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Ultimatum Afghanistan

Nuovo disperato messaggio di Daniele Mastrogiacomo e la notizia dell'uccisione del suo autista

16 marzo 2007

La nostra battaglia in Afghanistan contro i Talebani è iniziata. E' iniziata il 5 marzo scorso quando il reporter del quotidiano la Repubblica, Daniele Mastrogiacomo, è stato ''arrestato'' insieme al suo interprete e al suo autista dai Talebani, nei dintorni di Helmand, al sud del Paese.
Il video, recapitato nei giorni scorsi al fondatore di Emergency Gino Strada, aveva rinvigorito la speranza di tutti (leggi). Un possibile spiraglio per la liberazione di Mastrogiacomo, un punto dal quale poter partire. Non è stato così invece...
''Per favore, abbiamo solo due giorni da adesso, poi ci uccideranno''. Il messaggio audio pervenuto ieri via internet all'agenzia privata afgana Pajhwok, ha improvvisamente raffreddato le speranze. Un messaggio ancora da verificare, che contiene una terribile agghiacciante scadenza.

La registrazione (effettuata il giorno successivo al video, quindi il 13 marzo), un file audio di 55 secondi di pessima qualità, inizia con una voce maschile che esorta Mastrogiacomo a parlare, voce che alcuni giornalisti locali hanno identificato con quella del mullah Dadullah, il comandante militare delle province meridionali dell'Afghanistan. ''Sono Daniele, Daniele Mastrogiacomo. Per favore, abbiamo solo due giorni da adesso, poi ci uccideranno. Per favore, fate quello che vogliono i talebani, sempre. Per favore, ci uccidono, per favore. Abbiamo solo due giorni da adesso, okay? Per favore, per favore. Il nome di mio figlio è Michele, io sono Daniele, Daniele Mastrogiacomo. Per favore, solo due giorni''. Questo il testo del messaggio nel quale l'inviato di Repubblica parla in inglese.
Su disposizione della Procura di Roma, i Carabinieri del Ris stanno ''ripulendo'' l'audio. Un accertamento disposto dal pm Franco Ionta poiché la parte nella quale si sente la voce dell'inviato di Repubblica è disturbata da rumori e interferenze. La voce sembrerebbe comunque quella di Mastrogiacomo, ma gli esperti eseguiranno una comparazione fonetica con la voce del video diffuso il giorno prima.

Nonostante tutto Gino Strada, pur con le cautele del caso, continua a dirsi ottimista: ''Quelle parole sembrano una normale forma di pressione. Non si sente mai il termine 'ultimatum'. In questa storia tutti hanno fretta. Io resto ottimista, ma per trovare una soluzione ci vuole tempo''.
Da Roma, il premier Romano Prodi e il ministro degli Esteri Massimo D'Alema, dopo aver sentito il messaggio audio, hanno avuto un colloquio telefonico con il presidente afgano, Hamid Karzai. Da Prodi a D'Alema fino al presidente della Camera, Fausto Bertinotti, si è ribadito l'appello alla discrezione e al massimo riserbo.

E mentre si continua ad analizzare la veridicità del file audio, stamane è arrivata un'altra terrificante notizia: un portavoce dei Taleban, Shahabuddin Atal, portavoce del mullah Dadullah, ha detto telefonicamente all'agenzia afghana Pajhwok, la stessa a cui è stata recapitato il file audio, che Said Agha, 25 anni, l'autista del giornalista italiano di Daniele Mastrogiacomo rapito undici giorni fa nel Sud dell'Afghanistan, è stato ucciso. A riferirlo è stata la stessa agenzia.
La notizia - che da stamattina gira con insistenza a Kandahar - è stata confermata anche da altre fonti afghane, che vogliono però mantenere l'anonimato. Secondo le fonti in serata dovrebbe essere diffuso un video. Tuttavia un portavoce dei Taleban, Qari Yussuf Ahmadi, contattato telefonicamente dall'Ansa, ha detto che ha sentito la notizia dell'uccisione dell'autista e ''sta verificando''. ''Non ho ancora avuto conferma, sto ancora cercandola'', ha detto Ahmadi.
Successivamente anche il comandante dei Talebani della provincia di Helmand, dove 11 giorni fa è stato catturato Mastrogiacomo, ha confermato all'Ansa che l'autista dell'inviato di Repubblica è stato ucciso. Agha - ha detto Ibrahim Hanifi, contattato telefonicamente da Kabul - ''è stato sgozzato alle 7 di questa mattina, perché è stato confermato che era una spia delle forze militari straniere''.
''Abbiamo verificato che Mastrogiacomo e l'interprete sono veri giornalisti, non delle spie, per cui, se il governo afghano accetta le nostre richieste, li rilasceremo''
, ha detto poi Hanifi.
Resta la richiesta di ritiro delle truppe italiane - ha aggiunto il comandante - ''ma l'importante è il rilascio dei portavoce Abdul Latif Hakimi, Ustad Yasir e Hanif''.

Ed intanto sta per scadere l'ultimatum impartito dal mullah Dadullah per la salvezza di Mastrogiacomo, ma i Talebani che tengono prigioniero il giornalista italiano, e che minacciano di eliminarlo se le loro pretese non saranno accolte, avrebbero fatto sapere di essere disposti a concedere una proroga di sette giorni, qualora gliene fosse presentata richiesta. A dichiararlo via telefono satellitare un portavoce del movimento ultra-fondamentalista afghano, Yousuf Ahmadi. ''Il termine è scaduto'', ha sottolineato Yousuf, aggiungendo tuttavia che ''agli italiani con cui siamo in contatto è stato comunicato'' che potrebbe appunto essere prorogato, rispetto ai due giorni concessi inizialmente. ''Abbiamo detto loro'', ha proseguito Ahmadi, ''che, se ci chiederete altro tempo attraverso i mass media, noi ve ne daremo di più. Qualche progresso nei negoziasti c'è stato'', ha puntualizzato, ''e, se le nostre richieste saranno accolte, libereremo il giornalista''.

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16 marzo 2007
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