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Tutti a Roma contro il Governo

Migliaia di persone già dal primo mattino, pronti a manifestare. Dalla Sicilia più di 10 mila persone

06 dicembre 2003
Oltre tremila pullman, 38 treni speciali, due navi dalla Sardegna per portare a Roma più di un milione di persone. Come nel 1994, la sfida di Cgil, Cisl e Uil a Silvio Berlusconi e alla sua riforma delle pensioni avrà come palcoscenico il centro della capitale percorsa da tre cortei e come protagonisti, oltre ai lavoratori ed ai pensionati, tutti i partiti dell'opposizione, dai Ds alla Margherita, da Rifondazione ai Verdi, dall'Alleanza popolare di Mastella e Martinazzoli ai Comunisti italiani. E ancora le grandi associazioni cattoliche, come le Acli, e laiche come l'Arci.
Lo sforzo della macchina organizzativa di Cgil, Cisl e Uil è stato enorme per questo ritorno in piazza insieme dopo le uscite in "solitaria" della Cgil degli ultimi tempi.
La parola d'ordine per tutti è "Difendi il tuo futuro" mentre sul palco campeggerà lo slogan: "Contro questa legge finanziaria, contro l'attacco alle pensioni".
Lavoratori e pensionati, ma anche disoccupati e precari, arriveranno dalla Sicilia e dalla Lombardia, dalle regioni rosse così come dal Trentino e dal Veneto, dalla Campania, dal Piemonte. La risposta alla mobilitazione che ha impegnato le strutture locali del sindacato è stata superiore alle aspettative. Un posto d'onore per i lavoratori della Basilicata che aprono uno dei cortei con uno striscione semplice ed immediato: "Scorie e pensioni, no a Berlusconi"

Dalla Sicilia in 10 mila sono partiti per Roma, per partecipare alla manifestazione nazionale indetta dai sindacati uniti. Un’adesione ampia che, fanno sapere i sindacati, supera la partecipazione dalla Sicilia  registrata nel 1994, per lo sciopero contro i provvedimenti sulle pensioni dell’esecutivo guidato da Berlusconi. Per consentire ai partecipanti di raggiungere Roma, Cgil Cisl e Uil siciliane hanno prenotato tre treni speciali, partiti ieri sera da Palermo, Messina e Siracusa e 140 pulmann.

E già dal primo mattino sono arrivate nella capitale raggiungendo i tre punti di concentramento migliaia di persone. Molti hanno approfittato di queste prime ore del mattino anche per una prima passeggiata nel centro storico tra il Quirinale, Fontana di Trevi e il Colosseo,che hanno esplorato a piccoli gruppi, con le bandiere ancora arrotolate, mentre per strada circolavano ancora poche auto. Alle 8.30 sui monitor della sala operativa dei vigili urbani risultava che da stazione Termini c'era un flusso ininterrotto di persone verso piazza della Repubblica, il più vicino punto di concentramento. Grandi movimenti di persone anche tra la stazione Ostiense e piazzale dei Partigiani, altro punto di partenza e dalla stazione Tiburtina, dove il piazzale della stazione era gremito già prima delle 8, verso piazza delle Crociate.

                                                           
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Marco Rizzo (Comunisti Italiani): ''Nonostante un incredibile blackout informativo, quella di oggi contro la riforma della pensioni e contro la finanziaria sara' una grande manifestazione''. Lo ha detto il capogruppo alla Camera dei Comunisti Italiani Marco Rizzo, fra i primi politici giunti alla testa del corteo che parte da Piazza della Repubblica. ''Quello di oggi - è solo un punto di partenza. La mobilitazione non si fermerà''.

Guglielmo Epifani (Cgil)
: ''Oggi in piazza ci saranno tantissime persone che non si ritrovano in questo modo di governare il paese''. Lo ha detto il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, appena giunto alla testa del corteo che partirà da piazza della Repubblica per arrivare in piazza San Giovanni. ''Dopo 30 mesi - ha detto Epifani - questo governo ci lascia un paese più povero e più diviso. Per questo la gente oggi manifesta''.

Savino Pezzotta (Cisl): ''O il governo cambia posizione, o andremo avanti con la mobilitazione''. Lo ha detto il leader della Cisl, Savino Pezzotta, per il quale ''le persone e i lavoratori oggi in piazza chiedono una nuova politica economica''. ''Oggi - ha detto Pezzotta, che ha raggiunto la testa del corteo partito da Piazza della Repubblica - non siamo in piazza per far cadere il governo, ma per chiedere al governo di cambiare rotta e di mettere in campo nuove politiche''.

Fonte: Ansa


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06 dicembre 2003
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