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Un'altra ''morte bianca'' si è aggiunta al lunghissimo, triste elenco dei morti sul lavoro in Sicilia

07 luglio 2007

Ieri la quotidiana guerra del lavoro ha avuto la sua ennesima vittima. A morire questa volta è stato Salvatore Urdì, 45 anni, di Catania.
Urdì, operaio dei cantieri navali Palumbo che gestisce l'ex area della stazione di degassifica della Smeb, è morto nella zona Falcata di Messina: è precipitato dall'impalcatura su cui lavorava facendo un volo di circa 50 metri nel bacino di carenaggio. Urdì stava effettuando riparazioni sulla nave Mega Express, della Corsica Ferries. Secondo i primi accertamenti non avrebbe avuto alcuna protezione.
I suoi colleghi hanno tentato di soccorrerlo e hanno chiamato l'ambulanza ma l'uomo è morto sul colpo. Al loro arrivo, infatti, i medici del 118 hanno potuto solo constatarne il decesso.
Urdì lavorava per una delle venti ditte subappaltatrici della Palumbo, la Delta Impianti. I cantieri navali Palumbo operano nel settore della cantieristica dal 1967 con una sede a Messina e una Napoli. Gli inquirenti hanno aperto un indagine sul tragico accaduto affidata al magistrato Mariangela Nastasi.

Quello di ieri è l'ottavo incidente sul lavoro dall'inizio dell'anno a Messina.
''A Messina - dice Matteo Cucinotta, responsabile del dipartimento Salute e sicurezza della Cgil di Messina - per gli infortuni sul lavoro è ormai emergenza conclamata. Per uscire da questa situazione occorre un intervento straordinario da parte di tutti i soggetti competenti. Lo scorso 26 aprile per individuare soluzioni e interventi, Cgil Cisl e Uil hanno chiesto un incontro al prefetto il quale fino a questo momento non ha ritenuto di dare corso alla richiesta''. ''Manca il rispetto delle norme sulla sicurezza - continua - oltre al problema costi/risparmi legato al sistema dei sub appalti, alla precarietà e alle irregolarità nel mondo del lavoro. Ci sono anche carenze di organico dell'ispettorato del lavoro che non può effettuare i controlli necessari''.
Il segretario nazionale della Fiom Cgil, Giorgio Cremaschi, ha detto: ''Faremo tutto il possibile affinché i responsabi siano colpiti anche costituendoci parte civile, e affinché le pubbliche autorità facciano il loro dovere a tutela della salute dei lavoratori, cosa che oggi non avviene''. ''Si tratta dell'ennesimo omicidio bianco - ha sottolineato Cremaschi - che reclama giustizia. Ancora una volta infatti vengono colpiti lavoratori non messi in condizione di operare con le dovute norme di sicurezza''.

Rabbia e rammarico per l'assessore regionale al Lavoro, Santi Formica. ''Sono molto addolorato come uomo e come esponente delle istituzioni, per la morte di Salvatore Urdì. Sono vicino ai familiari dell'ennesima vittima del lavoro''. L'assessore ha affermato che ''la Regione intensificherà i controlli, come già avviene da tempo, perché la sicurezza sul lavoro è un connotato fondamentale di un paese civile. Sono in corso una serie di ispezioni per raggiungere l'obiettivo di una più estesa rete di sicurezza sociale, a garanzia del lavoro, dell'emersione dello stesso e della salute dei lavoratori''.

E dalla parte opposta della Sicilia arriva un altro allarme: più del 50% dei cantieri e aziende di Palermo è irregolare. Il dato è emerso nel convegno su ''I diritti e le tutele per la sicurezza e contro il lavoro nero'' organizzato dalla Fillea-Cgil, che si è svolto ieri a palazzo delle Aquile. A illustrare i risultati delle indagini dell'ispettorato del Lavoro, da gennaio a giugno, è stato il responsabile dei servizi ispettivi della Regione siciliana, Vito Di Bella.
A Palermo nei primi sei mesi dell'anno sono stati controllati 102 cantieri e 148 ditte. Sono stati 83 i cantieri e le aziende risultati irregolari, pari al 55,41 per cento. ''In oltre la metà delle aziende controllate è stata riscontrata la presenza di lavoro nero o altre irregolarità in materia di lavoro - ha detto Di Bella -. Il dato di Palermo è il più grave''.
In Sicilia tra 1.407 cantieri ispezionati e 1.825 aziende i luoghi di lavoro irregolari sono risultati 854, pari al 48,44%. Sempre in provincia di Palermo il dato relativo al lavoro nero in edilizia è stato del 24,55%. A Palermo per le irregolarità riscontrate sono state erogate 44 maxi sanzioni di 5 mila euro. In totale l'importo delle sanzioni erogate è stato di 528 mila euro a Palermo e 3 milioni di euro in Sicilia.

''I morti sul lavoro ogni anno - ha detto Maurizio Calà, segretario Cgil di Palermo - sono un bollettino di guerra. In Sicilia oggi è morto un giovane operaio metalmeccanico cadendo da un'impalcatura in un cantiere navale di Messina. L'appello lanciato alcuni mesi fa dal capo dello Stato è rimasto inascoltato''. ''Soprattutto nei cantieri privati del centro storico - ha detto Franco Tarantino, il segretario della Fillea-Cgil - si raggiungono punte altissime di lavoro irregolare e di sfruttamento: il 70% dei lavoratori che ristruttura i palazzi antichi è in nero. Un edile guadagna 35 euro giornaliere per le 48 ore a settimana che fa. E lavoratori professionalizzati come i restauratori oggi prendono 600 euro mensili per 180 ore di lavoro al mese, cioè tre-quattro euro all'ora. E come si spiega il calo negli appalti e l'aumento di ore lavorate del 10% se non con il ricorso al lavoro nero?''.

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07 luglio 2007
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