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Tutti dicono ''Più auto in Italia''

Oggi il ministro Scajola ha incontrato i rappresentati dei sindacati per parlare del futuro di Fiat a Termini Imerese

30 novembre 2009

Il ministro dello Sviluppo economico ha incontrato nel primo pomeriggio i sindacati siciliani e nazionali per parlare del futuro dello stabilimento Fiat di Termini Imerese.
Ieri dal Lingotto sono arrivati segnali di apertura. "La Fiat è disposta a fare tutto ciò che è necessario per Termini Imerese, ma vuole chiarezza dal governo", ha detto l'amministratore delegato Sergio Marchionne, che domani incontrerà il ministro Scajola. "Le situazioni riparate con i cerotti - ha aggiunto il manager parlando a margine di una manifestazione che si è tenuta ieri a Torino - non vanno bene". "Cosa mi aspetto dall'incontro con Scajola? Chiarezza prima di tutto. Del resto non ci sono segreti - ha detto Marchionne ai giornalisti - ma una realtà numerica da analizzare". Ovvero "dati industriali, capacità e costi", ha aggiunto l'ad della Fiat. Solo partendo da questi elementi, secondo Marchionne, è possibile "mettere l'industria dell'auto nelle condizioni di competere in Europa", sempre a patto che "si voglia davvero - ha sottolineato - una grande industria italiana dell'auto".

Oggi Scajola, incontrando i sindacati, convocati la scorsa settimana, ha detto che nella partita Fiat "l'esecutivo farà la sua parte" ma la condizione è che "torni a crescere" la produzione auto in Italia. "Domani abbiamo l'incontro con Fiat - ha spiegato Scajola - e con lo spirito di collaborazione che ha sempre contraddistinto i nostri rapporti puntiamo a una collaborazione che porti all'aumento della produzione delle auto in Italia". Il governo "in passato ha fatto sempre la sua parte per aiutare lo sviluppo delle imprese", ha ricordato il ministro, e "la Fiat più volte e in più occasioni ha concordato con il governo piani di sviluppo che prevedevano risorse pubbliche". Ora "noi siamo sempre dell'avviso che l'automobile sia un settore fondamentale per l'Italia", ha chiarito Scajola, e quindi "l'esecutivo è disponibile a fare la sua parte" ma "certamente dobbiamo far crescere la produzione di auto nel nostro paese".
I dati dell'Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri (Unrae) evidenziano che il problema principale della Fiat è quello di aumentare la produzione delle vetture in Italia. Su questo bisogna lavorare e c'è tempo fino al 21 dicembre per ragionarci sopra. "Dopo la mia visita a Termini Imerese - ha detto Scajola - abbiamo focalizzato la nostra trattativa sul fatto che la produzione in Italia è inferiore alle nostre aspettative. Su questo dato stiamo poggiando la nostra azione. Ci muoviamo con l'obiettivo di aumentare la produzione e fino al 21 dicembre abbiamo tempo per lavorarci sopra". L'incontro governo-Fiat-sindacati dovrebbe tenersi il 21 o il 22 dicembre.

Nel dibattito aperto sul piano industriale della Fiat per l'Italia oggi è entrato anche il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. "Non vorrei ci fossero tanti riti inutili - ha sottolineato - Tutti i soggetti devono stare allo stesso tavolo contemporaneamente, perchè è bene sapere cosa ciascuno ha da dire su proposte e prospettive, posto che l'obiettivo comune riguarda tutti ed è quello di non perdere posti di lavoro, in presenza di incentivi pubblici". L'ad del Lingotto dunque "dicesse cosa vuole fare. È chiaro che non si può far saltare un'azienda produttiva - ha continuato Bonanni - perchè non solo si perderebbero centinaia di posti di lavoro, ma ancora di più nell'indotto. Non vorremmo si cominciasse con uno stabilimento e si continuasse con altri". Per questo "chiediamo l'apertura di una discussione franca e chiara tra il governo, le parti sociali e le regioni interessate, per capire dove si va, cosa si vuole e si può fare".
Il dirigente sindacale ha quindi confermato la posizione della Cisl rispetto alla proroga degli incentivi: "La nostra idea è chiara - ha detto - il governo deve offrire incentivi che devono servire solo per l'innovazione, in costanza della permanenza in produzione di tutti gli stabilimenti italiani".
D'accordo anche Susanna Camusso della Cgil: "Ci auguriamo che Scajola mantenga ferma su Fiat la sua posizione e che qualora dovessero esserci incentivi questi siano vincolati al mantenimento dell'occupazione e di tutti i siti produttivi".
Il ministro ha comunque 'frenato' sugli incentivi: "Fanno parte di una discussione con gli altri paesi europei, attendiamo i dati finali e valuteremo in tempo debito quanto e come fare".
Chiede chiarezza a Scajola anche Gianni Pagliarini, responsabile Lavoro del Pdci - Federazione della sinistra: "A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca: dietro l'idea del doppio tavolo, Governo-Sindacati e Governo-Fiat, si nasconde qualche furbata. Invitiamo Scajola a spiegare il perchè della procedura inusuale con cui si sta muovendo e gli chiediamo di rendere trasparenti i lavori degli incontri, invitando anche domani al tavolo di trattativa con Marchionne i rappresentanti dei lavoratori. Scajola non pensi di fare il doppio gioco: Marchionne deve ritirare i tagli dei lavoratori, le chiusure degli stabilimenti, Termini Imerese deve continuare a produrre. I finanziamenti pubblici devono essere vincolati solo a queste imprescindibili condizioni".

[Informazioni tratte da Apcom, Ansa, La Siciliaweb.it]

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30 novembre 2009
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