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Un'amicizia discutibile...

Scoppia il caso Akragas ad Agrigento, e la squadra non potrà giocare più le partite del torneo di Eccellenza in casa

29 settembre 2009

Scoppia il caso Akragas ad Agrigento. Dopo la dedica fatta dal presidente della squadra di calcio agrigentina, Gioacchino Sferrazza, all'amico Nicola Ribisi, 29 anni, presunto boss mafioso di Palma di Montechiaro, sono scesi in campo il questore della città dei templi, ma anche la Procura che sta valutando se aprire un'indagine sulla vicenda.

L'altro ieri pomeriggio, al termine dell'incontro vinto per 5-0 dall'Akragas contro lo Sporting Arenella nel campionato d'eccellenza, Sferrazza conversando con i giornalisti aveva detto di voler dedicare la vittoria "all'amico fraterno Nicola Ribisi", arrestato nei giorni scorsi dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Ma i cronisti sportivi hanno espresso dei dubbi sulla dedica e per tutta risposta il presidente ha imposto il silenzio stampa a tutta la squadra.
Sferrazza, salito così alla ribalta della cronaca nazionale, ha sostenuto di avere "il diritto" di dedicare la vittoria a Ribisi. "Ho fatto la dedica all'amico Nicola, non al boss mafioso", ha puntualizzato. "Io non entro nel merito se sia colpevole o innocente: fino a quando non ci si sarà una condanna, Nicola per me resta un amico che fino a dieci giorni fa era con noi sempre allo stadio". Il presidente ha infine ricordato il "legame con la squadra dell'amico Nicola" sottolineando che la dedica "mi è stata chiesta da tutta la società, giocatore e tecnici".

Numerose le condanne dal mondo politico. Alcuni consiglieri comunali di Agrigento, tra cui Giuseppe Arnone, hanno chiesto sia al Comune che alla Provincia di interrompere il rapporto di sponsorizzazione con la società agrigentina fino a quando verrà presieduta da Sferrazza.
Il sindaco di Agrigento Marco Zambuto, "sconcertato dalle parole del presidente", ha così commentato: "Non capisco cosa abbiano a che fare con lo sport tali dichiarazioni e non posso tollerare che ciò avvenga all'interno di una struttura comunale e da parte di chi rappresenta una grande fetta della realtà calcistica agrigentina. - aggiunge - Quando si assume un ruolo di particolare evidenza occorre avere la responsabilità di capire quello che si dice. Una cosa è certa: la città non si riconosce in quanto affermato dal presidente dell'Akragas. Ribadiamo il nostro appoggio alla questura, alla squadra mobile, alla Dda e a quanti - conclude Zambuto - si battono per estirpare dal nostro territorio la criminalità mafiosa".

Sulla vicenda il questore di Agrigento Girolamo Di Fazio, prima di revocare la concessione dello stadio, aveva detto: "La dedica della vittoria dell'Akragas al presunto capo mafia di Palma di Montechiaro, Nicola Ribisi, ci lascia senza parole. Quanto è accaduto domenica a margine della partita di calcio giocatasi allo stadio Esseneto ci fa tornare indietro di 40 anni. I sentimenti che animano lo sport in generale e il calcio in particolare sono stati praticamente cancellati con un netto colpo di spugna". E poi aveva aggiunto: "Le parole di Sferrazza non passeranno inosservate e non è escluso che sulla vicenda possa venire aperta un'inchiesta della procura".
E infatti, l'Akragas non potrà giocare più le partite del torneo di Eccellenza in casa: il questore Di Fazio, ha ritirato per problemi di ordine pubblico la "licenza" di polizia che era stata concessa al presidente della società di calcio, Gioacchino Sferrazza, per potere svolgere "manifestazioni di pubblico spettacolo" come sono le gare sportive. "Le licenze di polizia - ha spiegato il questore Di Fazio - sono rilasciate "ad personam" e la storia personale del presidente dell'Akragas è cambiata dopo le sue dichiarazioni e quindi l'ho revocata".
Ieri pomeriggio la Federcalcio Sicilia ha trasmesso le dichiarazioni di Gioacchino Sferrazza alla Procura Federale. "Il Comitato regionale Sicilia della Federcalcio - si legge in una nota - si dissocia dalle dichiarazioni e dalla decisione di ordinare il silenzio stampa che ritiene in antitesi con i valori propri dello sport e in particolare di quello dilettantistico". "Il Comitato si impegna ogni giorno - ha detto il presidente Sandro Morgana - per la salvaguardia dei principi di legalità, trasparenza ed etica che devono costituire, giusto quanto più volte pubblicamente ribadito, precondizione per potere accedere alla organizzazione calcistica nel rispetto delle norme sulla onorabilità".

Chi è Gioacchino Sferrazza - 45 anni, è titolare, assieme al fratello e altri familiari, di una catena di negozi che vendono dai giocattoli agli articoli da regalo. La sua passione per il calcio lo ha portato ad assumere due stagioni fa la presidenza dell'Akragas, la squadra di Agrigento che dopo avere militato anche in serie C qualche anno fa è fallita, ricominciando dai dilettanti. Un altro presidente dell'Akragas, l'imprenditore Gaetano Russello, fu ucciso inoltre il 9 luglio del '92 in un agguato di stampo mafioso.
Chi è Nicola Ribisi - Ribisi, il presunto boss, 29 anni, titolare di un supermercato, è statoarrestato il 17 settembre scorso. È accusato di associazione mafiosa. Secondo la polizia sarebbe il nuovo capo famiglia di Palma di Montechiaro.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it, Corriere.it]

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29 settembre 2009
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