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Tutti gli stranieri d'Italia

Un'Italia sempre più multiculturale. Oggi in Italia gli stranieri regolari sono circa tre milioni e fra dieci anni saranno il doppio

28 ottobre 2005

Cinque anni fa in vivevano in Italia circa un milione e mezzo di immigrati regolari, oggi sono quasi tre milioni e un nuovo raddoppio è atteso fra dieci anni.
Tali dati e tale previsione è contenuta nell'annuale dossier della Caritas/Migrantes, presentato ieri a Roma dal titolo: ''Immigrazione è globalizzazione''.

La popolazione straniera (48,4% della quale sono donne, ovvero 1.350.000) sfiora il 5% del totale, in linea con la media europea: ''Siamo un grande paese di immigrazione'', sottolinea il rapporto. E' il Canada, dove la presenza straniera è così forte da incidere per un sesto sulla popolazione, il modello più probabile verso il quale si sta dirigendo il nostro paese.
Tendenzialmente, i potenziali flussi di ingresso ammontano a 300mila persone l'anno. Tenuto conto che, nel 2004 gli ingressi per insediamento stabile sono stati 132mila; nel 2005 i ricongiungimenti familiari sono stati stimati in 100mila e la richiesta di lavoratori extracomunitari, fra fissi e stagionali, è stata di 240mila.
Grandi città come Roma e Milano sfiorano o superano l'incidenza del 10%, come avviene in diverse metropoli europee. I figli degli immigrati, quasi mezzo milione, sono circa un decimo delle nascite totali in Italia e più del 4% della popolazione studentesca. L'immigrazione è più concentrata al Nord (59%), mediamente presente al Centro (27%) e si riduce nel Mezzogiorno (14%). La provincia più 'femminilizzata' è Napoli (62,3%). Si calcola che una donna straniera su 10 sia nata in Italia.

Quattro immigrati su dieci che entrano per motivi di lavoro provengono dalla Romania, Albania, Marocco e Polonia. Chi arriva tende ad insediarsi in maniera stabile: si calcola che il 30% dei soggiornanti si trova qui da più di cinque anni. Si tratta di circa 800mila persone, dei quali metà dovrebbe avere la carta di soggiorno. Primo paese di provenienza è la Romania (37,2%), seguono il Marocco (20,1%) e l'Albania (16,8%).
Il dossier stima che i lavoratori stranieri in Italia sono 2.160.000, ossia il 9% delle forze lavoro e che il tasso medio di disoccupazione sia vicino all'8% registrato per gli italiani. Prevalgono i contratti a termine e quelli a tempo parziale mentre sono ridotti gli impieghi ad alta qualifica (solo 1 su 10, tre volte meno degli italiani). Quasi la metà degli stranieri sono impiegati nei servizi, il 44,8% nell'industria, il 5,9% nell'agricoltura. Mezzo milione di donne straniere lavora nelle nostre case come collaboratrici domestiche a fronte delle 100mila italiane.
Negli ultimi anni poi, sono aumentati gli immigrati che acquistano casa in Italia: 1 casa su 8 ha per compratore uno straniero; il 29,9% compra pagando in contanti mentre il restante 70,1% ricorre al mutuo. I mutui ipotecari concessi ad immigrati sono aumentati dal 2001 al 2004 del 66% e i prestiti personali del 40,8%.

Sono invece 35.299 (57,4% sono donne) gli studenti stranieri che popolano le università italiane, l'1,9% sul totale degli iscritti.
Il dossier  inoltre, ci fa sapere che gli immigrati sono mediamente più istruiti degli italiani. I laureati sono il 12,1% mentre tra gli italiani sono solo il 7,5%. Primato anche per gli altri titoli di studio. I diplomati stranieri sono il 27,8% contro il 25,9% di quelli italiani e i possessori di licenzia media stranieri il 32,9% contro il 30,1%. Tra le donne, poi, il livello di istruzione è persino ''molto più alto''.
E' la salute, purtroppo, a rappresentare un punto debole degli immigrati. Nel 2003, il numero totale dei ricoveri di pazienti non italiani è stato di 401.069, con un aumento del 41,2% rispetto al 2000. Nei due terzi dei casi si è trattato di donne.

Volendo fare un confronto della popolazione immigrata d'Italia con quella degli altri Paesi europei, il dossier della Caritas ci dice che gli stranieri che si trovano in Italia (9 su 10 per motivi di lavoro o per ricongiungimento familiare) sono per lo più lo stesso numero di quelli che ci sono in Spagna e Gran Bretagna. Nella Ue l'Italia viene subito dopo la Germania (7,3 milioni) e la Francia (3,5). Più di un decimo dei 23 milioni di immigrati nella Ue si trova nel nostro paese.
Di questo nostro decimo europeo, i nostri tremilioni di stranieri, circa la metà sono cristiani (20,3% ortodossi e 22,6% cattolici). I musulmani sono il 33% e gli ebrei lo 0,3%. I fedeli di religioni orientali sono il 4,3%. I sacerdoti stranieri (sono per lo più a Roma) sono oltre 25 mila.

Per quanto riguarda l'irregolarità di chi entra nel nostro Paese, il dossier ha registrato un calo di di rimpatri di circa il 5% in un anno. Inoltre la maggioranza degli irregolari che arrivano in Italia lo fa via terra e non via mare, come farebbero pensare le frequenti notizie di sbarchi sulle coste nazionali. A ricorrere ai gommoni è appena il 10% del totale.
Certo rimane tragica la situazione dell'immigrazione clandestina che in Italia, e in special modo in Sicilia, ha causato centinaia di vittime.
La Caritas ipotizza che nel 2004 le persone morte in mare per raggiungere l'Italia sono ''molto di più'' di 500, dato ipotizzato per i decessi di irregolari che volevano raggiungere le coste spagnole. Tuttavia, sempre nel 2004, sono sbarcate in Italia 13.635 persone, in prevalenza nei mesi estivi, con la punta massima di settembre (quasi 3 mila persone).
E non si può non parlare di Cpt (Centri di permanenza temporanea) parlando di sbarchi di clandestini. Nel dossier della Caritas la Chiesa verga chiaramente il proprio parere contrario nei confronti dei Cpt, ''bocciandoli senza se né ma''.
"Non abbiamo mai creduto, e i numeri ci danno ragione sia in Italia che nell'Unione europea, che la repressione da sola sia una soluzione'', ha affermato monsignor Francesco Montenegro. Il presidente della Caritas italiana si è detto ''turbato'' nel leggere ''i resoconti sui traffici di manodopera, sui rimpatri nei paesi convenzionati, sui soggiorni nei Centri di permanenza temporanea''.
Secondo il dossier lo Stato italiano ha speso 144 milioni di euro per l'immigrazione. Ventinove milioni sono stati investiti per gli extracomunitari con permesso di soggiorno, 115 milioni per contrastare l'immigrazione irregolare. Il 90% dei fondi andati alla lotta all'immigrazione clandestina è stato destinato alla gestione dei centri di permanenza.

Intenti di risoluzioni propositive arrivano dalla politica comunitaria. Nel prossimo bilancio europeo, infatti, farà la comparsa per la prima volta un fondo per le politiche sull'immigrazione pari a un miliardo e 700 milioni di euro. E' la proposta che avanzerà il vicepresidente della Commissione Ue, Franco Frattini, secondo quanto ha lui stesso annunciato. Frattini ha poi sottolineato che ''il rimpatrio dei clandestini deve avvenire sempre nel rispetto della dignità della persona''.

I lavoratori stranieri in Sicilia
Sempre dal dossier Caritas/Migrantes emerge che in Sicilia nel 2004 le assunzioni di lavoratori stranieri sono state 25.505 di cui 19.697 (pari al 77,2%) di cittadini extracomunitari e 5.808 (pari al 22%) di cittadini comunitari.
Lo studio evidenzia una crescita del 54,2% della assunzioni di immigrati tra il 2001 ed il 2004, contro il 93,7% del dato nazionale. Delle 19.697 assunzioni che hanno riguardato immigrati extracomunitari, 11.199 (il 56,9%) sono contratti a tempo indeterminato e 8498 (43,1%) a tempo determinato. I rapporti a tempo indeterminato sono maggiormente frequenti nelle province di Enna (76,1% del totale) e Palermo (73,4%). I contratti a termine sono invece più frequenti nel Trapanese (60,2%) e nel Ragusano (55,8%).

E' il settore agricolo quello in cui sono maggiormente impiegati gli extracomunitari. Il numero maggiore di assunzioni si è registrato nella provincia di Ragusa (il 50% di quelle regionali). Segue Siracusa (52,7%) e Trapani (34,7%). Al secondo posto per numero di contratti stipulati c'è il settore delle costruzioni, con 1802 assunzioni localizzate principalmente in provincia di Catania, poi quello alberghiero e della ristorazione. In questi ultimi due ambiti la capacità di inserimento siciliana è inferiore a quella italiana (il 9,8% contro il 17% nazionale).
''Quanto emerso - si legge nel dossier - conferma che il fabbisogno di manodopera del mercato siciliano trova negli immigrati la disponibilità all'impiego in settori in cui si fatica a reperire quella italiana''.

''Con immigrati tolleranza zero, ovvero alzo zero''. L'attacco del ministro Calderoli
''Contro gli immigrati tolleranza zero, ovvero alzo zero''. La minacciosa risposta all'indagine della Caritas sull'immigrazione in Italia viene dal ministro leghista Roberto Calderoli. ''I numeri comunicati dalla Caritas sull'immigrazione nel nostro Paese - dice Calderoli - dimostrano che ci troviamo di fronte ad una vera e propria invasione e l'incremento previsto da questi studi per il futuro preannuncia una progressiva sostituzione dei nostri popoli con i loro''. "La Lega Nord non ci sta - continua il ministro - e ostacolerà con qualunque strumento questa forma di masochismo a favore di chi vuole cancellare la nostra identità. E' vero come dice la Caritas che gli immigrati sono una risorsa, ma lo sono soprattutto per la Caritas che, nel tempo, non ha mai ignorato il business immigrati''. ''Io - ha continuato Calderoli - resto convinto che, al di là della difesa dovuta della nostra identità, davanti ai trionfalistici annunci delle neo assunzioni di extracomunitari bisogna riflettere sul fatto che per ogni assunzione di uno dei loro ci troviamo di fronte ad un disoccupato in più a casa nostra e che per ogni azienda aperta da uno di loro ci si trova di fronte alla chiusura di un azienda di un imprenditore nostrano. Ho poca fiducia che dall'Europa possano venire gli aiuti dai tanti richiesti per arginare questo fenomeno, visto che fino ad oggi l'Europa ha dimostrato un atteggiamento razzista nei nostri confronti e per questo intendo proporre al governo la linea adottata da Malta, realtà che ha già subito l'invasione e che ha dato risposte certe: ovvero tolleranza zero ovvero alzo zero''.

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28 ottobre 2005
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