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Un'allucinazione mentale

Beppe Grillo attraversa lo Stretto a nuoto, mentre il governo chiude definitivamente la partita con il Ponte

11 ottobre 2012

Beppe Grillo è riuscito nella sua impresa: attraversare a nuoto lo Stretto di Messina (LEGGI). Una maniera indubitabilmente originale per cominciare la campagna elettorale nell’Isola del MoVimento 5 Stelle che alla corsa per le presidenziali avrà come portavoce Giancarlo Cancelleri. Ma non solo. L'impresa di Grillo si è presto, e con facilità, impregnata di significati simbolici e, ovviamente, polemiche a mai finire. Vogliamo parlare dei primi, visto che il tragitto nuotato dal comico genovese è quello che da sempre è stato sormontato da un ponte... invisibile: il famigerato (per alcuni), anelato (per altri) Ponte sullo Stretto.

"Il ponte è un'allucinazione mentale, sono cose degli anni 70. Non è una cosa fattibile, gli stessi giapponesi che hanno precedentemente realizzato il ponte ad arcata unica più lunga del mondo sono rimasti scioccati".
Grillo, arrivato sulle costa siciliana, dopo aver nuotato per un’ora e diciassette minuti, ha subito detta la sua sull’ipotetica costruzione di un ponte che colleghi la Sicilia alla Calabria.
"Dovrebbe essere un ponte lungo 2.300 metri ad arcata unica - ha detto Grillo - ma una cosa del genere non l'ha fatta mai nessuno e sarebbe un esperimento ancora più difficile in una zona sismica: la Calabria e la Sicilia si allontanano ogni anno. Vogliono solo continuare a spendere soldi a debito con i project financing ma non è più possibile e non possiamo continuare a sognare cose degli anni 70. Perché non sognare invece le rinnovabili e cambiare il petrolio con questo tipo di energie nei prossimi 20-30 anni. Questo è un sogno fattibile e utile".
Per Giancarlo Cancelleri "il gesto tutt'altro che simbolico di Grillo è la chiara dimostrazione che in Sicilia il ponte non serve. A noi servono le infrastrutture interne che al momento sono da terzo mondo. È un ulteriore anacronismo il fatto che si siano già spesi milioni di euro per l'allestimento di un progetto su un ponte che di fatto non esiste".

Intanto il viceministro per le Infastrutture, Mario Ciaccia, mentre il leader del MoVimento 5 Stelle arrivava in Sicilia, ha annunciato che "il tema del ponte sullo Stretto verrà discusso nel Consiglio dei ministri della prossima settimana". In una bozza della legge di stabilità è previsto una penale aggiuntiva di 300 milioni per gli oneri sulla mancata realizzazione. L'intenzione, si apprende da fonti del ministero, sarebbe quella di prendere tempo per trovare una soluzione in grado di ridurre l'esborso a carico dei conti pubblici.

"Apprezziamo il coraggio del governo che ha deciso di chiudere definitivamente la partita con il Ponte e ci auguriamo presto anche quella relativa a quell'ente inutile che è la Stretto di Messina spa". Così Fai, Italia nostra, Man e Wwf Italia hanno commentato la "vittoria agrodolce della pietra tombale" della legge di stabilità 2012 sul Ponte sullo Stretto di Messina. Un'opera "irrealizzabile dal punto di vista tecnico, economico-finanziario ed ambientale, avvenuta dopo ben 11 anni dal varo della legge obiettivo e del fallimentare primo programma delle infrastrutture strategiche (dicembre 2001) e dopo 9 anni di progettazioni, inutili e  spericolate (nel gennaio 2003 viene approvato il progetto preliminare) - sottolineano le associazioni ambientaliste - e perchè si rischia di pagare complessivamente, se non si fanno serie verifiche, la bellezza di 609 milioni di euro alla comunità nazionale, il cui tessuto sociale e imprenditoriale è in profonda sofferenza".
Le associazioni hanno poi domandato "come sia possibile che questi siano i tempi di reazione della pubblica amministrazione di fronte ad un progetto folle, che prevedeva la costruzione di un ponte sospeso ad unica campata di 3,3 km di lunghezza, sostenuto da piloni di 400 metri di altezza (più della Torre Eiffel), a doppio impalcato - stradale e ferroviario - in  una delle aree, quella dello Stretto di Messina, a più elevato rischio sismico del Mediterraneo e a più grave dissesto idrogeologico su scala nazionale, tutelata rigidamente per i suoi valori naturalistici e paesistici da norme comunitarie  nazionali".

Fai, Italia nostra, Man e Wwf Italia, dopo la decisione dello stop alla costruzione del Ponte di Messina chiedono "che il governo faccia una severa e approfondita verifica degli interventi documentati da titoli giuridici perfezionati alla data di entrata in vigore della legge di stabilità 2012 (come risulta che sia scritto nella norma approvata ieri dal Consiglio dei ministri) prima di rendere disponibili i 300 milioni di euro stanziati ieri dal governo". Infatti, "sarebbe scandaloso che la 'non realizzazione' del ponte venisse a costare complessivamente 609 milioni di euro: 300 milioni di euro di penalità non dovute che si vanno ad aggiungere ai 26 milioni di euro per la realizzazione di 1.1 Km di bretellina ferroviaria a cannitello in calabria, che doveva essere realizzata da rfi e poi è stata affidata nel 2009 incomprensibilmente al general contractor Eurolink (capeggiato da Impregilo), e si vanno a sommare agli oltre 283 milioni di euro (dichiarati al novembre 2011) che Sdm spa ha speso per il suo 'funzionamento' e in questi anni per studi improduttivi e progetti irrealizzabili".
Gli ambientalisti rilevano a proposito che "siccome ad oggi il progetto definitivo, ritenuto ampiamente lacunoso dal ministero dell'ambiente, che ha richiesto 230 integrazioni, non è stato approvato in procedura di via, nè dal Cipe, la cifra eventualmente da corrispondere non potrà che essere molto inferiore ai 300 milioni di euro stanziati", concludono le associazioni.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica.it]

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11 ottobre 2012
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