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Un altro ordigno a Siracusa. Un chiaro messaggio dei delinquenti: posso colpire dove e quando vogliono

In meno di un mese sono stati piazzati ordigni esplosivi rudimentali. Ad indagare l'antiterrorismo di Catania

10 febbraio 2005

E in meno di un mese salgono a quattro le intimidazioni che stanno allarmando sempre di più la città di Siracusa. Un rudimentale ordigno esplosivo confezionato ancora con delle bombolette di gas da campeggio, è stato infatti trovato ieri sera dalla polizia, nei corridoi del pronto soccorso dell'ospedale generale ''Umberto I''.
Una telefonata anonima, giunta poco prima delle 18 al centralino della sala operativa della questura, ha annunciato la presenza di un borsone di colore scuro. La polizia giunta sul posto ha recuperato le bombolette che sono state trasportate in questura per ulteriori accertamenti.

Rimangono pochi i dubbi che la mano sia diversa da quella che negli ultimi venti giorni ha piazzato gli ordigni - simili a quest'ultimo -, davanti alle sedi della Cgil di via Aristotele e di via Socrate e, tre giorni fa, nell'ascensore del così detto ''Palazzo delle tv''.
All'interno del borsone, lasciato in uno dei corridoi dell'ospedale, la polizia ha trovato due bombolette di gas da campeggio dello stesso tipo utilizzato per compiere gli altri attentati. Sul posto è intervenuto il personale della scientifica che ha sequestrato il borsone e il suo contenuto che, secondo quanto si è appreso, non era però in grado di esplodere.

Sugli attentati incendiari a Siracusa, indaga la sezione antiterrorismo della Dda della Procura di Catania.
Il primo è stato compiuto la notte tra il 13 e il 14 gennaio scorsi, quando, con due bombolette di gas da campeggio, è stato appiccato il fuoco alla porta di ingresso della Cgil di Siracusa. Il secondo episodio, sempre nella sede della Camera del lavoro aretusea, risale alla sera del 1 febbraio: anche in quel caso fu utilizzata una bomboletta di gas che però non si incendiò perché era all'interno di una boccia di vetro che conteneva della polvere bianca. Il terzo attentato tre sere fa: quattro bombole da gas forate che hanno appiccato il fuoco all'ascensore della ''Torre Zeta'', il cui bilancio dei danni è stato contenuto grazie al sistema antincendio del quale l'edificio è dotato.

Fonte: La Sicilia

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10 febbraio 2005
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