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Tutti in piazza!

Raffica di scioperi dei dipendenti, dei dirigenti e degli impiegati della Regione Siciliana

04 febbraio 2014

La Regione si ferma. Dipendenti aderenti a sindacati autonomi, colleghi iscritti alle sigle confederali, dirigenti, impiegati della formazione professionale: oggi sono scesi tutti in strada per una giornata di proteste che ha numeri record e potrebbe estendersi fino agli enti locali.
A meno di sporadiche eccezioni, nessun ufficio pubblico oggi funzionerà. Anche se le manifestazioni in programma - formalmente assemblee e sit-in - hanno sede e motivazioni differenti a seconda di chi le ha organizzate.
I primi ad annunciare l’intenzione di scendere in strada sono stati i Cobas-Codir e il Sadirs, le sigle autonome più rappresentative, che porteranno i propri iscritti sotto Palazzo d’Orleans a Piazza Indipendenza. Gli autonomi protestano in linea generale contro la politica sul personale messa in atto dal governo Crocetta: sotto accusa il blocco del rinnovo contrattuale e le riduzioni di alcune voci di finanziamento a indennità. Misure che l’assessore al Personale Patrizia Valenti ha collegato a identici provvedimenti di carattere nazionale.
Le bandiere di Cgil, Cisl, Uil e Ugl si è dato invece appuntamento in via Notarbartolo, sede dell'assessorato Economia.

Due manifestazioni contrapposte, dopo i tentativi falliti di una mobilitazione unitaria (l'ultima risale alla fine del governo Lombardo), ma che si muovono per motivazioni simili, e che vanno al di là del blocco degli stipendi, ormai superato: i mandati sono in banca e i soldi per i regionali sono attesi per domani. Invece è sui rischi per il futuro dei dipendenti, contenuti nella finanziaria tranciata, che l'attenzione di tutti è puntata: i tagli colpiscono il salario accessorio dei regionali ma anche le risorse degli ispettorati del Lavoro così come quelle per il funzionamento di Soprintendenze e musei regionali, i buoni pasti, le risorse per le comunità alloggio e per i disabili.

Crocetta, dopo il decreto di Palazzo Chigi che ha sbloccato 350 milioni dei 500 impugnati, e dato il via a un piano di rientro in 11 anni e alla creazione del fondo rischi per i residui attivi, è in attesa del testo dell'assessore Luca Bianchi, una manovra correttiva da 60 milioni circa, per tamponare le emergenze. A tutti gli effetti una manovra bis, strettamente connessa al salvagente lanciato la settimana scorsa da Palazzo Chigi. "Dobbiamo comprendere ancora esattamente la consistenza finanziaria di questa operazione - spiega Bianchi - per procedere efficacemente e nel più breve tempo possibile". Ma, fa capire, bisogna fare presto e chiudere la partita entro il mese. Nelle prossime ore la giunta esaminerà la questione.

Ieri Crocetta ha chiesto di parlare con i Cobas: ma la manifestazione, indetta da 15 giorni, non è stata annullata. Nel corso dell’incontro il Presidente ha manifestato una convergenza su talune questioni poste, in particolare l’apertura della nuova stagione contrattuale di categoria (giuridica). Sono state anche condivise le richieste inerenti la razionalizzazione e l’organizzazione del lavoro, tra cui il riconoscimento delle professionalità, la rivisitazione delle qualifiche, per le quali il Presidente della Regione ha annunciato l’apertura di una fase di confronto con le Organizzazioni Sindacali.
Anche sul temporaneo accantonamento delle somme relative al Famp (Fondo per il pagamento delle indennità obbligatorie dei dipendenti regionali), il Presidente ha comunicato, verificate le condizioni tecnico-contabili, la disponibilità di dette somme in tempi brevi, e ha accolto la richiesta di rivisitare l’intero istituto contrattuale del FAMP. Crocetta ha dichiarato in ultimo di predisporre in proposito, a breve, apposita direttiva da inviare  all’ARAN-Sicilia.

Marcello Minio, segretario del Cobas Codir, sindacato che rappresenta il 56 per cento del personale regionale, dice: "La Regione deve stringere ancora i cordoni della borsa. Tra ipoteche sul rimpasto, fibrillazioni della maggioranza e nuovi manager da fare, non vorremmo essere noi i soliti fessi a pagare il conto. I regionali sono criminalizzati dall'opinione pubblica. Ma perché, se il comparto non dirigenziale prende dai 900 ai 1.800 euro al mese? Non intendiamo essere ancora bastonati".
"Vorremmo capire se la manovra bis sblocca i 400 milioni che gravano sulle spese degli enti locali. Il comparto è alla paralisi", è l'allarme del segretario Fp Sicilia Enzo Abbinanti, che chiede di sapere come saranno utilizzate le risorse recuperate dai tagli.
"Dobbiamo dare risposte ai forestali, ai lavoratori degli enti culturali e ai dipendenti degli enti finanziati dalla Regione", aggiunge il segretario Uil, Claudio Barone

[Informazioni tratte da ANSA, GdS.it, AGI, Repubblica/Palermo.it]

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04 febbraio 2014
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