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Tutti in piazza

Domani in due piazze romane il ''Family day'' e ''Coraggio laico'': è il ritorno di i Guelfi e i Ghibellini?

11 maggio 2007

Dopo mesi di discorsi e polemiche, si è arrivati alla soglia del fatidico ''Giorno della Famiglia'', o meglio del ''Family day'' che fa più manifestazione internazionale.
Diverse organizzazioni ed associazioni cattoliche si ritroveranno domani a piazza S. Giovanni a Roma per - hanno detto e ribadito - tutelare la famiglia, per riportarla al centro del dibattito politico, non certo per erigere nuovi steccati tra laici e cattolici. Non certo per manifestare contro la legge sui Dico... Sarà.

Sicuramente i nostri dubbi farebbero arrabbiare Savino Pezzotta che, trasformatosi da leader della Cisl a fervido portavoce del Family Day, ha chiaramente detto nei giorni scorsi: ''Basta alle strumentalizzazioni politiche che tendono a rappresentare la partecipazione al Family day come un elemento di divisione tra laici e cattolici. Noi come cattolici non abbiamo voluto mettere in campo le nostre convinzioni sul matrimonio. Chi ci accusa di voler clerichizzare l'iniziativa dovrebbe sapere che il matrimonio civile è laico''. ''Non siamo un movimento politico ma sociale - ha precisato ancora Pezzotta - che porta in piazza dei temi e vuole premere sul Parlamento. Rifiutiamo di essere schiacciati dall'una o l'altra parte''.
In piazza San Giovanni, quindi, niente bandiere o striscioni di partito, però, ha aggiunto Pezzotta rivolgendosi ai parlamentari che parteciperanno: ''I politici potranno venire alla manifestazione, ma quelli che verrano non potranno poi votare i Dico''.
Beh, tutto chiaro, no? Niente intenti politici, quindi, a parte quello di un altro degli organizzatori del Family day, Gaetano Quagliariello, che altrettanto chiaramente così si è espresso: ''Il Family day nasce anche contro i Dico. Non ci saranno in piazza portatori di famiglie particolari. Su questo serve chiarezza''.
Il popolo del Family day ha poi l'obiettivo di portare in piazza almeno 100 mila persone. ''Va da sé - ha osservato Pezzotta - che ogni persona in più è tutta grazia di Dio'', aggiungendo che ''Ci sono momenti nei quali servono gesti profetici, e il Family Day è un gesto profetico di popolo''.

Intanto, l'Udc ha confermato la sua presenza massiccia: ''La vera necessità in Italia è la difesa della famiglia, una vera politica a tutela della famiglia. Mentre solo una cultura radicale e astratta può ritenere che i Dico siano oggi una priorità''. Per questo, ha spiegato Pier Ferdinando Casini, ''parteciperemo tutti al Family day, tutti i parlamentari, perché riteniamo appunto che la priorità italiana è una vera politica per la famiglia''. Aggiunge il segretario Lorenzo Cesa, facendo eco al leader di An, Gianfranco Fini: ''Sono un cattolico che crede nel valore della famiglia e vado al Family day in quanto tale, non perché me lo dice la Cei o il mio parroco''.
Se poi, come al solito, qualcuno vuole aprire la polemica sul fatto che un gran numero di politici appassionati sostenitori della sacralità della Famiglia sia divorziato, risposato o convivente, e se per caso qualcun altro ricordasse che i parlamentari godono di tutti quei diritti raggruppati all'interno della legge sui Dico (se non qualcuno in più), beh, saremmo alle solite strumentalizzazioni, che non fanno altro che avvelenare la situazione...

In piazza andranno anche personaggi del centrosinistra, tra cui due ministri, quello della Giustizia, Clemente Mastella, e quello dell'Istruzione, Beppe Fioroni. C'è anche qualcuno che vorrebbe andare ma non può come Francesco Rutelli, che chiaramente ha detto: ''Se fossi un semplice deputato io scenderei in Piazza''. Dichiarazioni che hanno scatenato polemiche tra i futuri fratellini del Partito democratico, di fatti sulla partecipazione o meno al Family day, ma anche sulle aperture nei confronti dell'evento, tra i Ds e quelli della Margherita ci sono state scintille. Per esempio, dopo l'apertura di Rutelli, il ministro degli Esteri Massimo D'Alema, ha voluto pubblicamente precisare: ''Non andrei a quella manifestazione, perché difendere la famiglia non significa scagliarsi contro quei cittadini italiani che convivono senza essere sposati''. D'Alema ha ricordato poi che la piattaforma di Piazza San Giovanni è esplicitamente contro i Dico, un provvedimento che il governo ha portato in Parlamento. Posizione ribadita anche dal ministro per le Pari opportunità Barbara Pollastrini.
Alla sortita di D'Alema si sono aggiunte altre voci. I diessini accusano Rutelli di appoggiare una manifestazione contro un provvedimento del governo e di mettere in difficoltà il nascente Partito democratico. Nessuna contraddizione, risponde il leader Dl, che ricorda di aver votato il Ddl sulle coppie di fatto in Consiglio dei ministri.

A tentare di mettere un po' di pace fra le parti il presidente del Senato Franco Marini. ''A me non pare che il disegno di legge sui Dico metta in discussione la visione della famiglia così come prevista dalla Costituzione''. ''Questo disegno di legge del governo - ha aggiunto - risolve un problema che è un problema reale. Ci sono tante convivenze anche con i bambini che in qualche modo, sul piano dei diritti, devono essere rassicurati. Vedo anch'io che c'è un contrasto, una posizione conflittuale, ma non mi dispiace che si manifesti per la famiglia. Si tratta di trovare le posizioni più giuste''.
Sul Family day è intervenuta anche la capogruppo dell'Ulivo in Senato Anna Finocchiaro. ''Non ritengo che il riconoscimento dei diritti delle persone sia in contrapposizione con l'articolo 29 della Costituzione. Ricorrere alle piazze non è mai una buona politica, si finisce per esasperare posizioni apodittiche, censure, bolle, scomuniche... Quando mai per difendere i sentimenti delle persone si è pensato di scendere in piazza?''.

La risposta alla domanda della Finocchiaro la daranno domani le piazze. Sì ''le piazze'', perché non sarà soltanto piazza San Giovanni ad essere occupata. A piazza Navona, infatti, i Radicali, la Rosa nel Pugno e i Verdi, hanno preparato la risposta laica al Family day. Nessuna ''contromanifestazione'' né, tantomeno, una iniziativa ''pro Dico'', dicono... La nostra è ''una testimonianza'' a difesa del valore della laicità in una data significativa, il 12 maggio, 33esimo anniversario della vittoria del referendum sul divorzio. La data gioca sicuramente a favore di tutti quelli che hanno organizzato e che parteciperanno alla manifestazione intitolata ''Coraggio laico'', che vedrà sul palco una sfilata veramente numerosa di politici, artisti, intellettuali e scienziati.
Sarà una festa, tengono a dire gli organizzatori di ''Coraggio laico''.

Piero Montana partecipa a ''Coraggio laico''
Per rispondere all'offensiva del Family day, Piero Montana, già consulente del sindaco per la realtà omosessuale della Città di Bagheria, nelle passate Amministrazioni di Giovanni Valentino e Pino Fricano, in atto consulente del sindaco Biagio Sciortino in materia di pari opportunità per tutti, in qualità di esponente storico del movimento gay italiano parteciperà a ''Coraggio laico'', la pacifica e democratica manifestazione pro Dico indetta da leader della Rosa nel pugno, come  Marco Pannella ed Enrico Boselli, per il 12 maggio a piazza Navona a Roma.
La data e il luogo scelti non sono casuali, essendo stata celebrata 33 anni fa la vittoria nel referendum, voluto dalla DC e dalla Cei per cancellare il divorzio, proprio a piazza Navona il 12 maggio del 1974.
Piero Montana inoltre invita tutti i cittadini, a cui stanno a cuore le sorti della democrazia, la salvaguardia  della laicità dello Stato, il rispetto e la tutela dei diritti delle minoranze, ad aderire e partecipare a ''Coraggio laico''.
Montana infine tiene a precisare che non sarà a Roma il 12 maggio a ''Coraggio laico'', per protestare contro la manifestazione, promossa da gran parte del mondo associativo cattolico,  a sostegno della famiglia bensì per estendere, attraverso il  riconoscimento giuridico ed istituzionale delle coppie di fatto sia eterosessuali che omosessuali, l'esistenza  legale di quest'ultima a tante altre.

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11 maggio 2007
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