Tutti i battiti del mio cuore
Brutale e romantico, sgradevole e avvincente. Un noir firmato da uno fra i migliori registi francesi d'oggi
Noi vi segnaliamo...
TUTTI I BATTITI DEL MIO CUORE
di Jacques Audiard
Thomas è un ragazzo costretto a sbrigare affari loschi per conto del padre ma il suo sogno è di trovare la sua espressione nella musica, seguendo le orme della madre concertista. Dopo 'Sulle mie labbra' Jacques Audiard ritorna ad un tema a lui caro: l'incomunicabilità.
Faccia e mani nervose, occhi cangianti, mai un sorriso, Romain Duris è l'incarnazione perfetta dell'inquietudine giovanile.
Distribuzione Bim
Durata 107'
Regia Jacques Audiard
Con Romain Duris, Niels Arestrup, Jonathan Zaccaï, Gilles Cohen, Linh Dan Pham
Genere Drammatico
La critica
''Brutale e romantico, sgradevole e avvincente. Si parla ovviamente di un altro noir francese, che non può che confermare la vocazione nazionale al genere: 'De battre mon coeur s'est arreté', remake di un thriller di James Toback del '77, è la storia, certo non nuova, di un uomo perseguitato dal suo passato oscuro che non ammette redenzione o cambiamento. (...) Il miraggio di tornare a suonare il piano ad alto livello, tra l'altro, lo induce a prendere lezioni da una virtuosistica immigrata cinese, con la quale instaura uno strano e scarno rapporto basato solo sul linguaggio della musica; ma al destino non si sfugge e al regista classe '52 Jacques Audiard ('Sulle mie labbra') non resta che riunire i diversi fili del racconto nella drammatica tela finale degli eventi. Difficilmente questo film minaccioso e sincopato, punteggiato da troppe riprese con la macchina a mano che rischiano di far venire il mal di testa, si ritroverà in prima linea nel verdetto: ma la sua coerenza espressiva e la sua asprezza fuori standard si fanno ricordare al di là dei minuetti contenutistici cari ai festival.''
Valerio Caprara, 'Il Mattino'
'' 'De battre mon coeur s'est arrêté' conferma Jacques Audiard fra i migliori registi francesi d'oggi. Si tratta di un libero rifacimento di un film Usa del '78, 'Rapsodia per un killer', dove Harvey Keitel era incerto fra la carriera del gangster e quella del pianista. Il personaggio viene rielaborato con dolente vitalismo da Romain Duris in una Parigi notturna, fra spedizioni punitive ed estasi improvvise, un padre canaglia e martire (Niels Arestrup) e l'incantevole Lin Dan Pham che dà lezioni di pianoforte parlando solo il cinese.''
Tullio Kezich, 'Corriere della Sera'
''Un noir psicologico bipartisan che parte con una bella idea esistenziale, si diverte col folk caratteriale dei comprimari nel gioco variopinto degli affetti, propone il dilemma ma s’incarta quando mira alto.''
Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera'
''Caldamente consigliato, anche a chi fugge i film francesi come la peste. Il regista e sceneggiatore Jacques Audiard ha fatto un lavoro straordinario (...) Basta la prima scena per capire quanto Audiard junior è bravo nella scrittura. Sono tutte mezze frasi, quasi borbottate, prive del peccato originale che affligge i mediocri: la mania di mettere nel copione quel che lo spettatore deve capire da solo. (...) Basta la prima scena per capire quanto Audiard junior è bravo nella scelta e nella direzione degli attori.''
Mariarosa Mancuso, 'Il Foglio'