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Un amico riconoscente

Berlusconi interrogato dai pm di Palermo: "Quelle a Dell'Utri? Somme versate a un caro amico"

06 settembre 2012

Dalle "relazioni pericolose" con l'ex stalliere di Arcore, il boss Vittorio Mangano, e col mafioso Tanino Cinà, al fiume di denaro versato sui conti di Marcello Dell'Utri: sono alcuni degli argomenti affrontati nell'interrogatorio a cui è stato sottoposto l'ex premier Silvio Berlusconi, sentito ieri dal il procuratore di Palermo Francesco Messineo, dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dal pm Lia Sava, come testimone nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta estorsione ai suoi danni commessa dall'ex manager di Publitalia.
Un interrogatorio durato circa tre ore, e che si è tenuto a Roma, in una caserma della Guardia di Finanza in via dell'Olmata. Berlusconi è poi rientrato a palazzo Grazioli con i suoi legali Niccolò Ghedini e Luigi Longo.

I pm di Palermo hanno citato a comparire l'ex premier per tre volte. Le prime due ha opposto impegni istituzionali, la terza il suo legale, l'avvocato Nicolò Ghedini ha eccepito l'incompetenza della Procura sull'indagine e la veste in cui sentire Berlusconi. Le eccezioni sono state respinte dalla Procura che ha dato all'ex presidente del Consiglio 10 giorni per presentarsi a Palermo a spiegare perché in 10 anni ha dato a Marcello Dell'Utri oltre 40 milioni di euro.
Dopo lunghe trattative la Procura ha acconsentito alla proposta fatta dai legali di Berlusconi di andare a Roma a sentire l'ex premier. Decisione sofferta che ha spaccato il pool di pm che indaga sulla presunta estorsione. Nino Di Matteo e Francesco Del Bene - due dei sostituti titolari del caso - non sarebbero stati d'accordo a spostarsi nella Capitale e avrebbero ribadito la necessità che fosse Berlusconi ad andare a Palermo. Secondo indiscrezioni, il procuratore Francesco Messineo, che ha personalmente trattato con l'avvocato Ghedini la questione, avrebbe scelto di portare all'interrogatorio i pm più anziani: Ingroia e Sava.
"Berlusconi è stato sentito come persona informata sui fatti. Altro non posso aggiungere" ha detto Messineo al termine dell'interrogatorio.

Sulla vicenda Dell'Utri "il Presidente Berlusconi ha chiarito compiutamente tutti gli aspetti della vicenda. Quali difensori della persona offesa, abbiamo provveduto al deposito di idonea documentazione a ulteriore comprova delle dichiarazioni rese - hanno spiegato in una nota i legali del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Piero Longo - Ancorché fosse pendente avanti il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione la questione di competenza territoriale, e potendosi quindi ragionevolmente attenderne l'esito che interverrà entro pochi giorni, il Presidente Silvio Berlusconi ha reso oggi a Roma la testimonianza che gli era stata richiesta  dalla Procura di Palermo".

Quello che è trapelato - Mangano e Cinà? Persone apparentemente perbene, dai modi gentili. Era impossibile sospettarne i legami mafiosi, avrebbe risposto Berlusconi a proposito dei suoi rapporti col capomafia omicida Vittorio Mangano, assunto come stalliere ad Arcore e col boss Tanino Cinà. La verità su Mangano, che l'ex premier ha ribadito di avere conosciuto tramite Dell'Utri, sarebbe emersa solo molto dopo la sua assunzione ad Arcore, quando Berlusconi già non aveva più rapporti con lui.
Ma la parte principale dell'interrogatorio ha riguardato i 40 milioni dati a Dell'Utri in 10 anni. Un fiume di denaro che, ipotizzano i pm, l'ex premier avrebbe pagato per comprarsi, tramite l'amico palermitano, la protezione di Cosa nostra, come avvenne negli anni '70, o per assicurarsi il silenzio di Dell'Utri a conoscenza dei suoi presunti rapporti coi clan mafiosi.
Nessuna estorsione, ha ribadito Berlusconi. Solo delle donazioni fatte a "un amico e prezioso collaboratore" per le sue esigenze personali. Dalle necessità per ristrutturazioni di immobili, all'acquisito di libri (Dell'Utri è un appassionato bibliofilo) alle esigenze di spesa molto elevate dei familiari del senatore.

Quanto alla villa sul lago di Como che l'ex premier ha comprato dal senatore, pagata, secondo i pm, una cifra spropositata rispetto al suo reale valore, l'ex premier ha sostenuto che la quantificazione del corrispettivo di vendita era stata fatta in base a una perizia che la valutava sui 21 milioni circa.
Durante l'interrogatorio Berlusconi ha consultato una serie di documenti bancari sui bonifici fatti, atti che nei prossimi giorni i legali faranno arrivare ai pm di Palermo.

[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign, Repubblica/Palermo.it, Lasiciliaweb.it]

- Dell'Utri indagato per estorsione ai danni di Berlusconi (Guidasicilia.it, 18/07/12)

- Marina Berlusconi ascoltata dai Pm di Palermo (Guidasicilia.it, 25/07/12)

 

 

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06 settembre 2012
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