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Un aiuto concreto dall'Ue per combattere l'immigrazione clandestina

Italia, Grecia, Cipro e Malta hanno firmato un documento di proposte da sottoporre all'Unione

14 gennaio 2009

I ministri dell'Interno di Italia, Grecia, Cipro e Malta hanno firmato ieri a Roma un documento con proposte e richieste all'Unione Europea per combattere l'immigrazione clandestina, e su cui si fonderà una stretta collaborazione - aperta eventualmente ad altri governi - tra i quattro Paesi del Mediterraneo in prima linea rispetto al fenomeno.
Un'iniziativa comune "per alleggerire la pressione sui Paesi interessati" ma anche per porre fine alla perdita di vite umane in mare, conseguenza diretta delle attività delle reti di trafficanti di immigrati clandestini nel mar Mediterraneo. Un documento che, in sostanza, stabilisce una intesa comune tra i Paesi mediterranei per arginare gli sbarchi ed il traffico di immigrati clandestini che chiede all'Europa "di assegnare priorità alle azioni in questo particolare settore".

"Si tratta di un documento importante ed un'iniziativa politica istituzionale - ha detto Maroni - per il contrasto dell'immigrazione clandestina e l'inizio di una fattiva collaborazione tra questi quattro Paesi. Un documento ricco di proposte ma anche di richieste che avanzeremo alla Ue e alla Presidenza di turno Ceca e che, già domani (oggi per chi legge, ndr), verrà inviata alle autorità europee ed illustrata, giovedì, al Consiglio informale di Praga". Un'iniziativa che non esclude nessuno "ma, anzi, aperta a chi vuole aderire".

Il ministro dell'Interno greco, Athanassios Makos, ha spiegato che il suo Paese, con 18mila chilometri di coste e 9mila tra isole e isolette, è tra i più colpiti dal fenomeno: "Nonostante i nostri sforzi abbiamo quindi bisogno dell'Ue".
Neoklis Sylikiotis, ministro dell'Interno cipriota, spera "in una maggiore solidarietà dell'Unione europea e in una più giusta divisione degli oneri", e ha messo in luce come la divisione dell'isola - una parte della quale occupata dai turchi - fa sì che a Cipro ci sia un "buco nero fuori da ogni controllo" dal punto di vista dell'immigrazione, "per giunta confinante con una regione instabile".
"Noi (nel Mediterraneo) siamo i Paesi di frontiera. E' un problema nazionale, ma anche un problema europeo", ha sottolineato Carmelo Misfud Bonnici, ministro dell'Interno di Malta.
Il futuro, hanno scritto ancora i quattro Paesi, "sta nel rafforzamento di Frontex - il sistema di coordinamento europeo per il pattugliamento delle frontiere - e nella continuazione delle operazioni congiunte". Il testo chiede "la creazione di uffici specializzati che permetterebbero al Frontex di valutare meglio le situazioni specifiche in confini particolarmente sensibili".
Tra le proposte dei quattro, il rafforzamento di operazioni congiunte nel Mediterraneo e di operazioni complementari come le riammissioni. Ma anche la richiesta che in occasione di salvataggi in mare, per cui Italia e Malta garantiscono il proprio impegno al di là del dovuto, altri membri dell'Ue si assumano la responsabilità a lungo termine delle persone soccorse.

A chi ha chiesto perché la Spagna non fosse nell'elenco dei firmatari, il ministro Maroni ha spiegato che la Spagna "ha già mostrato interesse" per quello che è un patto aperto. Ma in attesa di altre adesioni, "noi ci proponiamo come un gruppo che stimolerà l'azione delle istituzioni europee", ha detto Maroni, che chiede all'Ue "che con la stessa rapidità ed efficacia con cui i quattro Paesi del Mediterraneo hanno predisposto questo documento, i Paesi dell'Ue, la Commissione e la presidenza diano una risposta".

Riguardo alla situazione di Lampedusa, dove negli ultimi giorni la situazione è tornata al collasso per i frequentissimi sbarchi, Maroni ha spiegato che "i rimpatri sono già iniziati" verso l'Egitto. "Siamo al secondo rimpatrio, e stiamo predisponendo mezzi e accordi per procedere in pochissimo tempo a rimpatriare tutti coloro che devono esserlo".
Per quel che riguarda la Libia, sul cui atteggiamento i continui sbarchi a Lampedusa hanno recentemente aperto una polemica all'interno della maggioranza, Maroni si è detto convinto che "entro poche settimana si possa dare attuazione agli accordi, il che consentirà di ridurre drasticamente il numero di sbarchi a Lampedusa e in Italia nei prossimi mesi".
E una delegazione di tecnici italiani si recherà proprio nei prossimi giorni in Libia per concordare e predisporre con i colleghi di Tripoli un programma attuativo per il pattugliamento congiunto contro l'immigrazione clandestina, come stabilito dal trattato bilaterale firmato il 30 agosto.

Lo ha reso noto un comunicato dell'ambasciata libica, diffuso dopo che l'ambasciatore libico Hafed Gaddur ha incontrato oggi il ministro dell'Interno Roberto Maroni.
In seguito, spiega il comunicato dell'ambasciata libica, Maroni compirà una visita in Libia "per firmare il verbale che sarà concordato tra le due delegazioni tecniche, ed avviare immediatamente dopo la firma, il pattugliamento nelle acque territoriali libiche, italiane ed anche in quelle internazionali con equipaggi misti, auspicando il buon esito di questo accordo nell'interesse dei due Stati".

La nota si apre annunciando che "si è concordato tra la Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista e la Repubblica Italiana il pattugliamento congiunto per contrastare l'immigrazione clandestina, come confermato nel Trattato di Amicizia Partneriato e Cooperazione siglato il 30 agosto 2008, da parte del Leader della Rivoluzione, colonnello Moammar el Gheddafi, e il Primo Ministro italiano, Silvio Berlusconi. L'attuazione dell'accordo - si legge ancora nel comunicato - ha subito un ritardo a causa di procedure legislative e amministrative (mantenendo uno stretto e continuo contatto con il ministro Frattini). Si informa che la Libia si attiene agli impegni siglati con le altre Parti ed agisce per i suoi interessi".

[Informazioni tratte da Reuters, ASCA, Apcom, La Siciliaweb.it]

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14 gennaio 2009
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