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Umberto Veronesi si dimette dall'Agenzia per la sicurezza nucleare

L'oncologo rimane sempre un "nuclearista" ma l'agenzia governativa non ha mai preso forma

05 settembre 2011

Umberto Veronesi ha inviato una lettera di dimissioni al ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, dall'Agenzia per la sicurezza nucleare. Lo ha rivelato in un colloquio con 'il Sole 24 Ore' spiegando i motivi della sua decisione. "Mi sono dimesso da qualcosa che era nato asfittico e non ha mai preso forma" ha dichiarato alla luce dell'esito referendario di giugno e di un emendamento della manovra che prevede la soppressione dell'organismo con il trasferimento delle competenze all'Authority per l'energia in ragione di un contenimento delle spese pubbliche. "Avevo accettato solo perché confidavo in un progetto italiano di grande respiro per lo sviluppo della fisica nucleare e delle sue applicazioni nell'energia, ma non solo - ha spiegato l'oncologo ed ex ministro della Sanità - così non me la sento. Non voglio certo occuparmi, nella migliore delle ipotesi, solo di scorie".
Veronesi resta "convinto che all'Italia serva un grande piano per l'atomo", ma dice addio a "un'Agenzia che non ha più la mission di ricerca che avevo sposato".
Veronesi, che per assumere la presidenza dell'Agenzia per la sicurezza sul nucleare aveva abbandonato la carica di senatore del Pd, resta "convinto delle posizioni nucleariste di sempre". "Mi inchino di fronte alla volontà negativa dei cittadini rispetto al nucleare", aveva affermato il direttore scientifico dell'Ieo di Milano già all'indomani dei risultati della consultazione referendaria di giugno, puntualizzando comunque di ritenere "grave per l'Italia rinunciare alla possibilità di far fronte alla futura insufficienza energetica anche con il nucleare".

Dopo la vittoria del 'sì' lo scienziato aveva espresso il timore di uno stop alla ricerca tricolore sull'atomo, una battuta d'arresto che rischiava di trasformare il nostro Paese in "un'appendice turistica del mondo avanzato". "Non penso di dimettermi e ritengo che non abbia senso smantellare l'Agenzia", aveva aggiunto a caldo Veronesi. In un primo momento l'oncologo aveva deciso di "tenere botta" e si era preso del tempo per riflettere, spiegano ora i suoi collaboratori. Ma adesso, "preso atto che dopo il ridimensionamento dei ruoli all'Agenzia restano essenzialmente compiti di decommissioning degli impianti chiusi dopo il referendum del 1987, e l'individuazione di un deposito nazionale per le scorie radioattive", lo scienziato lascia. "Il mio obiettivo è la ricerca", ha sempre sostenuto Veronesi. Senza questo 'faro' a guidare il cammino dell'ente, l'oncologo non ci sta più.

"Con le dimissioni di Veronesi perdiamo una figura di grande prestigio e utilità sulla cui candidatura il Governo ha creduto molto. Esprimo dunque gratitudine al professor Veronesi per aver accettato l'incarico e comprendo che nel nuovo scenario post Fukushima i presupposti sono cambiati. Nonostante questo però l'Agenzia rimane validamente in piedi anche se sarà più snella ma non meno importante". Così Stefano Saglia, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico con delega all'energia, ha commentato le dimissioni di Umberto Veronesi. "L'agenzia è fondamentale - ha aggiunto il sottosegretario - anzi proprio in questo momento dovrebbe implementarsi per essere più autorevoli nella discussione in Europa. Essa avrà un ruolo attivo nella conduzione degli stress test sulle centrali operanti negli altri Paesi dell'Unione europea. Infatti al di là delle Alpi ci sono almeno 4 centrali nucleari della stessa generazione di Fukushima. L'Agenzia, inoltre, porterebbe avanti la ricerca sulla tecnologia nucleare per la quale l'Italia, fino al 1987, l'Italia era all'avanguardia". "Oltre a partecipare al dibattito europeo, l'Agenzia ha ancora altri compiti molto importanti relativi alla sicurezza e alla salute dei cittadini - ha spiegato Saglia - si tratta del controllo sul decomissioning delle 4 vecchie centrali nucleari, dello smantellamento di altri 4 siti, della realizzazione di un Parco tecnologico e dell'identificazione di un deposito per i rifiuti radioattivi". "I rallentamenti che si sono verificati nella costituzione dell'agenzia - ha affermato il sottosegretario ­- sono legati alla difficile situazione congiunturale che stiamo affrontando e non a una negligenza del Governo che ha sempre creduto nel nucleare come un'opportunità per il nostro Paese".

"Dopo le dimissioni del prof. Veronesi dalla presidenza adesso il governo sciolga immediatamente l'Agenzia per la sicurezza nucleare, un carrozzone che non solo è inutile ma che contribuisce ad aumentare i costi e gli sprechi". Lo ha dichiarato il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che ha pure osservato: "dopo il referendum che ha detto definitivamente 'No' al nucleare non c'è ragione perché si continui a tenere in piedi l'Agenzia per la sicurezza nucleare, concepita unicamente per la costruzione delle centrali atomiche volute dal governo Berlusconi e sonoramente bocciate dai cittadini".

[Informazioni tratte Adnkronos/Ing, Adnkronos Salute]

 

 

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05 settembre 2011
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