqua, sedimentazione costiera).
- offrono rifugio o tana ad adulti di molte specie marine diventando così aree di riproduzione in grado di sostenere gli stock ittici e il sistema ambientale dello Stretto di Sicilia nel suo complesso (nasello, triglia di scoglio, triglia di fango, pagello fragolino, scorfano rosso, scorfano di fondale, seppia, polpo, moscardino muschiato, gattuccio, scampo, gambero rosa, gambero rosso, gambero viola, mostella).
- rappresentano aree di nursery che ospitano giovanili di molti organismi marini.
- creano un livello trofico aggiuntivo in ambiente pelagico offrendo risorse alimentari addizionali a specie di grandi predatori quali mammiferi marini e squali.
- sviluppano biocenosi sensibili e fragili, finora naturalmente, come praterie di posidonia, foreste di sargassi e laminarie, coralligeno del largo e maerl (alghe calcaree), oggi protette da normative e accordi internazionali, ed integre solo in ambiente di banco, poiché seriamente compromesse in ambiente costiero.
- creano un micro-sistema complesso e completo, sviluppando rapporti ecosistemici ed una biodiversità unica e non replicabile.
- consentono la fissazione dell’energia ed il suo trasferimento trofico, creando biomassa.
- alcuni Banchi come il Graham, rappresentano geositi ed ecosistemi geotermici unici e non replicabili.
Alla riunione prenderanno parte: Franco Andaloro, Direttore dell’ISPRA, Aurelio Angelini, Direttore della Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia, Fabio Badalamenti, Ricercatore CNR, Michele Buffa, Dirigente del Servizio Pianificazione paesaggistica dell’Assessorato regionale Beni Culturali e Identità siciliana, Stefano Donati, Direttore AMP Isole Egadi, Giuseppe Giaccone, già Ordinario di Botanica presso l’Università di Catania, Antonio Mazzola, Direttore del Dipartimento Scienze della Terra e del Mare, Università di Palermo, Silvano Riggio, già Ordinario di Ecologia presso l’Università di Palermo, Giovanni Tumbiolo, Presidente, Distretto produttivo della pesca di Mazara del Vallo, Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare.