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Un altro amaro 27...

Lo stipendio di 30mila impiegati pubblici siciliani salta anche questo mese... La manovra correttiva ancora non c'è

18 febbraio 2014

Salta di qualche giorno l’incontro previsto ieri fra i sindacati della funzione pubblica di Cgil, Cisl, Uil e il governo regionale, promosso dall'assessore all'Economia Luca Bianchi lo scorso 4 febbraio nel corso della manifestazione confederale contro i tagli al sistema pubblico siciliano.
Un rimando che preoccupa i sindacati perché il responsabile dell'Economia, in relazione alla manovra aggiuntiva, ha dichiarato che "ancora il governo regionale non è in grado di fare una stima delle risorse effettivamente liberabili perché saranno il frutto di un dialogo che dovrà proseguire col governo nazionale e col Commissario dello Stato. Non sarà certamente possibile liberare tutte quelle somme e saremo costretti a fare delle scelte".

Secondo i sindacati il rischio è che "le scelte possano essere fatte sulla pelle dei tanti lavoratori del pubblico impiego siciliano che già hanno pesantemente contribuito al risanamento delle casse pubbliche. I lavoratori della Regione e degli enti, dei Comuni, delle Province e delle partecipate aspettano risposte adeguate. Già adesso molti enti non sono in condizione di garantire il regolare pagamento degli stipendi e  la prosecuzione delle attività".
I sindacati mantengono lo stato di agitazione del personale  che, in assenza di risposte entro le prossime 48 ore, si trasformerà in azioni di lotta più incisive. 
Intanto, ormai è quasi certo che anche il prossimo 27 febbraio non saranno versate le buste paga per i dipendenti pubblici. Servono 180 milioni subito.

Le l’ipotesi al vaglio per superare l’emergenza sociale dei lavoratori senza stipendio sono due: la prima è quella di una manovrina che sblocchi subito almeno quei 180 milioni di euro per dare ossigeno agli enti controllati, la seconda è quella di presentare un testo più corposo insieme con il disegno di legge sui pagamenti delle imprese. Il motivo? Sbloccare un miliardo di euro di liquidità per il pagamento delle aziende garantirebbe alla Regione un maggiore incasso da tasse per 70 milioni. "Soldi che potremmo utilizzare per dare certezze sui residui attivi, come ci chiede il commissario dello Stato e sbloccare le somme necessarie a pagare almeno gli enti controllati, gli enti culturali e provare a inserire nella manovra anche qualcosa per le imprese", dice il governatore Rosario Crocetta.

La situazione dei senza stipendio si fa ogni giorno più drammatica e anche quella degli enti e delle aziende in cui lavorano. Ad esempio, il "Ritratto d’ignoto" di Antonello da Messina resta accessibile solo per la (buona) volontà dei dipendenti del museo Mandralisca, senza stipendio da dieci mesi. Oppure, i pullman dell’Ast, che attraversano la Sicilia da Marsala ad Avola, potrebbero a giorni lasciare a piedi migliaia di persone per mancanza di benzina e conducenti.

La fondazione Mandralisca di Cefalù, museo che, oltre a una preziosa pinacoteca e a diversi volumi cinquecenteschi, ospita una delle più ricche collezioni di molluschi e conchiglie d’Europa, non ha più un euro in cassa. A lanciare un allarme che non lascia spazio a discussioni è il sindaco Rosario Lapunzina: "Senza interventi immediati il museo chiuderà. Questo è l’ultimo appello". Il bilancio 2013 si è chiuso con un disavanzo di 103 mila euro, che si aggiungono al deficit di 350 mila accumulato dalle passate gestioni. Dopo l’addio alla Tabella H e gli ulteriori tagli ai trasferimenti regionali, a disposizione del Mandralisca restano ora 99.500 euro. "È una cifra che non può neppure coprire le spese di gestione", avvisa il sindaco, che ha assicurato un contributo di 30 mila euro. Ma da dieci mesi gli otto dipendenti sono senza stipendio e da un giorno all’altro le porte del museo potrebbero essere sbarrate ai turisti.

Lo stato di agitazione riguarda tante altre istituzioni culturali dell’Isola. In bilico è il futuro di tutti i principali teatri, dal Politeama al Biondo, dal Massimo di Palermo al Bellini di Catania. Tutti scontano i pesanti tagli al fondo regionale destinato alla cultura. A protestare nei giorni scorsi sono stati soprattutto i 147 dipendenti dell’Orchestra sinfonica siciliana, che deve fare i conti con risorse totali per 1,2 milioni di euro: una cifra con cui è impossibile coprire le spese correnti. Ad aggravare la situazione c’è anche il deficit di programmazione legato al mancato rinnovo dei vertici, che mette a serio rischio la fruibilità stessa del teatro, già occupato dai lavoratori a fine gennaio.

L’altro ieri invece l’ultima protesta dei dipendenti Ast, che hanno occupato la sede della direzione generale di via Caduti sul lavoro, a Palermo, per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi. "Non abbiamo alcuna certezza per gennaio e tanto meno per febbraio", spiega Amedeo Benigno, della FitCisl. A rischio sono 1.200 dipendenti e la regolarità di un servizio utilizzato da migliaia di pendolari. "A causa dei crediti vantati dall’azienda nei confronti della Regione, e dunque delle difficoltà finanziarie dell’Ast - avvisano i sindacati - la fornitura di gasolio per i mezzi potrebbe presto terminare".
Cosa aggiungere in più?

[Informazioni tratte da ANSA, GdS.it, Repubblica.it articolo di Antonio Fraschilla e Cristoforo Spinella]

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18 febbraio 2014
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