Un altro atleta si rifiuta di portare la fiaccola olimpica: si tratta di Bhaichung Bhutia, stella del calcio indiano
Dopo una apparente apertura, almeno nei confronti del Dalai Lama, ieri nel giorno dell'arrivo della fiaccola olimpica a Pechino (leggi) la Cina è ritornata ad attaccare il capo spirituale tibetano, che ha accusato di avere "premeditato e organizzato" le proteste anticinesi che si protraggono da oltre due settimane.
E' lui, secondo il governo cinese, ad aver creato una "struttura filo-indipendenza", ad aver "abusato della religione", e "fatto troppa politica". Il fatto che il Dalai Lama continui a negare tutto questo, ripetendo di volere per il Tibet solo una "genuina" autonomia e non l'indipendenza viene letto come "ipocrisia". Se costui, si leggeva ieri in un editoriale dell'agenzia governativa Nuova Cina, "desiderasse davvero essere un semplice monaco buddista, dovrebbe smetterla di fare politica e di parlare con la gente, gli occidentali in particolare, delle sue ipocrite richiesta di autonomia. Ma l'auto proclamato leader spirituale ha evidentemente dimenticato la sua identità, abusa della religione e gioca troppo con la politica".
Ma la protesta anti-cinese non si ferma, e viene fuori esprimendosi attraverso diverse forme.
Una delle star del calcio indiano, Bhaichung Bhutia, buddista, originario di Sikkim, uno stato incuneato tra Cina e Nepal, ha annunciato che non porterà la fiaccola olimpica, in segno di solidarietà con le sofferenze del popolo tibetano: "Sono solidale con la causa tibetana", ha scritto in una lettera all'Associazione Olimpica Indiana e pubblicata dal 'Times of India'. "Ho molti amici buddisti nel Sikkim. Questo è il mio modo di essere accanto alla popolazione del Tibet e alla loro lotta". "Penso che non sia giusto quel che sta accadendo in Tibet e, nel mio piccolo, voglio mostrare la mia solidarietà", ha spiegato, sottolineando che la sua decisione è "assolutamente personale".
La fiaccola olimpica arriverà in India il 17 aprile e Bhutia era uno degli atleti prescelti a portare per un tratto la torcia lungo il percorso. Il 31enne capitano, che è stato insignito della terza carica onorifica più importante indiana per aver contribuito a diffondere la passione per il calcio in un Paese, in cui lo sport nazionale è il cricket, ha giocato tra l'altro anche con una società inglese, il Bury Footbal Club.