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Un altro schianto sul molo di Trapani

Esattamente un anno fa un altro schianto aveva causato la morte di una turisita milanese

08 agosto 2008

Verso le 21.15 di ieri sera l'aliscafo 'Ettore Morace' della Ustica Lines, in rotta da Favignana a Trapani, ha urtato la barriera frangiflutti all'altezza del molo Sanità del porto della città siciliana. Tra le 144 persone a bordo, 81 sono rimaste ferite. Le più gravi una signora che ha riportato lesioni serie e un bambino di 10 anni che ha riportato un'ampia ferita alla testaa, ma le sue condizioni non desterebbero preoccupazioni. La madre del bimbo, nel raccontare l'accaduto, ha detto che "è stato un incubo: dopo l'impatto è andata via la luce, siamo rimasti completamente al buio e non ho più visto mio figlio, che era seduto accanto a me. L'ho ritrovato solo più tardi con la testa sanguinante".

Nessun passeggero è comunque caduto fuori bordo e tutti i feriti sono stati sbarcati sul molo per poter essere soccorsi, con l'aiuto delle unità della Guardia di Finanza e dei Carabinieri prontamente intervenute in mare. I più gravi sono stati trasportati all'ospedale San Antonio Abate per le cure del caso. Contusi e feriti leggeri sono ancora sul molo del porto di Trapani.

Ancora è troppo presto per individuare le cause dell'incidente, in tutto simile a quello di un anno fa, quando tra i 181 passeggeri del "Giorgione" della Siremar ci scappò anche il morto: una turista milanese di 52 anni, Paola Romano, deceduta dopo due giorni in ospedale. Allora i feriti furono 11 (LEGGI).
L'aliscafo "Ettore Morace" stava rientrando da Favignana, la più grande delle Egadi, dove aveva effettuato l'ultima sosta, quando per motivi che le inchieste aperte dalla Procura e dalla Capitaneria di porto tenteranno di appurare, si è schiantato contro la barriera e poi vi si è  adagiato sopra.
La guardia costiera di Trapani ha acquisito la scatola nera dell'aliscafo. Non hanno dato esiti utili alle indagini, le testimonianze del direttore di macchine e di alcuni componenti dell'equipaggio, interrogati la scorsa notte dai carabinieri. Molti testimoni, ancora in stato confusionale, non sono stati in grado di ricostruire le fasi dell'incidente.

Tutta colpa dell'illuminazione - "Non ho paura di dirlo: è stata tutta colpa dell'illuminazione. Se non si farà qualcosa ci  saranno altri incidenti". Punta il dito contro le luci che segnalano il frangiflutti posto all'imbocco del porto di Trapani, Giuseppe Danese, 64 anni, marinaio componente dell'equipaggio dell'aliscafo della "Ustica Lines". L'uomo è ricoverato, per lo schiacciamento di una vertebra, all'ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani. "E' la seconda volta che un'imbarcazione finisce contro i massi frangiflutti - continua - Non è possibile che si addossi la colpa sempre al comandante dell'aliscafo. Noi procedevamo alla giusta velocità, avevamo appena passato il faro rosso che indica l'ingresso al porto. Dopo quella luce ci sono i massi frangiflutti segnalati da una lucina verde posta al centro della barriera. Se di giorno è facile individuare l'intera lunghezza della diga foranea, di notte la cosa è molto più complicata;  per questo la segnalazione dovrebbe essere spostata alla fine della barriera".
Danese, marinaio da 40 anni, prima lavorava per la Snav. "Queste acque - racconta - le conosco bene. L'esperienza è sicuramente importante, ma ci devono mettere in condizione di lavorare in sicurezza".
Al momento dell'impatto il marinaio si trovava tra i passeggeri assieme ad altri due colleghi. Sul ponte c'erano il comandante, Giuseppe Banano, 35 anni, il direttore di macchine ed un altro marinaio. Ad un giornalista che gli ha chiesto se ritornerà a bordo di un aliscafo, Danese ha risposto: "Non ci penso neppure, la mia vita in mare si è conclusa ieri sera"[La Siciliaweb.it]

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08 agosto 2008
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