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Ultimo giorno per fare il versamento per la polizza ''obbligatoria'' contro gli infortuni domestici

Una polizza ''obbligatoria'' per le casalinghe e tutti quei soggetti che svolgono lavori domestici

31 gennaio 2005

La Legge del 3 dicembre 1999, n. 493 ha istituito una polizza contro gli infortuni domestici che riconosce e valorizza chi - tra i 18 e i 65 anni - svolge lavoro domestico in maniera abituale, esclusiva e gratuita.
Dal primo marzo 2001 l'assicurazione è diventata obbligatoria e il premio va pagato entro il 31 gennaio. Il costo annuale dell'assicurazione è fissato in 12,91 euro ed è deducibile ai fini fiscali. Il versamento deve essere effettuato ogni anno entro il 31 gennaio e ciò assicura una copertura fino al 31 dicembre dello stesso anno. Anche chi raggiunge i requisiti e si iscrive dopo il 31 gennaio deve quindi versare l'intero importo. Con l'obbligatorietà  della polizza arrivano anche le sanzioni per chi non si iscriverà, che pagherà una multa che comunque non supererà l'importo della quota. Più la quota stessa. Quindi massimo 26 euro.

Si tratta sostanzialmente di una polizza "grandi rischi" che tutela contro gli incidenti domestici di una certa gravità ed è rivolta in particolare alle donne casalinghe "a tempo pieno", ma anche ad altre persone presenti nel nucleo familiare.
Infatti possono assicurarsi anche: i pensionati che non hanno superato i 65 anni; chi ha già compiuto 18 anni e lavora esclusivamente in casa per la cura dei componenti della famiglia (ad esempio ragazzi o ragazze che sono in attesa di prima occupazione); gli studenti che svolgono attività in ambito domestico (anche se studiano e dimorano in una località diversa dalla città di residenza); i cittadini stranieri che soggiornano regolarmente in Italia.
Per i periodi in cui non svolgono attività lavorativa, possono assicurarsi: i lavoratori in cassa integrazione guadagni (CIG); i lavoratori in mobilità; i lavoratori stagionali, temporanei, a tempo determinato.
In questi ultimi tre casi il premio va versato per l'intero anno, ma la copertura assicurativa opera solo nei periodi in cui il soggetto non svolge attività lavorativa.
NON HANNO L'OBBLIGO DI ASSICURARSI: le casalinghe con un reddito personale di non oltre 4.648,11 euro all'anno o familiare complessivo non superiore a 9.296,22. Ma anche queste devono fare qualcosa entro domani: con un'autocertificazione, il cui modello da compilare è reperibile alle associazioni di casalinghe, ai patronati o alle sedi Inail, devono attestare di avere i requisiti per l'esonero. Esonerati anche i lavoratori coinvolti in lavori socialmente utili (LSU), borse di Lavoro, corsi di formazione, tirocini; tali persone, pur in assenza di rapporto di lavoro, svolgono un'attività che è assimilata a quella lavorativa; chi lavora part time a tempo indeterminato, e quindi ha un contratto che comporta l'iscrizione a forme obbligatorie di previdenza sociale.

L'incasso dello Stato, se tutti pagassero l'importo della polizza sarebbe poco meno di 78 milioni di euro.
La domanda delle donne che lavorano a casa, crescono i figli e si curano del marito e dei parenti anziani è sempre la stessa: perché devo rinunciare ad una seduta dal parrucchiere (le più fortunate) o ai quaderni per mio figlio? In cambio di cosa lo Stato mi chiede questi 12 euro e rotti?
In cambio di poco, molto poco.
La polizza è stata voluta fortemente dalle associazioni delle casalinghe, che all'inizio (parliamo del 1999) hanno puntato soprattutto all'introduzione di un principio (ovvero il riconoscimento del lavoro domestico come lavoro a tutti gli effetti), la legge per la polizza obbligatoria va a regime dopo 5 anni di rodaggio, suscitando però parecchie perplessità:
- perché vengono indennizzati unicamente gli incidenti che causano invalidità permanente del 33% (quindi grave, gravissima, tanto per capirci almeno l'amputazione delle 5 dita di una mano)?
- Perché l'assicurazione non vale in caso di morte?
- Perché non copre chi ha più di 65 anni e in casa ci sta molto di più?

E le perplessità non finisco qui: per avere diritto all'eventuale indennità, bisogna dimostrare di essersi fatte male svolgendo un lavoro domestico, perché qualunque altra situazione non strettamente legata alle faccende di casa non viene presa in considerazione.
Con un'invalidità del 33% si ottengono appena 188 euro al mese, per avere il massimo, 1.030 euro, bisogna aver subito un infortunio pari al 100% di invalidità.

All'Inail, quando nel 2001 la legge è entrata in vigore, si sono volontariamente iscritte un milione e mezzo di casalinghe. Da allora, l'incremento annuo è stato minimo e al 31 dicembre 2004 avevano sottoscritto la polizza soltanto 1 milione 870 mila. Su una platea presunta di 6 milioni di casalinghe/casalinghi, è chiaro che ne mancano all'appello più di 4 milioni.
''La legge va migliorata altrimenti è davvero un balzello, l'ennesimo sistema per far cassa - commenta Alessandra Egidi di Confcasalinghe -. In commissione Lavoro alla Camera c'è un testo unico che ha messo d'accordo tutti i partiti e che prevede alcune modifiche ma la Ragioneria centrale dello Stato ha espresso parere negativo''.
Fino a oggi, raccontano all'Inail, sono state liquidate soltanto 107 richieste di indennizzo sulle 3.000 arrivate. Spiega la presidente della Federcasalinghe, Federica Rossi Gasparrini: ''Oggi questa legge sembra poca cosa, anzi una tassa. Le percentuali di invalidità vanno assolutamente abbassate. Ma noi, 5 anni fa, miravamo prima di tutto al riconoscimento giuridico del valore di chi lavora per la famiglia. In caso di divorzio, quindi per gli assegni familiari, o in caso di incidente, per esempio una casalinga investita da un'automobile, le donne oggi "valgono" di più. Mentre prima, siccome non portavano soldi a casa non valevano niente''.
Tuttavia questi 12,91 euro dovuti offrono poca protezione. ''Sì - continua Gasparrini -, e infatti già si discute. Se volesse, il ministro del lavoro Maroni potrebbe già decidere autonomamente, con un semplice decreto ministeriale, di estendere la polizza in caso di morte. Quanto ad abbassare le percentuali di invalidità, la legge prevede che il comitato che gestisce il fondo presso l'Inail chieda miglioramenti al ministro''.

Fonte Aise e Corriere della Sera

- Assicurazione per le casalinghe: numeri e siti utili

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31 gennaio 2005
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