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ULTIMO GIORNO

Oggi è l'ultimo giorno di produzione nello stabilimento Fiat di Termini Imerese

24 novembre 2011

Stabilimento Fiat di Termini Imerese, ore 5:30. Ultimo giorno di produzione, poi cassa integrazione fino al 31 dicembre. Le "tute blu" arrivano in fabbrica a gruppi. Le luci dello stabilimento illuminano i volti scuri, hanno poca voglia di parlare. Qualcuno ha indosso ancora gli abiti di casa, nella borsa la tuta e il sacchetto con la colazione.
"Non c'é più futuro, non c'é niente - dice Francesco Li Greci, 34 anni in catena di montaggio -. Provo una strana sensazione, entro in Fiat per l'ultima volta. Mi sento rabbia in corpo".
Molti lavoratori varcano i cancelli. In pochi parlano e chi lo fa smozzica le parole, bofonchia appena. "Dopo 35 anni abbiamo fatto la fine del topo", sbotta un operaio. "Il primo dicembre faccio 35 anni di lavoro in Fiat - aggiunge un altro lavoratore -. Il signor Marchionne non sa il danno che ha fatto. Cosa facciamo con le nostre famiglie?". "Ho le palpitazioni, dopo 36 anni di lavoro qui dentro", dice un altro dipendente. "Ci hanno trattato come i cani - sostiene un lavoratore che per l'emozione non riesce quasi a parlare -. Non avrei mai immaginato che sarebbe finita così. Oggi ci saluteremo con i colleghi, tutto quello che c'é qui dentro ci appartiene. Non lo so, ma c'é una giustizia divina".
In mattinata gli operai si ritroveranno nel piazzale davanti i cancelli. E' in programma l'ultima assemblea. Ci saranno i sindacalisti di Fim Fiom e Uilm. "Porteremo le ghirlande, è tutto finito", dice Angelo Barbera, 41 anni di lavoro alle spalle e davanti...

"E' un giorno che davvero speravamo non arrivasse mai a Termini Imerese. Siamo qui a raccogliere i cocci di questa esperienza della Fiat, che dopo 41 anni va via". Lo dice il sindaco di Termini Imerese Salvatore Burrafato, anche lui davanti ai cancelli della Fiat insieme agli operai. "Siamo ancora impelagati - continua - al ministero per lo Sviluppo economico, l'unica certezza è che la prossima settimana scade il tempo utile a nostra disposizione per siglare l'accordo". "Fiat - aggiunge - è disposta a concedere gli incentivi alla mobilità a quei lavoratori, che entro il 31 dicembre 2017 maturano i requisiti, c'é un fatto nuovo anche i governi nazionale e regionale sarebbero disponibili a partecipare".

Ecco, l'incontro "decisivo" che dove tenersi ieri e invece... Invece c'è stata l'ennesima fumata nera. Nera come la visione del futuro per i 2.200 operai. L'incontro di ieri pomeriggio a Roma, al ministero dello Sviluppo economico,   tra Lingotto, Regione, Invitalia e Dr Motor, l'azienda che rileverà lo stabilimento, si è concluso con un nulla.
Sul tavolo il nodo fondamentale su cui da mesi Fiat e sindacati cercano un'intesa: gli incentivi al prepensionamento che Torino dovrebbe concedere per permettere di salvare circa 650 lavoratori in esubero vicini all'età pensionabile, non contemplati nel piano industriale della casa guidata da Di Risio.
Fiat sarebbe disposta a garantire un incentivo alla mobilità di circa 500 euro al mese per 4 anni agli operai che andranno in pensione entro il 31 dicembre 2016. L'assegno si aggiungerebbe all'indennità mensile erogata dall'Inps, che si aggira intorno ai 700 euro. Secondo stime sindacali si parlerebbe di 511 persone, insufficienti per colmare il deficit occupazionale stimato. Il problema sollevato dalla casa torinese è quello dei costi: almeno 17 milioni di euro per tutti i 650 operai in esubero, spesa considerata eccessiva dall'azienda, che ha chiesto un aiuto da parte delle istituzioni di circa 10 milioni di euro.
Il salvagente potrebbe arrivare da Palazzo d'Orleans, disponibile a erogare la metà della somma richiesta, 5 milioni di euro, per gli ammortizzatori sociali. L'intervento si andrebbe a sommare ai 350 milioni già versati dalla Regione per il dopo Fiat.

Il prossimo incontro sullo stabilimento Fiat di Termini Imerese, per il passaggio a Dr Motor, si terrà mercoledì 30 novembre al ministero dello Sviluppo economico. Questa la decisione presa nel corso del tavolo al dicastero di Via Veneto. Secondo l'amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, il vertice si è concluso con "alcuni altri passi in avanti" e con la "disponibilità" della Regione siciliana di verificare possibili strumenti per una soluzione positiva del passaggio del sito dal Lingotto a Dr Motor. "Oggi abbiamo sancito una volta per sempre - ha detto Arcuri - che l'accesso agli incentivi messi a disposizione di Fiat è possibile solo per i lavoratori che nel periodo di mobilità matureranno i requisiti per la pensione, quindi chi non li matura non può accedere". In altre parole, ha spiegato l'ad, "viene sancito che non ci può essere un ulteriore accesso volontario". Per Arcuri in questo modo "si arriverà più probabilmente a definire il numero di lavoratori interessati". A riguardo, ha aggiunto, i sindacati si sono impegnati "a dare il massimo contributo per definire un intervallo più stretto del numero dei lavoratori" che andrebbero in pensione nei prossimi anni. Altrimenti, ha sottolineato, "se non si conosce questo numero non si capisce quanto costa l'operazione". Inoltre, ha riferito l'ad, la Fiat si è detta disponibile a verificare le voci di cui si compone l'onere complessivo, così che si possa raggiungere un punto di convergenza.
Un altro punto emerso, ha evidenziato Arcuri, arriva dalla Regione siciliana, che "ha messo sul tavolo la disponibilità a vedere se ci sono strumenti per una positiva soluzione della questione mobilità, in aggiunta rispetto a quelli che sarebbero già messi in campo". Insomma dalla Regione potrebbe arrivare un contributo per una "soluzione felice" della vicenda. Anche se "è ancora presto per quantificare e qualificare questo aiuto".

"Il Lingotto ha assunto una posizione irresponsabile - dichiara il responsabile nazionale del settore auto della Fiom, Enzo Masini - Il nodo resta quello degli incentivi alla mobilità e a riguardato la Fiat non sta favorendo una soluzione, con la pretesa di sconto rispetto a quanto normalmente applica".
"Bisogna fare presto per giungere alla sigla dell'accordo con Dr Motor - commentano Giovanni Scavuzzo e Mimmo Di Matteo della Fim Cisl Palermo - i tempi ormai sono stretti".
"Se dovesse venire meno un'intesa sui numeri dell'accompagnamento alla pensione, tutto il piano di riconversione del sito sarebbe compromesso - è intervenuto il sindaco Burrafato - Senza certezze sugli esuberi salta tutto, potrebbe anche venire meno il piano di Dr Motor, che prevede l'occupazione di 1.312 persone su 2.200".
Secondo il senatore del Pd Giuseppe Lumia, "la Fiat continua a mantenere un comportamento scandaloso. Da un'azienda che ha deciso di abbandonare il proprio stabilimento di Termini Imerese e che ha costantemente ricevuto incentivi dallo Stato ci saremmo aspettati un po' di collaborazione sulla trattativa per il rilancio dell’impianto. Invece la Fiat non mostra nessuna disponibilità. L’ultima questione riguarda i costi dell’incentivazione del prepensionamento dei lavoratori che la Fiat vuole scaricare sulla Regione, la quale comunque si è resa disponibile a finanziare la metà della spesa. Una pretesa che complica l’accordo di programma e il rilevamento dello stabilimento da parte della Dr Motor".

Ieri mattina, il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, ospite di 'Coffee Break' su La7, ha detto: "La Regione sta investendo 200 milioni, più 150 in infrastrutture: abbiamo sbagliato a non farlo prima, ma forse la Fiat sarebbe andata via lo stesso". "Nella Fiat e in Marchionne - ha aggiunto - abbiamo trovato un interlocutore che non ci ha assolutamente ascoltato. Un muro di silenzio che per questo residuo di accordo mi auguro venga meno". Sull’atteggiamento del nuovo Governo ha precisato: "Credo che il ministro Passera sarà attento come il ministro Romani. Io sto con gli operai, non con la Fiat. Comprendo lo scetticismo e la preoccupazione che attanaglia i lavoratori: sono stati due anni di trattativa faticosa. Dr non sarà multinazionale ma assicurerà 1.312 posti di lavoro in 4 o 5 anni e le possibilità di lavoro cresceranno".

E mentre si aspetta ancora, nell'ultimo giorno di produzione, solo tre sentimenti si riescono a percepire tra i lavoratori: tristezza, paura e rabbia. Ieri mattina gli 8 interinali di Bienne Sud, azienda dell'indotto di Termini, sono tornati a incatenarsi di fronte al municipio del paese e lì sono rimasti tutta la notte. "Ci aspettavamo che la nostra questione fosse discussa nel vertice di Roma, invece continuano a ignorarci - racconta Calogero Ciresi - i nostri contratti scadranno il 31 dicembre e per noi non sono previsti ammortizzatori sociali perché siamo lavoratori interinali. Dal primo gennaio saremo in mezzo alla strada, non essendo contemplati nel piano di riconversione di Di Risio".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, GdS.it, Ansa, Repubblica/Palermo, Adnkronos/Labitalia]

 

 

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24 novembre 2011
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