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Tutti davanti la Corte dei conti

I capigruppo dell'Assemblea regionale siciliana "sotto processo" per le spese folli a Palazzo dei Normanni

03 maggio 2014

C'è di tutto nell'atto di accusa della Corte dei conti che ieri ha chiamato "alla sbarra" i capigruppo dell'Ars, nessuno escluso. Ci sono presunte 'spese folli' che hanno attirato l'attenzione dei giudici contabili, spingendoli a un'iniziativa senza precedenti. Nessuno appunto è stato escluso, anche il Movimento 5 stelle è finito sotto i riflettori di 'Sprecopoli'.
Si parla davvero di sprechi per migliaia di euro. Ci sono le spese elettorali dei grillini, l'auto blu del Pd, il collaboratore del Pdl e la cena Mpa.
Nel mirino dei magistrati contabili sono finiti i soldi del 2013. Si parla, per esempio, dei "superminimi" fino a 1400 euro, garantiti ai dipendenti stabilizzati dei gruppi. Poi, il dettaglio. Per i grillini l'atto d'accusa consiste soprattutto in 8.783 euro del bilancio del gruppo, utilizzati per le Politiche. Al Pdl vengono contestate le spese per il personale e il contratto di un collaboratore di Angelino Alfano. Nel Pd, la questione più rilevante riguarderebbe le spese di trasporto del capogruppo, Baldo Gucciardi, che per i giudici contabili sarebbero già coperte dal capitolo "rimborsi forfettari". All'Mpa-Pds contestato un conto da novecento euro al ristorante, in cui sarebbe compresa la cena del presidente Crocetta e della sua scorta che - scrivono i giudici - "hanno diritto al rimborso per altra via".

I capigruppo del Pid all'Ars Totò Cordaro e del Gruppo Misto Girolamo Fazio hanno chiesto il rinvio dell'udienza della Corte dei conti che contesta a tutti i gruppi parlamentari delle irregolarità e anomalie nei rendiconti. Ma il presidente della Corte dei conti Maurizio Graffeo, dopo essersi riunito in camera di consiglio, ha respinto la richiesta.
Non si è trattato, comunque, di un vero e proprio processo, ma di una formale richiesta di delucidazioni per quelle voci di spesa, secondo i giudici, non sufficientemente documentate.

La difesa di Giancarlo Cancelleri (M5s) - "Probabilmente abbiamo commesso una leggerezza, perché abbiamo fatto transitare sul conto del gruppo dei soldi che non avevano natura pubblica, ma lo abbiamo fatto per un eccesso di trasparenza. Volevano dire ai cittadini che erano rimasti dei soldi della loro donazioni". Così Giancarlo Cancelleri, capogruppo all'Ars del Movimento cinque stelle poco prima dell'inizio dell'udienza. "Ci contestano una trasferta a Bruxelles ma c'è un errore di trascrizione nella fattura, perché il collaboratore si chiama Ignazio Corrao mentre hanno scritto Ignazio Ciancio, facendo confusione con la deputata Gianina Ciancio. Per quanto riguarda l'altra contestazione, noi alla fine della campagna elettorale abbiamo raccolto oltre 20 mila euro di donazioni effettuate da privati cittadini. Ne abbiamo spesi circa 14 mila e ne sono rimasti oltre 8.000 euro. Il mandatario elettorale delle Regionali ha chiuso il conto e versato i soldi nel conto del gruppo del M5S del'Ars".

Lillo Firetto (Udc) - "Da quando sono capogruppo all'Udc non mi è stato contestato nulla dalla Corte dei conti, le irregolarità vengono contestate al mio predecessore". Così il capogruppo dell'Udc all'Ars, Lillo Firetto poco prima di entrare alla Corte dei conti. "Oggi - ha aggiunto - ciascuno spiegherà quello che verrà contestato e lo faremo anche come gruppo. Pensavo di farmi il ponte del primo maggio, invece sono costretto a stare qui...".

Totò Cordaro (Pid) - "Abbiamo ricevuto la notizia di questa adunanza solo la notte del 30 aprile, perché la Corte dei conti ha inviato una nota alla segreteria generale dell'Ars in modo incongruo, attraverso la mail istituzionale che io, come tanti colleghi non usiamo. Inoltre molti colleghi sono fuori, come Michele Cimino e Benedetto Grasso. Io stesso ho fatto di tutto ma non sono pronto del tutto. Ecco perché vorremmo avere la possibilità di integrare la documentazione, non per trovare uno strategemma". Lo ha detto il capogruppo del Pid all'Ars Totò Cordaro, prendendo la parola davanti ai giudici della Corte dei conti durante l'udienza per le spese folli a Palazzo dei Normani. Immediata la replica del Presidente della sezione di controllo, Maurizio Graffeo: "Il legislatore nazionale ci ha dato per legge il tempo massimo di 30 giorni per pronunciarci sui rendiconti, a noi sono rimasti quattro giorni fino ad oggi e oggi è il giorno ultimo di scadenza".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

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03 maggio 2014
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