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Tutti maturi gli studenti italiani?

I primi dati del Ministero dell'Istruzione parlano di un popolo di promossi, però, forse sotto sotto...

13 luglio 2006

Dai dati recentemente divulgati dall'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (Invalsi - istituzione interna al Ministero dell'Istruzione), e riguardante oltre 17mila maturandi, il quadro che ne viene fuori rappresenta un'Italia piena di ragazzi studiosi e diligenti. Infatti, stando ai dati, quasi tutti gli studenti italiani quest'anno sono stati promossi alla maturità.
Quelli che dovranno ripetere l'anno sono appena 3 su 100, mentre 8,5% riesce ad ottenere il punteggio massimo messo a disposizione della commissione ai cosiddetti ''superbravi'' (100 centesimi).
Basandoci sempre sui dati messi a disposizione dall'Istituto suddetto, sappiamo inoltre che poco più di un ragazzo su 10 quest'anno ce la fatta per 'il rotto della cuffia', ossia acciuffando fortunosamente il punteggio minimo (60 centesimi).

I dati elencati non fanno parte di una rilevazione campionaria, ma di una semplice raccolta di dati inviati attraverso internet dalle stesse commissioni esaminatrici alla fine dei lavori. Questi primi numeri, che provengono da tutte le regioni italiane ma che non si possono considerare come un campione rappresentativo, ripropongono comunque - con piccole variazioni - lo scenario delle passate edizioni della maturità, tanto criticata dagli addetti ai lavori perché di fatto 'non più selettiva'. Infatti, tra coloro che approdano all'ultimo anno delle scuole superiori, in un modo o nell'altro, l'Esame lo passano quasi tutti. Dato significativo perché nella formula dell'esame di Stato, riformato nel 1999, sono stati aboliti di fatto i non ammessi.
I più bravi, come lo scorso anno, sono risultati gli studenti dei licei che fanno registrare pochissimi bocciati (l'1,1 per cento) e tantissimi ''superbravi'' da 100 centesimi: il 13 per cento. La maglia nera, e anche qua niente di differente dallo scorso anno, se la giocano i ragazzi degli istituti professionali e dei tecnici: i primi contano meno bocciati - il 4 per cento - ma i secondi possono vantare un maggior numero di promossi col massimo punteggio - il 7 per cento.
Insomma, dalla lettura di questi primi dati si può comprendere chiaramente che le commissioni esaminatrici, composte totalmente da insegnanti interni alla scuola, sembrano essere state, quest'anno forse anche di più, di ''manica larga''. Nei colloqui fioccano i 35 centesimi: il massimo punteggio previsto per gli orali. E come avviene da qualche anno a questa parte sono le ragazze le più brave. Prendendo in esame le medie dei punteggi 'per genere', queste ultime, superano sempre i compagni: dal credito scolastico, raggranellato nell'arco dell'ultimo triennio, alle tre prove scritte. Dal voto del colloquio all'eventuale bonus di 5 punti a disposizione della commissione per coloro che si presentano agli esami con un credito almeno di 15 punti e un minimo di 70 punti nelle prove, scritte e orali.

Tanta magnanimità però non è vista di buon occhio dal nuovo ministero della Pubblica Istruzione, e alla ''manica larga'' delle commissioni ha interposto il proprio ''pugno di ferro'' (in particolare per gli istituti privati): ventimila ispezioni, annullate una cinquantina di prove di maturità, un centinaio di ragazzi ammessi con la media dell'otto esclusi dagli esami e ben venti proposte di revoca della parità ad istituti privati per irregolarità.
Per la prima volta, dunque, il Ministero non ha usato mezzi termini nei confronti della grande ''magnanimità delle commissioni'', che in realtà ha un nome ben più noto e tutt'altro che altisonante: ''diplomifici'',  e che ogni anno sfornavano studenti modello senza che, a volte, ne avessero i requisiti.

La task force del ministero formata da 150 ispettori ha vagliato circa 20.000 istituti, ovvero, il 90% del totale delle commissioni. Alcuni hanno assistito le prove dei candidati ricoverati in ospedale (10 studenti interni, 7 di licei e 3 di istituti tecnici), altri hanno invece seguito i 15 maturandi detenuti che hanno sostenuto gli esami nelle case circondariali.
Particolare attenzione è stata rivolta ai candidati delle scuole private, 45mila nel 2006, contro i 42mila di 12 mesi fa. Conti alla mano, il 7% in più in un anno. I controlli hanno scandagliato i documenti prodotti dalle scuole e i reali requisiti degli alunni per poter essere ammessi agli esami. E' a questo punto che sono venute alla luce irregolarità insanabili in 50 casi, per cui il Ministero ha subito proceduto all'annullamento delle prove di esame.
''L'avvio di questa operazione trasparenza - ha commentato il ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni - rende un servizio a tutta la scuola, soprattutto alle scuole paritarie serie che si assumono oneri e onori per garantire agli studenti e alle famiglie prestazioni di qualità. I controlli, ovviamente, hanno riguardato tutte le scuole, paritarie e non paritarie''.

Vagliando invece le residenze dei privatisti (in Italia oltre 10mila studenti, il 2% in più rispetto al 2005), gli ispettori hanno imposto a circa 2.000 candidati lo spostamento in istituti statali o la riassegnazione ad istituti delle località di provenienza. ''Individuare e rimuovere chi snatura la parità - ha aggiunto Fioroni - è l'unico modo per dare ai ragazzi il diritto a un'istruzione di qualità che sia omogenea e garantita su tutto il territorio nazionale''.
Numerosi sono anche gli studenti che, la notte prima degli esami, hanno rischiato di dover rimandare la prova di un anno per la revoca della parità in 30 istituti.
Il nodo è stato sciolto con il dirottamento dei candidati in scuole statali della provincia di appartenenza ma non soltanto. I vari Tar responsabili, dopo aver accolto il ricorso contro il Ministero presentato dai gestori degli istituti, ne ha riabilitati alcuni. In 20 casi, però, le irregolarità si sono rivelate così gravi da indurre la squadra d'ispezione a formulare la proposta di revoca della parità.
Un altro fronte di attenzione si è concentrato sulle prestazioni degli studenti che, per merito, fanno più anni in uno. Si tratta dei cosiddetti ''saltatori'', un fenomeno che negli istituti paritari, negli ultimi tre anni, ha subito un grande incremento. Qui sono emersi i 100 candidati titolari di una media dell'otto, in realtà del tutto fittizia che sono stati esclusi dagli esami di Stato. 

Cosa dire, forse, come ogni ''quadro'', anche quello che abbiamo presentato all'inizio ha bisogno di essere ''interpretato'', perché spesso, com'è risaputo, le cose sono assolutamente diverse da quello che appaiono...

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13 luglio 2006
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