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Tutti i numeri del nuovo centro Ikea di Catania

308 persone in organico (78% part time) e un centinaio dall'indotto: ma solo in 66 avranno un contratto a tempo indeterminato

10 febbraio 2011

Un organico di 308 persone, con un indotto di un centinaio di addetti alle funzioni di sicurezza, pulizie, animazione, trasporti e montaggi, le 769 maestranze del cantiere di costruzione del negozio e 1,2 milioni di euro di tributi pagati in Sicilia. Sono le cifre del negozio Ikea che tra un mese esatto, il 9 marzo, aprirà a Catania, primo punto vendita siciliano della catena svedese di mobili.
In questo mese che precede l'apertura partiranno le convocazioni degli ultimi selezionati di un lungo percorso iniziato lo scorso 20 settembre e che ha visto 47.312 curricula ricevuti e circa 2.000 candidati incontrati con selezioni di gruppo e personali. Di questi 308 il 78% è a part time, con una media settimanale di 23 ore, pari a una retribuzione di circa 750 euro netti al mese. La tipologia di contratto vede 66 occupati a tempo indeterminato, 187 a tempo determinato, 7 con apprendistato e 47 con un tirocinio collegato a un progetto del ministero del Lavoro a favore dei giovani del Sud.
I siciliani assunti sono pari all'85% della forza lavoro. Il 15% è rappresentato da colleghi provenienti da altre realtà di Ikea in Italia, qui per formare e trasmettere competenza. Alta la percentuale di laureati, pari al 31%, mentre l'età media si attesta sui 29.8 anni. La componente femminile è il 50.5%.
Ikea prevede inoltre che "l'Isola beneficerà di una ricaduta fiscale presumibilmente non inferiore al milione e duecentomila euro annui, di cui il 34% a favore del Comune di Catania e limitrofi per Tia, pubblicità, Ici e addizionale Irpef, e il restante 66% alla Regione Sicilia". A queste voci, si sottolinea dalla società svedese, "si devono poi sommare i quasi due milioni di euro per oneri di urbanizzazione, relativi ai lavori di viabilità sull'Asse di spina comunale, pari a 1.340.000 euro, e quelli sulla strada provinciale 55, pari a 600.000 euro".

Soddisfatto per i numeri che produrrà il nuovo centro Ikea a Catania Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia. "La Sicilia deve porre molta attenzione al tema dell'attrazione di investimenti, soprattutto in un momento in cui è fortissima la competizione tra territori per attrarre capitali da investire in iniziative imprenditoriali. Ecco perchè la prossima apertura del centro Ikea a Catania è una buona notizia". "L'Ikea - aggiunge Lo Bello - si è sempre mossa a livello nazionale ed internazionale con una grande attenzione al territorio. Sul piano nazionale sono tantissime le aziende che hanno stabili rapporti di fornitura con il gruppo e crediamo che questi rapporti possano estendersi anche alle aziende siciliane. Significativo è, peraltro, l'impatto occupazionale sul territorio, soprattutto riguardo alla componente femminile, alla bassa età media ed a una quota rilevante di giovani laureati". "Abbiamo particolarmente apprezzato la trasparenza della selezione del personale operata - conclude il presidente degli industriali siciliani - e l'attenzione al merito ci sembra un modello estremamente positivo, sopratutto sul piano del messaggio culturale che viene proposto ai tanti giovani che sono oggi alla ricerca di un posto di lavoro".

Parzialmente soddisfatti dai "numeri siciliani" di Ikea i sindacati. I segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil di Catania, Angelo Villari, Alfio Giulio e Angelo Mattone, intervenendo sui dati forniti dall'azienda svedese hanno detto: "Non possiamo che ribadere la positiva accoglienza della notizia perchè avere un insediamento come quello dell'Ikea rappresenta una boccata d'ossigeno per tutta la sofferente economia etnea. Ma i numeri dicono anche altro". "Dalle cifre fornite - hanno infatti aggiunto i tre segretari - non possiamo che constatare come l'elevata presenza di giovani laureati tra le file degli assunti dimostra ancora una volta la sete di lavoro esistente a Catania nelle giovani generazioni e l'alta percentuale di disoccupazione intellettuale. Amareggia poi vedere come si arrivi spesso alla prima occupazione all'età vicina ai trent'anni. Largo è ricorso al part-time e su ciò pensiamo che Ikea avrebbe potuto mostrarsi anche più generosa".
Villari, Giulio e Mattone ricordano la vertenza degli ex lavoratori Cesame, parte dei quali avrebbe dovuto trovare occupazione nel nuovo insediamento Ikea: "l'azienda avrebbe potuto essere più disponibile - sostengono - e accogliere un numero maggiore di lavoratori fuoriusciti da una gloriosa realtà produttiva come Cesame e portatori di professionalità ed esperienza uniche". I segretari di Cgil, Cisl e Uil auspicano infine che le relazioni sindacali siano "corrette e improntate al reciproco rispetto dei ruoli" da parte anche dell'azienda svedese. [Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it]

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10 febbraio 2011
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